confesercenti prato. “GREEN PASS PER DIPENDENTI. SOLO RISPETTANDO LE REGOLE SI TORNA ALLA NORMALITÀ”

Il presidente provinciale Stefano Bonfanti alla vigili della introduzione del Green Pass nel mondo del lavoro

Bonfanti (Confesercenti)

PRATO. Oramai siamo a poche ore dal fatidico 15 ottobre, che segna la data ultima per gestori e proprietari e soprattutto personale dipendente delle attività commerciali per mettersi in regola e far sì che tutto il personale sia dotato di Green pass. Pena congelamento dello stipendio e sospensione dal posto di lavoro, come previsto da obbligo di legge.

Il Green pass per i mesi autunnali e invernali sarà importante per le attività commerciali e della ristorazione. È quanto sostiene Confesercenti Prato, pensando in particolare alla possibilità ridotta di usare gli spazi esterni.

“Se non si raggiunge il livello massimo delle vaccinazioni – afferma Stefano Bonfanti, Presidente provinciale di Confesercenti Prato– ci saranno conseguenze negative per tutto il mondo della piccola impresa commerciale. Sia chiaro a tutti la Confesercenti di Prato – continua Bonfanti – è a favore della campagna di vaccinazione e riteniamo utile in generale l’uso del Green pass che sta diventando una sorta di passepartout per scongiurare la chiusura della attività commerciali.

Non ci nascondiamo le difficoltà dei prossimi giorni e delle prossime settimane. Dalle procedure dei controlli del green pass per i nostri dipendenti alla eventuale mancanza di personale dovuto alla assenza dai posti di lavoro del personale no vax. Ancora non abbiamo un quadro preciso di quanti saranno i dipendenti delle nostre attività che non saranno in possesso del green pass. Siamo preoccupati.

Lo Stato metta in condizione i lavoratori di fare le proprie scelte, ma anche le imprese di non subire l’ennesimo contraccolpo economico. Un conto è sostituire un interno di cucina, per esempio e con il rispetto dovuto, un conto uno chef o un sous-chef che ha una specializzazione unica. Occorre trovare un punto di equilibrio tra l’importanza primaria di garantire la salute del dipendente e dei suoi colleghi e le necessità di una azienda di non subire contrazione di fatturato e di incassi senza avere alcune responsabilità.

Gli imprenditori devono ovviamente provare a persuadere i propri dipendenti a sottoporsi al vaccino, ma non possono obbligarli e né possono pagare le conseguenze economiche di queste difficoltà.

Primo passo verso la normalità è “far sì che imprese e gestori incoraggino i dipendenti a vaccinarsi e collaborino”. Per le condizioni in cui versano oggi le attività, “i datori di lavoro non possono sobbarcarsi il costo di passare tamponi ai dipendenti, dovrebbe essere loro a premunirsi”, è quanto sostiene Confesercenti Prato.

Capiamo le difficoltà, ma un’attività a norma – conclude Bonfanti — è un’attività che, oltreché mantenere i posti di lavoro a tutti, titolari e dipendenti, garantisce soprattutto sicurezza ai clienti contribuendo ad uscire da questa pandemia che ci ha messo tutti in ginocchio.

[confesercenti prato]

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