CONSEGNATE LE ONORIFICENZE DELL’ORDINE AL MERITO DELLA REPUBBLICA ITALIANA E DUE MEDAGLIE D’ONORE

La cerimonia si è svolta ieri pomeriggio presso il Chiostro di San Domenico

Le autorità e i nuovi cavalieri

PRATO. Ieri il Prefetto di Prato, Dott.ssa Adriana Cogode, presso il Chiostro di San  Domenico in Prato, ha consegnato quattro Onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e due Medaglie d’Onore concesse a cittadini italiani deportati ed internati nei lager nazisti.

Alla Cerimonia hanno partecipato Autorità civili e religiose, tra cui il Vicario del Vescovo di Prato, i Sindaci e il Presidente della Provincia, i Vertici locali delle Forze  dell’Ordine, i Rappresentanti delle Istituzioni e delle Associazioni di Volontariato del  Territorio e il Rappresentante A.N.E.D.

Le Onorificenze di Cavaliere dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana” sono state conferite:

  • al Sig. Francesco Ciampi, figura di rilievo nel panorama produttivo e culturale della  città;
  • al Sig. Roberto Dreoni, imprenditore tessile, che, nella prima fase della pandemia,  dopo aver convertito parte della produzione della propria azienda in quella di  mascherine, ha donato i primi lotti alle Istituzioni del territorio e all’Ospedale  pediatrico “Mayer” di Firenze;
  • al Dott. Tommaso Giglio, il quale, dopo una carriera prestata all’Arma dei  Carabinieri e ad importanti incarichi operativi, ha continuato a servire la comunità  svolgendo attività di volontariato sia in ambito parrocchiale che presso la Caritas;
  • alla Prof.ssa Marzia Guarnieri, che, nelle sue funzioni di insegnante e formatrice, assolte con senso del dovere e spiccato spirito di servizio, ha sempre dimostrato altissima professionalità e profonda umanità, in particolare nel delicato incarico presso la Casa Circondariale di Prato.

Le due Medaglie d’onore sono state consegnate ai figli di due deportati italiani nei  lager nazisti, i Signori Danilo Mattei e Raffaele Faluotico.  Entrambi hanno vissuto le esperienze traumatiche della prigionia nei lager nazisti e della guerra, dalle quali  sono stati segnati per il resto della loro vita, portando dentro di loro le sensazioni  dell’angoscia della morte, della fame e della fatica del lavoro in schiavitù.

Il Prefetto, nell’introdurre il suo saluto, ha tenuto a sottolineare come la cerimonia,  grazie alla disponibilità del Vescovo, Monsignor Giovanni Nerbini, si sia svolta nel  Chiostro di San Domenico, dove è in corso la mostra di arte sacra dal titolo «Noli me  tangere», “a dimostrazione di una ripresa verso la normalità e soprattutto verso la  fruizione della bellezza, dell’arte, della cultura nel modo migliore: incontrarsi, scambiarsi idee, impressioni ed opinioni, rivivere quella libertà di partecipare ad  eventi che accomunano le persone nell’interesse o nella passione verso una delle  tante manifestazioni dell’essere umano”.

L’intervento del Prefetto

Le parole del Prefetto hanno avuto come filo conduttore il concetto di partecipazione, inteso come momento più alto di espressione di libertà e  democrazia e “cioè come intesa, confronto, dialogo, assunzione di responsabilità,  opportunità di fare scelte, di convincersi di un’idea e di ascoltare rispettosamente  quella degli altri”, accennando anche ai pericoli di una partecipazione che scaturisce da informazioni a volte fuorvianti, la cui superficiale accondiscendenza mette a rischio la capacità di soppesare il valore delle scelte individuali e dei propri giudizi:  “l’informazione quindi rimanga un mezzo, uno strumento per accrescere autonomia  di pensiero e di scelta, per illuminare le menti e favorire la cultura”.

Sempre a proposito della partecipazione, il Prefetto ha tenuto a rimarcare il valore della memoria e della consapevolezza, con riferimento non solo a coloro che hanno  combattuto per la libertà, affrancandoci dal pericolo della dittatura nazi-fascista,  “ma anche [a] coloro che hanno lottato, restando drammaticamente vittime, per liberarci da ogni forma di prevaricazione e di violenza, contro il terrorismo, la mafia, la corruzione ed ogni forma di pericolo per la libertà individuale, collettiva ed economica di cui la Carta costituzionale si fa custode e garante”.

Quella partecipazione che, espressione del senso di comunità e del valore civico della consapevolezza, ha avuto perfetti testimoni negli eroi della resistenza e in  “tutti coloro che nelle istituzioni, nelle Forze di polizia, nella politica, nella società civile, sacerdoti, semplici cittadini, sono stati e sono tuttora quotidianamente impegnati per affermare la legalità, per restituire dignità alla libera determinazione della persona, al vivere civile onesto e democratico”.

Attori della «resistenza» sono stati anche “coloro che hanno fronteggiato la pandemia, che hanno superato sé stessi sopportando sacrifici fisici e psicologici per  salvare il prossimo; […][si pensi] ai nostri sanitari e al personale infermieristico che hanno combattuto con professionalità e tenacia contro il virus. Gli insegnanti, che in fretta, hanno riadattato i modelli tradizionali dell’istruzione con la didattica a  distanza. I Sindaci. I volontari, uniti tutti nella missione solidaristica di supporto in  favore dei cittadini e delle Istituzioni. Le Forze di Polizia che hanno esercitato con  grande equilibrio e buon senso i compiti di vigilanza e controllo per l’attuazione delle misure di prevenzione sanitaria. Così anche la Polizia Penitenziaria, che […][ieri] ha celebrato il 204° annuale, e che silenziosamente, ma con massima professionalità,  insieme alla direzione carceraria, ha saputo governare la difficile gestione pandemica dentro le mura dell’Istituto ed assicurare ai detenuti dignità e sicurezza,  con il contributo fattivo dei sanitari”.

Il Chiostro di San Domenico

Nella fase della ripresa saranno ancor più necessari e stringenti l’impegno e la coesione istituzionale affinché gli ingenti finanziamenti in favore dello sviluppo siano indirizzati alle imprese sane, “a tutela dell’economia legale anche in questa provincia, la cui solida vocazione industriale va preservata e protetta nell’interesse delle imprese, dei lavoratori, dei giovani”.

Il Prefetto ha ricordato anche l’importanza di esaltare il ruolo del cittadino dentro lo Stato ed il valore della coesione istituzionale affinché le singole azioni della Pubblica Amministrazione, pur nella diversità delle competenze, trovino un momento di  sintesi e garanzia dei diritti costituzionali, nell’interesse dei cittadini e del pubblico bene.

Il Prefetto ha inoltre richiamato alcuni passaggi del discorso di Mattarella in occasione del 2 giugno ed i riferimenti alla storia della Repubblica, definita dal Presidente “Storia degli Italiani e della loro libertà”.

Ha altresì rivolto un messaggio augurale ai giovani affinché colgano il momento della ripresa dall’emergenza pandemica come un’opportunità, attraverso la  consapevolezza di essere attori della ricerca di una qualità della vita personale e collettiva incentrata sul rispetto delle regole, sulla speranza e la fiducia.

Ha concluso il suo discorso citando le parole di Anna Frank riguardo la bellezza della vita e la felicità. Ha infine espresso il cordoglio per le vittime del COVID e ringraziato tutti coloro che si sono prodigati durante l’emergenza sanitaria, con particolare riferimento “ai cittadini e alle famiglie che con compostezza e senso civico hanno reso possibile affrontare la durissima sfida di molte privazioni” e a tutti i dipendenti  della Prefettura che, con senso del dovere, hanno garantito la continuità dei servizi.

[sannino – prefettura prato]

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