comunità montana. L’UOMO CON IL CERINO IN MANO

A chi è toccato il cerino?
A chi è toccato il cerino?

PISTOIA-MONTAGNA. Abbiamo una gran voglia di cambiare e vogliamo cambiare, nonostante tutto.

Questo P[artito] D[emenziale] continua a fare danno anche non volendolo. Perché se facesse i danni che fa, con premeditazione, sarebbe un P[artito] D[elinquenziale].

Se questo agglomerato di inetti, però, non trova una valida alternativa alle “puttanate” che ci costringe a ingoiare, a partire dalla sanità, tutte le sue “porcherie” diventeranno “normalità” e “buona politica”.

Assaltano le banche e le fanno quasi fallire, come il Monte dei Paschi di Siena che ha “puppato” miliardi di euro pubblici, cioè nostri, con il ricatto dell’occupazione e del «così è se vi pare». Non contenti hanno truffato migliaia di azionisti più o meno inconsapevoli e hanno portato sul baratro altre quattro banche, a partire dalla locale Etruria. Tutto regolare, perché, evidentemente, anche l’opposizione cosiddetta di destra non “ha fatto pio”. Tutti conniventi e colpevoli, dunque? A chi ci legge l’ardua sentenza.

Certo è che mentre un ex Sindaco di nome Alemanno viene rinviato a giudizio per la sua “oculata” gestione di Roma, un ex ministro di nome Matteoli viene rinviato a giudizio per il Mose veneziano e un ex On. di nome Migliori viene rinviato a giudizio per questioni di armi import-export, e un “bischeraccio” – detto alla toscana e in termini benevoli e senza ingiuria – si fa rinviare a giudizio per vicende relative alla conduzione amministrativa della fu Comunità Montana. La distanza non è affatto siderale ma solo proporzionata al ruolo.

La Comunità Montana è un ente che ha mangiato milionate di euro, ha creato “macelli” in e extra regione (a Silla?), ha propagandato opere librarie per qualche altra decina di migliaia (di euro), ha inventato la “sciarpa” istituzionale, una banda musicale, rimborsi spese… e chi più ne ha più ne metta. Tutta roba dei “compagni” del Pci fin dalla nascita e dei catto-comunisti poi: e chi si becca la denuncia ex art. 328 c.p. (omissione di atti d’ufficio)…?

Ovviamente il “bischeraccio” che, a suo tempo, come disse quell’innominabile a Fiuggi, lasciò “la casa del padre” (Msi) per rifugiarsi in via Tomba senza sapere che quella strada, un tempo, ospitava i mai troppo rimpianti postriboli e pensando che anche il Pci, divenuto Pds-Margherita, Ulivo, Ds, Pd, potesse fare combriccola assieme e spassionatamente. Tutti Marchesi del Grillo…

Carluccio Ceccarelli
Carluccio Ceccarelli

Se volessimo usare una frase più bucolica, diremmo che con le loro scarpette da festa si sono curiosamente avvicinati al mulino e si sono infarinati…

Con una aggravante, però. Lor signori di cui sopra, pur prendendo le distanze dal loro vecchio (e pulito, aggiungiamo noi) mondo, restano pur sempre “di destra”: malvisti dai loro nuovi compagni di viaggio e trattati (giustamente, aggiungiamo noi) come traditori e transfughi da chi quel mondo ancora coltiva e nutre oltre ogni ragionevole speranza.

Nel caso di specie, osserviamo un ex presidente della Comunità Montana di estrazione “non” sinistra che si prende un rinvio a giudizio dopo avere fatto il becchino politico di un ente che poi, si scopre, non poteva e doveva fallire per € 250mila, avendo un patrimonio di svariati milioni di euro a sostegno dietro le proprie spalle.

Così va il mondo, caro Carluccio Ceccarelli! E con un’ulteriore beffa: quando viene rinviato a giudizio uno di “loro” scatta, immediatamente, e talvolta giustamente, un fuoco di sbarramento che ci ricorda che il rinvio a giudizio non è una condanna e che una condanna è tale solo dopo tre gradi di giudizio. Vale per “loro”, Carluccio, non per te e i tuoi “ex camerati” che hanno lasciato “la casa del padre”.

Voi, nel giudizio popolare (loro se ne intendono di tribunali del popolo!) siete già condannati e dannati: la colpa, però, è solo e solamente vostra. Qualcuno te lo aveva già preannunciato (vedi) e quindi, “mal voluto non fu mai troppo”.

Torneremo – eccome se ci torneremo! – sull’argomento. Nel frattempo, se il mondo fosse fatto di uomini seri e non di Brunello di Montalcino, i colleghi della giunta dei Sindaci di “allora”, di quando insomma era Presidente della Comunità Montana Carluccio Ceccarelli, in base a un preciso accordo politico, dovrebbero autodenunciarsi perché delle due l’una: o erano una manica di inetti e incapaci, quei sindaci componenti la Giunta della ex Comunità, o il giochetto è stato davvero diabolico, da “premio Nobel”.

Questa è solo la prima puntata. Ci torneremo sopra abbondantemente, anche perché fra i sette firmatari dell’esposto in procura da parte del Comitato Recupero Ammanco figura anche la mia firma.

Sento l’obbligo e avverto il dovere morale di rendere edotto il mio “ex” (sono vietate le risatine!) del perché e del come si possa arrivare al paradosso di incriminare l’ultimo dei Moicani dopo che i catto-comunisti hanno fatto incetta di scalpi nella grande riserva che si chiamava Comunità Montana.

Così il nostro amico Ceccarelli, lasciato a comandare l’avamposto dei morituri in Comunità, nel frattempo potrà decidere se difendersi attaccando oppure confidare in una difesa dei suoi confratelli Sindaci di allora.

Magari cominci a scegliersi un avvocato che poi non si dimostri incompatibile: è già accaduto. Ma, anche lì, le cose non sono andate secondo i desiderata.

Siete curiosi? Tempo al tempo…

[Felice De Matteis]

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[Intervento di critica e commento ex artt. 21 Costituzione e 10 della Convention européenne des droits de l’homme]

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