condivisioni. VANNUCCI E LO SCANDALO DELLE PRÈFICHE MONTALESI DI SINISTRA: BUONI I COMUNISTI, DEMÒNI I NAZIFASCISTI

Montale: «Zio, come te non c’è nessuno… Tu sei l’unico al mondo!»

SE TI DICO CHE TI AMO, CREDI A ME!


Un cavaliere libero e selvaggio…

 

MONTALE. Scrive il leghista Vannucci:

NON CI CREDERETE: Il pd, insieme alla lista insieme per Montale ( 5☆ + estrema sinistra), ci hanno bocciato un emendamento alla mozione Segre per la cittadinanza onoraria alla senatrice, dove noi chiedevamo che la senatrice perseguitata dai nazifascisti fosse per i Montalesi simbolo dei perseguitati di tutti i totalitarismi. Emendamento BOCCIATO…..
Hanno fatto finta di non capire per mezzora.
Noi abbiamo votato la mozione, emendata dal PD con annesso il discorso della commissione.
Punto successivo:
Hanno votato contro la nostra mozione sulla risoluzione Europea che equipara il Nazismo al comunismo, così di fatto non ponendosi contro ogni totalitarismo passato e presente. Da notare che la risoluzione in Europa è stata votata insieme da Lega, FDI, FI e PD, astensione dei 5 ☆, anche questo documento a Montale è stato bocciato da PD e insieme per Montale. Le due capogruppo sono andate a fare dei distinguo tra comunismo e nazifascismo, che lasciano senza parole, non solo noi. Questa giunta con questi due voti, si sposta di fatto da una giunta Renziana, ad una giunta della sinistra più radicale.
Ma io pensavo non fosse possibile nel 2020 ascoltare certe cose in un consiglio comunale.
Di fatto, di comune accordo PD e insieme per Montale, ieri sera hanno sostenuto e difeso con tutte le loro forze (i voti) IL COMUNISMO, al quale hanno dimostrato di essere ancora particolarmente attaccati, anche a quelli ancora presenti tipo Cina, o Corea del nord.
Che amarezza! I banchi della dx, per loro radicale e maschia, che fanno di tutto per condividere antifascismo, antinazismo, anticomunismo e portare il consiglio comunale ad un voto unanime contro ogni TOTALITARISMO.
E invece ce lo hanno proibito su due mozioni consecutive.
L’amarezza è tanta, ma fa capire chi abbiamo davanti, una volta per tutte sappiamo chi sono i veri NOSTALGICI in questo paese. Buona domenica.


Franco Vannucci con Matteo Salvini

 

CHI L’HA DETTO, Vannucci, che il comunismo è finito? L’hanno detto i comunisti. E lei, Vannucci, si fida dei comunisti? Mangiavano i bambini, mangiavano i preti, avevano la censura come i nazisti e i fascisti (oggi cinesi e ciccioni coreani del nord più tutto l’Islam), aprivano campi di concentramento per russi, ebrei e strolaghi chiamandoli gulag (sempre per il bene del popolo) e lei si fida di questa gente?

Erano moralisti (come ora le sue donnine di Montale), ma Togliatti e la Iotti s’appartavano nelle oscurità delle Botteghe Oscure (posto migliore non poteva esserci, peccato che l’abbiano mollato), non potevano vedere i gay (oggi li abbracciano e non li mandano più in galera: in Russia sì, ma in Italia no, perché anche un voto fa peso…) e il sindacato era il loro schiavo, una Cgil davvero accoccolata ai piedi del partito come un cane fedele.

Ma di fatto che è cambiato? Essere comunisti non vuol dire militare nel Pcus o nel Pci: essere comunisti significa avere il cervello non più grande di una noce e, come dice il proverbio, «donne, ciuchi e noci, voglion le mani atroci».

Essere comunisti significa avere in testa lo schema logico deduttivo di Stalin: una parte ha ragione e l’altra ha torto; noi siamo intelligenti e i non-noi sono cretini e devono essere presi a calci. Oppure condividere e apprezzare senza discutere le nostre opinioni di giusti: la Segre è e resta ebrea, perché la sinistra sta coi palestinesi.

Esempi brillanti le “pippole”, le “dardànidi” e, in generale, le pie donne della chiesa del PoDere: quelle che d’ideologia si fan le pere. Che ridere, Vannucci! Non è contento? Don Ferdinando, suo alcalde, dovrebbe aprire – a Montale –, magari in qualche stanza dell’abbazia (degna sede delle monache del partito), una bella colonia felina, perché le pasionarie (ma ogni voto è necessario come un insetto fra le zampe di una mantide) si comportano come le gatte: quando una ne va in estro, entrano in risonanza tutte e si scatenano come un favo di calabroni che si autoinferociscono.

Deve smetterla, ormai che è grande, Vannucci, di stupirsi. Finché si rincozzano fra loro come le palle sul tappeto verde del biliardo, non le ferma nessuno – salvo che poi, quando hanno esaurito la loro forza cinetica, o finiscono in buca oppure si fermano, isolate, sul piano di pannolenci verde.

A Montale sono le pasionarie che lavorano nel PoDere

Il pericolo che rappresentano, Vannucci, è in buona sostanza assai relativo: solo nella fase iniziale, quando cominciano a rimbalzare e a scompisciarsi, possono colpire. Ma alla rinfusa; e anche in questo caso il danno è poco perché, per una legge matematica maschilista, incontestabile anche da parte delle donne d’azione, le sfere si toccano in uno e un solo punto; la loro superficie è, infatti, curva.

Ma perché sono così vivaci e cinetiche, aggressive e mordaci? Perché, anche se loro non lo sanno, quando sono tali e movimentate, significa – a detta di un grande filosofo frocio, Platone – che sono “incomplete” e alla spasmodica, disperata ricerca di ciò che non hanno: l’altra loro metà, un loro natural completamento psichico-spirituale. Sono, insomma, secondo “Spalle larghe” (leggi Platone), infelici.

Un surrogato di questa loro metà (per Platone siamo tutti fatti a sfera, ma poi siamo stati tagliati in due come un arancio e stiamo smaniando di riunirci alla nostra altra metà: la prova ne sarebbe l’ombelico, una sorta di nodo sul taglio, perché le budella non ci scàppino di dentro) sembra essere Facebook, con cui – come anche fin troppi maschi maschilisti o moscioni, a scelta, a uso Napalm51 di Crozza –, credono di completarsi esprimendo le loro parole in libertà. Quando la trovano, la loro metà perduta, si «ammucciano» (= nascondono), direbbe Montalbano, in un cantuccio e stanno buone in quanto soddisfatte e in pace con se stesse.

Ovviamente più s’agitano e più mostrano la loro incompletezza perché «chi sta bene non si muove». Fanno un po’ come don Biancalani (vedi): hanno bisogno di visibilità per poter credere di esistere.

Non è uno scherzo né una maldicenza, Vannucci. Se ieri sera avessero votato con lei, chi avrebbe parlato di loro stamattina? Nessuno. Ecco perché hanno deciso di scioperare battendo i piedini e facendo le intellettuali del distinguo.

E non si meravigli dei 5 Stelle: un albergo, come dice Sgarbi, non ha un proprio pensiero. Infatti ieri odiavano il Pd e oggi se lo slinguano da cima a fondo come un cono alla crema o al cioccolato.

A proposito di unioni civili…

Calma, Vannucci! Questo innesto innaturale di pero e di fico (lei, campagnolo, lo sa che il fico non s’innesta, vero?), è solo questione di tempo, ma seccherà: come la famosa storia della sifilide e del pisello che andava tagliato, con l’ultimo dermatologo – il più intelligente – che dice al malato: «Non importa tagliarlo… Gli altri non hanno capito nulla: il pisello le cadrà da sé!».

Lei ha un bellissimo cavallo. Faccia una cosa saggia e carina. Al prossimo consiglio comunale si metta una maschera da Zorro, arrivi nella ridicola aula consiliare di Montale, dove la gente è coperta dalle colonne (che fanno dietro? Quello che i dipendenti comunali fanno ogni mattina alla buvette di Ferdinando?) e poi, con mosse imprevedibili, tracci delle belle Z sulla fronte dell’alcalde e delle sue moralistiche prèfiche piagnucolanti contro il dilagare del maschilismo che le opprime e le asfissia.

Può darsi che, con un salasso, cali loro la pressione politica e riescano a calmarsi un po’ senza voler difendere quell’infamia che è stato il comunismo nel mondo!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Mi tremano le mutande, disse Paolo Canessa durante il processo Pacciani,
quando Mario Lotti, il postino, in aula, gli augurò un bel cancro


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