CONSIGLIO COMUNALE: UN LASCITO E UN PROBLEMA PER I PISTOIESI

La freccia verde indica il condominio in cui ha sede l’immobile oggetto di dono
La freccia verde indica il condominio in cui ha sede l’immobile oggetto di dono

PISTOIA. Tante e importanti questioni in consiglio comunale. Molti gli argomenti relativi a fatti che comportano costi e spese per l’amministrazione e quindi per i cittadini.

Per esempio si è approvato il debito fuori bilancio di 700.000 euro (più tutta una serie di costi che faranno crescere l’esborso dovuto intonro a un milionicino) da pagare ai proprietari dei terreni su cui, negli anni 80, si sono costruite le case di edilizia economica e popolare.

Ieri l’altro, 22 dicembre, i consiglieri hanno anche tuonato contro Publiacqua che ci vessa con tariffe, le più alte d’Italia, e che vorrebbe adeguare (si legga: aumentare) nonostante gli utili milionari che realizza e la rete di tubi d’amianto con cui ci serve.

Ma il momento di sintesi c’è stato verso la fine di ieri, martedì 23. Si trattava di autorizzare l’acquisizione del lascito della Professoressa Rita Flamma. La Preside del Liceo Classico ha lasciato al Comune di Pistoia il suo appartamento in città.

Sul tema è stato presentato, da Alessandro Tomasi, un emendamento del gruppo Pistoia Domani: per chiedere che si accetti il lascito prevedendo però la possibilità di vendere il bene onde poter utilizzare il ricavato a fini sociali come nelle intenzioni della defunta.

La Vicesindaco Belliti ha dichiarato che l’emendamento non era accettabile perché sono già stati incaricati gli uffici che si occupano dei servizi sociali di determinare la destinazione di quell’immobile.

Bartolomei, dal canto suo, in appoggio all’emendamento suddetto, ha dichiarato che, premessa la gratitudine per il gesto dell’estinta, non è automatico che da un bene immobile derivi un vantaggio alla collettività. Il Comune “non ha la testa agli affari – ha sottolineato Bartolomei – , non è un imprenditore, non è tenuto nemmeno ad esserlo e di sicuro non è in grado di comprendere quale danno può derivare dall’acquisizione dell’immobile tout court. Una casa vuota si deteriora e se si prende e non si sa che farne va a finire che è un peso; se si utilizza per emergenza abitativa finisce che viene assegnata a qualcuno che mal si rapporta con gli altri condomini da cui possibili controversie, reclami, questioni…”.

Capecchi ha sottolineato che non si capisce perché si dovrebbe riportare in consiglio la questione, dopo che gli uffici del welfare avranno deciso quale uso farne. Questo è un bene che viene conferito oggi ed entra a far parte del patrimonio immobiliare del Comune, nelle condizioni in cui è, ormai non più utilizzato da tempo, ma diventati proprietari si comincia a pagare, tasse, condominio, manutenzioni e quant’altro.

Nicola Ruganti
Nicola Ruganti

Aldilà dei termini più o meno crudi, il ragionamento è stato questo: accogliamo con gratitudine il gesto dell’estinta che ha lavorato in città per tanti anni. Accogliamo con gratitudine ogni atto di liberalità verso la comunità, ma ciò non deve essere un peso, né finanziario, né di altro genere.

La giunta ha riservato agli uffici che si occupano di servizi sociali, il compito di scegliere la destinazione finale. L’utilizzo a fini sociali, indicati dal testamento, come scopo del lascito, non escluderebbe, peraltro, la possibilità di vendere l’immobile e usare il ricavato per chi ne ha bisogno. Queste le riflessioni.

Infine, però, è prevalsa la scelta iniziale della giunta: decideranno quelli del welfare; e se per decidere ci vorranno mesi o anni e poi ne passeranno altri ancora perché l’immobile avrà bisogno di interventi particolari per renderlo adeguato all’uso indicato… avremo mancato un obiettivo terreno ma dobbiamo portare pazienza, perché come ha detto un consigliere di maggioranza, Ruganti, «Rita Flamma era una vera donna di sinistra, cui siamo tutti grati per la sua opera di educatrice».

Vedi anche: https://www.linealibera.it/al-comune-una-donazione-della-preside-flamma/

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5 thoughts on “CONSIGLIO COMUNALE: UN LASCITO E UN PROBLEMA PER I PISTOIESI

  1. Parce sepulto, però il pistolotto finale del sig. Ruganti :«Rita Flamma era una vera donna di sinistra, cui siamo tutti grati per la sua opera di educatrice»,appare più come dover dire qualcosa che pensare qualcosa.Tanto per far vedere di esistere.
    Questo è il livello mentale e faziosetto di certi figli del popolo………..

  2. Concordo con Tomasi e Bartolomei e ritengo che sarebbe stupido non farlo solo perchè io sono del P.D e quindi loro sono miei avversari (tra l’altro Tomasi mi sembra una persona assai perbene, e non mi rendo conto perchè militi in quel partito). Il Comune non può e non deve assumersi impegni di gestione diretta di quel bene, perdere chissà quanto tempo e farlo così deprezzare. La miglior cosa è vendere e decidere in modo razionale, intelligente, coerente e possibilmente senza sciocche baruffe politiche, cosa si vorrà fare del ricavato; venendo così davvero incontro alla volontà della defunta.
    Piero Giovannelli

  3. Gentile Piero, leggo spesso con interesse i suoi commenti pur ,a volte,non condividendone i contenuti. In questo caso mi permetta però di farle notare come sia fuori luogo, per non dire stupido, il suo assunto “persona perbene-partito politico”. È la rovina del nostro tempo pensare che una cosa sia giusta o una persona sia perbene solo se è come noi la vogliamo o indossa i colori che a noi piacciono. Purtroppo ladri e delinquenti non hanno colore e ne abbiamo esempi ovunque; magari potessimo affidare il nostro paese o la nostra città a persone perbene senza guardarne l’appartenenza politica ma valutandone solo i comportamenti… Credo che ci guadagneremmo un po’ tutti… Saluti

  4. Egregio Michelelando,
    ci mancherebbe che alla mia età non avessi capito che ladri e delinquenti sono ovunque! Detto questo, però, occorre sempre usare un po’ di discernimento e non limitarsi a frasi del tipo “fanno tutti schifo” (sottinteso “allo stesso modo”) Perchè ci sono in particolare personaggi che superano ogni limite della decenza e dovrebbero essere in galera da venti anni, e non a guidare partiti e pretendere, anche con la complicità di quell’ambiziosetto strafottente di fiorentino che ci guida, di partecipare e mettere becco nelle cosìddette “grandi questioni” del Paese. E’ per questo, scusi se insisto, che mi dispiace che una persona come Alessandro Tomasi (ma potrei metterci anche gli altri suoi compagni di strada, che ho avuto occasione di vedere all’opera ed apprezzare in Consiglio Comunale nell’ambito dei lavori riguardanti, ad es, la questione cassa di espansione ai Laghi Primavera, ma non solo) militi, di fatto, in Forza Italia, anche se la sua formazione ha assunto, nella realtà pistoiese, un altro nome, diciamo così, di copertura.
    Cordiali saluti e Buon Natale.
    Piero

  5. Grazie Piero per l’esaustiva risposta. La penso come lei riguardo a quel signore che viene da Arcore, ma nella mia grandissima ignoranza politica mi chiedo dove erano quelli che avrebbero dovuto esserne un ‘ opposizione forte e dura e che avrebbero dovuto contribuire a farlo fuori politicamente. Di certo erano collusi con lui per spartirsi le poltrone e gli anni al governo anche perché’ se non ricordo male i suoi anni si sono alternati con anni di altri che hanno fatto come lui e anche peggio. E ancora se non sbaglio , e’ stato il buon Napolitano a non decretarne la fine quando ha deciso di non farci andare al voto imponendoci quel Monti che ha dato il colpo di grazia a questo disastrato paese!!! Buon natale!

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