con i piedi a mollo. LA FAMIGLIA ESPOSITO: ALLUVIONATA SENZA TREGUA.

Vicenda kafkiana quella della famiglia Esposito/Zafferoni (ma non sola) che vive nel margini del fosso Settola e viene alluvionata a ogni riempimento d’acqua: un tormento angosciante non solo per loro tutti, ma per l’intera comunità del borgo di case che si sfoga con la stampa chiedendo attenzione al caso. Del resto, essendo una questione puntuale e particolare, la politica la “rinvia” sperando nell’intervento del Governo. Ma è anche pervenuta una esplosiva lettera dalla Regione Toscana.

AGLIANA. Incontriamo la famiglia Esposito/Zafferoni che è, purtroppo, delusa ed esasperata (il termine non potrebbe essere più azzeccato) perché essendo collocata al piano terreno, di una casa in via Garcigliana di Agliana a ogni pioggia intensa, con il livello di piena del prospiciente fosso Acqualunga, vede infiltrarsi l’acqua dalla falda e risalire subdolamente all’interno della loro casa. Non una spisciata: ma ben10 centimetri di acqua su tutto il piano terreno.

Subdolamente, precisiamo, perché l’alluvione d’acqua, avviene senza un apparente alluvione in esterno: non si deve verificare l’esondazione del vicino fosso di campagna (la zona è quella di Carabattole, con i mega impianti di invaso di acque che dovrebbero entrare in funzione, ma non funzionano ancora!) e che li vedono esposti a un bagnamento sistematico della loro casa: l’acqua non entra dalle porte, come si potrà intuire, ma dalle murature.

Ingresso della casa; si vede lo stivale?

Altra immagine dell’ingresso

I tecnici del Consorzio Ombrone sono stati categorici: il fenomeno è dovuto alla presenza di una falda superficiale che infiltra l’acqua del fosso all’interno delle partizioni murarie, che hanno delle infiltrazioni storiche “scavate” dai numerosi episodi di allagamento.

La signora Andrea attende il terzo figlio e vive con angoscia questa situazione inquietante. S’è chiaramente rivolta al Sindaco Benesperi, ma Bimbominkia ha passato la patata bollente all’agronomo vicesindaco (ma l’assessore ai LL.PP. Agnellone Ciottoli non c’entra nulla? È forse incapace di parlare di opere di contenimento delle acque?).

Dal Comune fanno silenzio, anche e soprattutto a una pesante nota della Regione (che scrive anche al Ministero della Funzione Pubblica) con delle specificazioni che avranno una portata significativa e sulle quali torneremo a parlarvi…

Tinello pranzo, l’acqua è entrata dalla falda in pressione per il fosso Acqualunga, laminandosi dalle mura esterne

Altra prospettiva dell’ingresso

Un caso particolare che vede 5 cittadini – ma non solo loro, anche il vicinato comunque esposto alle esondazioni derivate dalla falda/falla – impossibilitati ad avere una normale vita famigliare, costretti quando piove a rifugiarsi al primo piano, in attesa della conclusione dell’ondata di piena come narrato nella canzone di Riccardo Marasco, sull’alluvione di Firenze del 1966.

Non ci dovrebbe essere una concertazione tra i due Assessori per mettere in moto la rugginosa macchina regionale in causa per il rischio idrogeologico e definire delle soluzioni fattive? La casa è li da sessanta anni e i due sfortunati concittadini, l’hanno acquistata ignari del disastro periodicamente indotto dalle piogge non alluvionali. Un caso peraltro non esclusivo nella corte dei vicini di casa, che condividono il medesimo rischio.

Ci spiace sapere che l’Amministrazione non sappia che dire o comunque, rimandi al Governo (così ci riferiscono i coniugi), perché non può agire asserendo che la copertura del servizio è assicurata dal Consorzio Medio Valdarno, che però rimanda a provvedimenti determinativi dell’Amministrazione comunale e regionale: siamo forse di fronte a un altro “gioco dell’oca” orchestrato dal Segretario generale in tandem con la Giunta come fatto con il consigliere misto Nerozzi?

 

Alluvione 1966. Ma in casa Esposito Zafferoni è interna alla casa

Ultima alluvione nella Piana pistoiese, chiaramente laminata all’interno dalla pressione del Fosso Acqualunga tombato. Chi è responsabile se la casa è lì dal 1960?

 

In questa incredibile vicenda, ci stupisce che l’Assessore Baroncelli non abbia ancora attivato un canale diretto con la Regione Toscana per (almeno) risolvere il primo dei problemi: definire le responsabilità e competenze di un intervento che non potrà che essere pubblico, afferendo, la sua magnitudo, nel rischio idrogeologico del territorio.

La vicenda è davvero kafkiana: dopo avere speso qualche milione di euro per gli invasi alluvionali di Carabattole, sembra che sia necessario un altro invaso a Nord, nel Comune di Pistoia.

Grave è che nessuno abbia rilevato le doglianze risalenti a ben tre anni fa; questo è il momento delle prime denunce degli Esposito, adesso abbandonati alla sorte del meteo che sempre più imprevedibile, per i frequenti flash-flow imprevedibili. (prosegue)

Alessandro Romiti

alessandroromiti@linealibera.it

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