I PAZIENTI hanno ormai questo nuovo ospedale, le polemiche sulla sua opportunità si sono sprecate ed ancora oggi ci sono molti fascicoli aperti e dubbi e malcontenti di vario genere tra gli utenti ma anche tra gli operatori: sembra che la nuova struttura, il San Jacopo, non possa avere l’agibilità, cioè mancherebbero le condizioni perché il Comune possa aver rilasciato tale certificazione; il pronto soccorso avrebbe problemi di personale, ovvero sembra che i medici del pronto soccorso spesso si trovino a dover far fronte a tutta l’operatività del loro reparto addirittura da soli, senza infermieri o con infermieri non specificamente formati a supportare i loro interventi.
Non basta: come appare nell’immagine che riguarda la richiesta di elettrocardiogramma per un nostro concittadino, c’è da andare a Monsummano, ovviamente tutto a carico dell’assistito, perché la sanità gratuita per tutti, da un bel pezzo, riposa in pace (insieme alle nostre imprese, alle nostre eccellenze, al nostro amor patrio e forse anche insieme alla nostra intelligenza)!
La domanda, retorica ma non troppo, è: perché spendere così tanti soldi per ritrovarsi a dover andare a quindici, venti o trenta km di distanza per ricevere un servizio che al Ceppo veniva erogato tranquillamente?
P.S. – Ah, un altro piccolo particolare. Trascurabile, però. Oggi il ‘fiammante’ San Jacopo è stato (vedi) all’altezza di se stesso: è… andato in fiamme.
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E che dire della scarsità di posti letto per cui si spediscono i malati in altri ospedali? Forse è tutto organizzato a sommo studio per far sì che i familiari rimettano in moto l’economia: si consuma benzina, si usurano le auto, si mangia qualcosa fuori, si acquistano medicinali per allentare la tensione e così via. I malati sono più soli, i parenti sono più di corsa o addirittura impossibilitati ( per orari di lavoro, figli piccoli da accudire, età avanzata che non permette di correre in auto o di usare il treno + autobus o altro, ore e ore ” bruciate “).
Anche Marroni, Abati e colleghi hanno il piacere di rincorrere i propri familiari da un ospedale all’altro?
Speriamo che il nuovo avanzi un po’ meno e che il buon senso e la dignità siano compagni di strada.
Dario Guastini