PISTOIA. È caldo, la piazza del Duomo bolle e risuona dei rumori del cantiere per la costruzione del grande palco del luglio.
Nell’aula consiliare sta per andare in scena l’ultimo atto dell’attività amministrativa svolta, la discussione e approvazione del rendiconto della gestione 2015.
La minoranza richiede subito la presenza dei revisori dei conti. L’assessore al bilancio, Palagi, aveva già annunciato che non avrebbe esposto nessuna relazione e nelle more nessuno interviene, finché prende la parola il consigliere Melani del Pd che dà il suo giudizio positivo.
Siamo al rendiconto su un esercizio molto difficile – dice più o meno Melani – che ha visto macro partite in palio e la necessità di arrivare a bersaglio, meno 913mila euro è un risultato cui siamo giunti decidendo di non indietreggiare sull’erogazione dei servizi e di contenere la spesa.
Ammette, anticipando le obiezioni che per tutto il pomeriggio si sarebbero susseguite, che non è piacevole utilizzare gran parte degli oneri di urbanizzazione per far pareggiare il bilancio o per tendere al pareggio. Ma è diventato un dato strutturale.
Del resto il disavanzo in due annualità dovrà essere ripianato per legge. Il consigliere di maggioranza ha poi chiesto come si dovrebbe agire diversamente: secondo l’opposizione che si dovrebbe fare?
Prende la parola il consigliere Del Bino M5S, che esterna il suo disagio per la mancata presentazione del documento da parte dell’assessore Palagi. Teme che sia il segno di una nuova modalità di fare politica, frettolosa, opaca. Tanti cittadini non potranno conoscere i punti cruciali di questo bilancio – dice il consigliere pentastellato – la presentazione fatta dall’assessore poteva esser breve, ma significativa.
Poi arrivano le denunce, affitti non riscossi, bandi andati deserti, diminuite di 212mila euro le spese per attività culturali, da 44mila solo 14mila euro sul turismo.
Il maggior dispiacere è la cura dell’assetto idrogeologico da 200mila euro previsti si è speso 90mila, troppo poco per garantire il territorio. Dimezzare è un brutto segno.
Il consigliere di opposizione Patanè, brevissimamente annuncia che intende uscire dall’aula perché il ritardo dei revisori dei conti non è giustificabile né alcuno si è preoccupato di avvertire.
Salgono voci sconfortate per la mancanza di anima in consiglio, scarsa partecipazione secondo il Dott. Lattari, poca reattività.
È la volta di Margherita Semplici: dal punto di vista dell’impostazione generale il consuntivo 2015 è del tutto omologo a quelli degli scorsi anni, nessuna modifica né riduzione della spesa, l’unico dato riscontrato di particolare rilievo è il calo dello stock di debito complessivo, se leggiamo il bilancio in termini ragionieristici si abbassa la rata annua in conto capitale e si liberano entrate correnti per coprire le spese.
Se si guarda dal punto di vista politico tutti questi vantaggi forse non ci sono. Ecco il ragionamento: l’amministrazione ha impegnato somme per 5 milioni per gli investimenti realizzando il 10% dell’iniziale programma delle opere pubbliche preventivate. Se gli interventi davvero utili sono stati realizzati in minima parte che risultato è? Il miglioramento, innegabile, è collegato all’aver allungato i mutui di 30 anni.
Non ci sono giustificazioni, non si dovevano utilizzare gli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente e il governo cattivo non c’entra nulla.
Il consigliere Sabella (Fi): manca la relazione dell’Assessore al Bilancio, e il primo intervento è stato fatto dalla maggioranza, queste sono le novità… auspica tout court un cambio alla guida della città…
Il consigliere Gonfiantini del Pd, interviene un po’ risentito perché Lattari aveva sollecitato a esprimersi e afferma che gli interventi a chiamata sono una novità, si può non intervenire, con il silenzio si può rappresentare un disagio o condividere il percorso di un gruppo.
È difficile per chiunque prima per Berti e ora per Bertinelli – dice Gonfiantini – dove agli enti locali si chiede uno sforzo che in Governo centrale non fa.
Potremmo rivedere l’addizionale Irpef, che noi escludiamo fino a 15mila euro ma tutto sommato la parte che più fa male del rendiconto 2015 è vedere che abbiamo ridotto lo stock di indebitamento ma d’altra parte bisogna vedere che abbiamo realizzato cinque milioni di investimento rispetto ai 50 previsti. Piano degli investimenti troppo contenuto. La rinegoziazione dei mutui mitiga i danni.
Nel contraddittorio tra maggioranza e opposizione questi sono i temi che tornano fino all’approvazione finale.
Niente di nuovo, la spesa per il personale non è calata, o meglio si è ridotta di circa tre milioni di euro per il mancato turn over ma non è diminuita significativamente l’incidenza percentuale di quei costi perché è cambiato il denominatore, non sono più conteggiati i costi che ora gravano su Publiambiente.
Lo dice Alessandro Capecchi e lo conferma Alessio Bartolomei, 22 milioni di euro di oneri di urbanizzazione sono andati nella spesa corrente… (continuiamo così facciamoci del male).
Il sindaco ha portato, per qualche minuto, in aula la sua bambina, di sicuro la maggiore e più bella novità della giornata.
[Paola Fortunati]