AGLIANA. Laura Boldini scappa da Leu e rientra nel Pd, facendo abiura delle predicazioni di intento che erano state riposte nel manifesto politico di fondamento dell’associazione partitica che vi riproponiamo: Il nostro orizzonte non è quindi un nuovo/vecchio centro sinistra. Non restiamo in attesa di cambi di rotta e autocritiche del PD, che pure auspichiamo; vogliamo costruire, ora e subito, una forza alternativa, che eviti quei metodi e quelle scelte che hanno portato alla perdita di un’identità definita, regalando spazi culturali e politici alla destra fino alla nascita del governo attuale. Quando si dice un governo “contro” (Salvini) e non un governo per l’Italia.
Aspettiamo di conoscere il pensiero di Pietro Grasso, altro must del pensiero della sinistra primitiva che usa la falce e il martello, ma senza preti al macello, perché ormai, i preti (ma anche le monache), sono tutti con loro.
Letto una parte del manifesto delle ragione della distinzione dal Pd originario viene da chiedersi: che riflessi avrà il fattore Boldrini ad Agliana? La questione della promiscuità della fronda comunista del Guercini è stata sancita in modo categorico e dirimente all’indomani della dichiarazione di “apparentamento” con il candidato Massimo Vannuccini.
Un atto di palese “sconcezza etica”. Dopo 5 anni di ostracismo e una “proposta indecente” (quella fatta dopo la scissione di Mangoni), Alberto Guercini si trova oggi di fronte a un bivio davvero drammatico: tornare – come un buon Lassie – alla casa originaria (e rinnegare dieci anni di contestazioni alle spregiudicatezze politiche del Pd, comunque offuscate dall’apparentamento in nome di una incompresa “fuga dal centro-dx” del giugno scorso e dalle triangolazioni ciampoliniane) o resistere e tentare di fare politica con la dignità e l’onore di un moderno Socrate, bevendosi in un sol gòtto l’amarissima coppa di cicuta predestinatagli dalla diffusione del “pensiero debole” e dalla regia di Mattarella?
Avrà, il Guercini, un colpo di dignità utile a sopportare lo strazio di una consapevole collocazione del destino assoluto al seggio di opposizione? Chissà chi lo sa? Intanto, il rovesciamento del governo centrale avrà rassicurato il consigliere criptocomunista Massimo Bartoli che, da oggi, sarà sollevato dal ribadire di continuo che lui “non ha un pensiero né di destra, né di sinistra”.
Adesso che la Boldrini è rientrata all’ovile (inteso in senso politico, per carità: non ci avessero a querelare perché, per sillogismo, si capirebbe che a sinistra ci sono delle greggi di elettori “non pensanti”) anche il pentastellato Bartoli potrà gettare alle ortiche la casacca dell’indipendenza e dell’originalità che hanno forgiato il pensiero grillino in questi anni inutilmente trascorsi.
Al prossimo consiglio comunale, previsto nella prima settimana di ottobre, non mancheremo: certi di un grande spettacolo, di icchi premi e di cotillons.
Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]