Michele Giannini: “Quale contributo hanno dato in questi simili frangenti?
SAN MARCELLO. Su quanto fino ad oggi è accaduto nella regione Toscana, nei primi giorni di novembre 2023, in seguito alla forte perturbazione atmosferica, determinata dalla tempesta “Ciaran”, con piogge intense e incessanti, dove l’acqua ha invaso strade, case, allagato ospedali, fabbriche, centri commerciali e rotto argini dei fiumi un po’ dovunque nella regione e in particolare nei territori di Prato, Pistoia, e Pisa, dove purtroppo si piangono diverse vittime, tragicamente strappate all’affetto dei loro cari, centinaia di sloggiati, con danni molto rilevanti, alcuni dispersi, dove gli interventi e i soccorsi sono stati assicurati, fortunatamente, dalla Protezione Civile, dalle forze dell’ordine e dagli Enti Locali, cioè dallo Stato, per cui alla luce di questi fatti, uno si domanda, che ruolo hanno svolto in questi frangenti i cosiddetti Consorzi Enti di Bonifica?
Con la loro roboante prosopopea, si presentano e si qualificano come Enti di bonifica che hanno per fine “la tenuta in efficienza dei corsi d’acqua di competenza, la sicurezza ambientale, territoriale, alimentare”, e chi ne ha più ne metta, ma quale contributo hanno dato in questi simili frangenti?
Basta una sola parola per definirlo, insignificante, per non dire nessuno, anche se non si può attribuire loro nessuna responsabilità su quanto è successo, e purtroppo non è ancora finito, non di meno la domanda rimane ancora, a cosa servono?
Una cosa però non smettono mai di chiedere ogni anno, “Il TribCosorzio di Bonifica, Ciaran_uto”, che è diventato negli anni sempre più gravoso da pagare, per cui la Regione Toscana dovrebbe rivedere il loro ruolo, prendendo in considerazione anche quella di sopprimerli.
Come ho già scritto in passato, la lamentela è generale dei cittadini soggetti ad esso, che mal sopportano questo tipo di tributo, perché lo sentono come un sopruso, una vera e propria “gabella”, che serve soprattutto al bene dei Consorzi e alla sua stessa esistenza, e non certo al bene comune.
In conclusione, e lo ripeto ancora, forse una strada seria da percorrere sarebbe quella di andare oltre gli Enti di bonifica, così come sono organizzati, ma creare un unico Ente Nazionale con un grande progetto di messa in sicurezza del degrado del territorio nazionale, il che potrebbe rientrare in quel progetto di “Grandi Opere” da realizzare, di cui il nostro paese ha bisogno, per rilanciare il mondo del lavoro; oltretutto questo permetterebbe un più oculato impiego di personale e risorse, cancellerebbe i tanti consigli di Amministrazione, che inevitabilmente parte di quelle risorse consumano.Cosorzio di Bonifica, Ciaran
Michele Giannini