con…fusioni. L’ASSEMBLEA DEL COMUNE

Il volantino
Il volantino

SAN MARCELLO. Una trentina le persone presenti. Al tavolo di presidenza il sindaco Silvia Maria Cormio, l’assessore alla cultura Alice Sobrero, i consigliere di maggioranza Alessandro Olivari e Lorenzo Mucci e quello di minoranza Silvio Gaggini.

Tra il pubblico i consiglieri di maggioranza Sabrina Innocenti e il Vicesindaco Sonnj Paccagni, gli ex-sindaci Moreno Seghi, Valerio Sichi e Sauro Romagnani, gli attivisti dei 5 Stelle con i consiglieri regionali Enrico Catone e Gabriele Bianchi, il presidente dell’Ecomuseo della Montagna Pistoiese Emanuela Geri e Antonio Orlandini direttore della Dynamo Camp ed ex-presidente del Comitato per la fusione dei quattro comuni.

Silvia Maria Cormio

Il Sindaco di san Marcello evidenzia l’aspetto degli incentivi economici legati al processo di fusione.

“Il Comune di San Marcello ha risorse scarse e può contare solo (?!) su 60 dipendenti di cui solo 13 operai di cui 6 messi sul servizio dei rifiuti, mentre su Piteglio gli operai sono 3. L’unico modo ad oggi per sopravvivere e mettere insieme le forze per avere un unico riferimento degli uffici amministrativi, creando anche nuove aree come per esempio quella della progettualità per poter partecipare ai bandi europei. In questi processi di fusione prevale la paura della perdita dei campanilismi. Sulla montagna la storia ha le stesse radici, pertanto noi dobbiamo mettere insieme le varie comunità per dare servizi migliori. L’unione fa la forza”.

Alessandro Olivari

Per il Presidente della Commissione Comunale Affari Istituzionali, la fusione è un’opportunità unica e forse è anche l’ultima.

“Il progetto era partito da tempo ed era il punto più qualificante della lista che ha vinto qui, come anche per la lista di Piteglio. La fusione era prevista a quattro e questa a due è un matrimonio d’interesse. Gli incentivi previsti non sono una tantum ma si protrarranno nel tempo e rappresenterà un discreto gruzzolo su cui i futuri amministratori potranno contare. L’alternativa alla fusione a due è rimanere così come siamo, gestendo alla meno peggio il lento declino”.

assemblea fusione san marcello
Un momento dell’assemblea

Alice Sobrero

Per l’assessore alla Cultura del Comune di San Marcello, definitasi “forestiera”, il territorio della Montagna Pistoiese è omogeneo soprattutto per la sua tradizione e cultura.

“Il matrimonio è sicuramente d’interesse. Già culturalmente siamo omogenei. L’Associazione Ecomuseo della Montagna Pistoiese da Pontepetri all’Abetone ha messo in rete delle realtà culturali già presenti sul territorio, pensate con un’unica testa. Con un’unica testa le cose funzionano e questo è un solo un esempio sulla cultura ma un altro esempio è sulla scuola, dove l’istituto comprensivo della Montagna Pistoiese già lavora su tutta la Montagna. Il passaggio istituzionale è quindi scontato e forse tardivo”.

Emanuela Geri

Per il Presiedente dell’Associazione dell’Ecomuseo della Montagna Pistoiese si deve tornare al Capitanato della Montagna del 1400 in cui il territorio era alle dipendenze di Firenze.

“La Montagna Pistoiese storicamente è stata gestita come Capitanato della Montagna fin dal 1400 che riferiva direttamente a Firenze. Quindi nel Capitanato della Montagna ci stavano tutti i comuni, che per caratteristiche di persone di tipologia di attività che vi si svolgono è un territorio che si può considerare come un unicum. Poterlo governare con dei confini che lo comprendono tutto è positivo perché se si deve gestire la pianificazione territoriale non ci si può limitare al piccolo comune. Ci sono però anche delle criticità, perché zero più zero fa sempre zero e se i dipendenti comunali non ci sono né a San Marcello né a Piteglio, non ci saranno neanche nel nuovo comune”.

Gabriele Bianchi
Gabriele Bianchi

Gabriele Bianchi

Per il Consigliere Regionale del Movimento 5 Stelle la partecipazione e l’ascolto dei cittadini deve essere alla base dei processi di fusione. Sì alle fusioni ma senza imposizioni dall’alto.

“Come movimento ci sarebbe piaciuto una fusione a quattro, ma gli argomenti portati in commissione dai Sindaci di Abetone e Cutigliano hanno evidenziato un concetto contrario rispetto a quanto sta emergendo e cioè che questi due comuni niente hanno a che vedere con Piteglio e San Marcello.

“Voglio ricordare la Costituzione in uno dei suoi articoli dice che la sovranità appartiene al popolo. Quindi gli strumenti referendari di consultazione dovrebbero essere fondamentali e prioritari. L’espressione dei cittadini dovrebbe essere messa avanti anche al volere dei consigli comunali.

“L’On. Caterina Bini ha fatto molto per il ripopolamento della montagna, ma il Partito Democratico deve mettersi d’accordo, perché se si fanno delle politiche di ripopolamento, dall’altra parte Enrico Rossi non può chiudere o ridurre i presidi sanitari. Come Movimento 5 Stelle ci dichiariamo favorevoli alle fusioni ma senza imposizioni”.

Partito Dominante: Moreno Seghi
Moreno Seghi

Moreno Seghi

Per l’ex Sindaco di San Marcello ed ex presidente della Comunità Montana la fusione è un’opportunità da cogliere perché di risorse ne ha avute poche.

“Noi non siamo frettolosi: di fare un comune unico della Montagna Pistoiese se ne ragiona almeno da 30 anni, poi sono state inventate le Unioni – ops… piccolo salto e la Comunità Montana? n.d.r. – prima a livello nazionale e poi a livello regionale, ma ci siamo accorti, salvo rarissime eccezioni, che invece di favorire i processi di unificazione complicavano il terreno. Le unioni sono enti in più.

“Fare l’unione è fare un’ente aggiuntivo con un altro presidente, un altro segretario, un altro bilancio, un’altra sede, un ente che ha sostanzialmente altre spese e rappresenta una complicazione. Il comune unico sarebbe stata la soluzione migliore. Il territorio ha una storia comune anche se c’è stata una cesura non del tutto ininfluente.

“L’identità dell’Abetone è un po’ un’identità fascista, nata nel periodo fascista e probabilmente si porta un po’ dietro questo retaggio e anche questa è storia. È una realtà che finalmente riesce ad avere il comune in un determinato periodo, peraltro recente, e forse non la vuole disperdere o annacquare in altro modo. Lo predo come un dato da considerare. Mentre gli altri comuni si perdono più in la nel tempo.

“La nostra identità è quella dei castelli medievali che è rimasta nei paesi: provate a dire ad uno di Gavinana che è di San Marcello. Non c’è quindi un problema d’identità di campanili. Certo va vista la storia, ma ha me fa più paura guardare in avanti. Qual è il futuro della montagna se non si riorganizza? Il progetto della fusione va colto per le opportunità finanziarie perché senza soldi non si fa niente. Bisogna pensare a costruire un futuro e la macchina amministrativa deve essere adeguata.

“Spero che questo passaggio amministrativo sia provvisorio e che si possa riaprire una partita più ampia dove verranno ridefiniti anche i confini amministrativi. Quando siamo a Pontepetri chi se ne accorge se siamo nel Comune di Pistoia o in quello di San Marcello? – come dargli torto le buche nelle strade ci sono dappertutto, n.d.r. –. Rimanendo da soli non si va da nessuna parte. Nei comuni più ampi c’è anche una maggior qualità della classe politica, piuttosto che nei comuni più piccoli, perché nella maggiore quantità ci sta anche la migliore qualità. È un’occasione per prendere incentivi ma ci deve essere un progetto. È un opportunità da cogliere per un territorio che di risorse ne ha avute poche – poche o sprecate? Cii progetto motore, comunità Montana? n.d.r.”.

Luca Lorenzi

L’attivista del Movimento 5 Stelle si domanda che fine farà l’Unione dei Comuni e se non meriti perseguire ancora la soluzione a 4 comuni.

“L’Abetone ha detto di no, ma questa fusione verrà fatta, lei Sindaco, ha sentito il suo collega dell’Abetone per fare un percorso comune che porti ad un comune a quattro?”.

Valerio Sichi
Valerio Sichi

Valerio Sichi

Anche per l’ex Sindaco di Piteglio ed ex Presidente della Comunità Montana l’occasione va colta perché permetterà di avere risparmi derivanti da una migliore organizzazione della macchina amministrativa.

“A Piteglio è già stato costituito il comitato per il sì in modo da supportare il processo di fusione.. Mi riconosco nella posizione che vuole la montagna dovrebbe essere amministrata da un unico comune composto dai quattro comuni.

“Gli 11 milioni che arriveranno in 10 anni sono una cosa eccezionale. Come potranno essere utilizzati, non essendo candidato ad utilizzarli, non lo so, ma si possono ipotizzare investimenti su infrastrutture, investimenti in servizi, riduzione delle tasse a cittadini e imprese. Tutto ciò rappresenta una grandissima opportunità di ripresa per la nostra montagna.

“Importante è anche la razionalizzazione dell’apparato amministrativo del nuovo comune. Il territorio ha strumenti amministrativi pensati nel 500 con l’ultimo ritocco fatto da Mussolini nel ’36. Chiaro che sono confini che non corrispondono più al livello economico e sociale in essere. Erano pensati quando ci si muoveva con il cavallo e la diligenza. I cittadini hanno in mano ora, per la prima volta nella storia della Montagna Pistoiese, la possibilità di decidere il nuovo assetto istituzionale.

“Un fatto questo importante, basti pensare a Napoleone, il Granduca e Mussolini, personaggi che di democrazia… non non è che andavano a chiedere cosa doveva essere fatto – mica come i democratici seri di oggi che prima spendo soldi per chiedere ai cittadini cosa deve essere fatto e poi fanno comunque come gli pare! n.d.r. –. Mettendo insieme due macchine amministrative dove oggi ci sono due uffici amministrativi, due uffici che fanno gli stipendi, due uffici di segreteria, due di tutto, mettendoli insieme si capisce che si va a una razionalizzazione e si liberano risorse.

“Vengono fuori risparmi di risorse finanziare da investire in altro. È nell’interesse dei cittadini dei cittadini di Piteglio e San Marcello, andare al referendum e votate sì, altrimenti non saremo credibili e non ci potremo più presentare da nessuna parte a piangere perché non ci prenderanno più in considerazione”.

Sauro Romagnani
Sauro Romagnani

Sauro Romagnani

Per l’ex Sindaco di San Marcello il non aver fatto la fusione dei quattro comuni è dipeso da piccoli egoismi.

“Chi pensa di potersi salvare da solo a fatto male i conti. La regione Toscana di contro non è stata proprio lineare nell’interpretazione del voto e ha determinato delle incomprensioni”.

Silvio Gaggini

Il consigliere di minoranza della lista “Cambiare si può”:

“Sono favorevole senza entusiasmo. Negli ultimi 8 anni ho avuto modo di vivere il processo amministrativo del Comune di San Marcello e di condividere il percorso che ci vedeva indirizzati verso una fusione in un unico comune che identificasse l’intera area della Montagna Pistoiese. Intento condiviso da tutti. Quella era l’occasione per fare un salto di qualità, cosa non avvenuta per colpa del sentimento di tanti montani, arroccati sulle loro posizioni e che hanno costruito tanti piccoli disamori”.

[Marco Ferrari]

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