CON IL GOSPEL È VERAMENTE NATALE

Joyful Gospel Singers
Joyful Gospel Singers

PISTOIA. I cori gospel sono una di quelle cose che avvicinano il genere umano dotato di una minima sensibilità ad entità superiori. Nel caso specifico, Dio, perché quelle melodie si ascoltano, principalmente, nelle chiese battiste popolate in massima parte da gente di colore, che sono quasi tutti figli e nipoti di braccianti africani emigrati negli Stati Uniti per riuscire a sopravvivere.

Ieri sera, al Piccolo Teatro Mauro Bolognini di Pistoia, i sette della Joyful Gospel Singers, in qualche modo hanno esercitato la stessa analoga emozione sul nutritissimo pubblico che ha riempito in ogni ordine di posti la dependance altrove disposta del Manzoni. Già dall’intonazione con la quale hanno aperto il concerto, Alleluja. Il resto dell’esibizione, è stata, ad onor del vero, il minimo sindacale che potessero regale ai paganti, perché qualcosina di più, diciamocela tutta, avrebbero anche potuto fare Alfred Caston, bass, backing vocals; Albert Mickel, lead vocal; Jan Randolph, lead vocal; Carolyn Shield, keyboards; Meredith Mickel, background vocals, Chandra Grayson, background vocals e Joseph Bruster jr, drums.

Però, a parte uno spettatore, indignato dal fatto che il coro della Louisiana abbia prediletto la conversazione al canto tanto da uscire, bofonchiando, a metà concerto, tutti gli altri hanno apprezzato, gradito e si sono divertiti. Anche perché Albert Mickel, il bandleader, l’anima della formazione, il guascone per antonomasia, sa bene come si porti il cappello, soprattutto a Natale. Dopo alcuni saggi canori infatti, costellati da Carolyn Shield, unica strumentista femminile e Alfred Caston, un suono molto simile a quello più volte ascoltato in piazza del Duomo dalla Lucille di B. B. King, l’epicentro del palcoscenico si è preso la briga di infondere alla platea il coraggio natalizio fatto di musica, parole, speranze, coinvolgendo praticamente tutti nello spettacolo, grandi e piccini.

Prima del gran finale, affidato al brani simbolo, Oh happy day, i sette musicisti hanno deliziato l’antivigilia natalizia con un’interpretazione, classica quanto si voglia, ma pur sempre – o forse proprio per questo – straordinaria, di People get ready, che vi invitiamo ad ascoltare nelle sue innumerevoli interpretazioni, con precedenza assoluta a quella fornita dalla coppia Rod Stewart-Jeff Beck.

Joyful Gospel Singers
Joyful Gospel Singers

Dopo un bis-pilotato, poi, è arrivato il momento di fare cassa e il giovane Joseph Buster, il batterista, si è ripresentato sul palcoscenico con un trolley, nel quale, invece degli indumenti per cambiarsi, erano assiepati i loro Cd, che hanno venduto a chi, di quel Natale, volesse portarsi a casa, oltre che il ricordo e le emozioni, anche un po’ del loro sound.

Anche ieri sera, comunque, non abbiamo potuto fare a meno di dover constatare alcune cattive abitudini. In platea, tra il nugolo di paganti, il vertice del Festival Blues e l’Atp, gli organizzatori dell’evento, aveva riservato ad alcuni privilegiati un posto gratuito, evidenziato da targhette posizionate sulle rispettive poltroncine. Bene, a godere del favore sono stati il Sindaco, Samuele Bertinelli la sua compagna, Aurora Bigoni, l’assessore Elena Becheri con marito e figli e pochissimi altri. La maggior parte dei posti riservati sarebbe rimasto vuoto se al botteghino, poco prima dell’inizio dello spettacolo, certificato il disinteresse dei vip, non avessero provveduto a vendere quei tagliandi che non avrebbero fruttato piacere, né incassi.

Ah, dimenticavamo. La sensazione del totale annullamento della distanza tra noi e l’entità astratta che pareva vigilasse all’inizio del concerto e che si era mostrata in tutta la sua impercettibilità con le prime note di Alleluja si è disciolta come neve al sole quando il concerto è finito e laici come prima, più di prima, ce ne siamo tornati a casa.

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