L’8 SETTEMBRE passò con la sconfitta dell’Italia e il disastro che ne seguì. L’armistizio di Cassibile era stato segretamente firmato qualche giorno prima, il 3 settembre, con la resa incondizionata tra il regno e le forze alleate.
L’8 settembre è stata e resta una data fatale, per l’Italia. Ieri è passato nell’attesa di questo 9 in cui un nuovo Badoglio, uomo per tutte le stagioni, ex-avvocato del popolo doppiofaccista, ha tradito quel popolo accordandosi, giorni prima, con gli alleati Pd-M5S per una resa incondizionata degli italiani al nuovo comunismo finanziario mondiale, attraverso la «bastardìa» dell’Europa asservita agli interessi franco-tedeschi, e donna delle pulizie della Bce, la banca – si ricordi bene – privata, che decide i nostri destini nella sola miseria e mai nella nobiltà.
In Italia siamo in mano a una banda di quaranta ladroni guidati da un Alì Babà che della legge ha fatto la regola della manipolazione del diritto, completamente disarticolata da qualsiasi principio morale e fatta cardine di un moralismo che suona falsamente come «bene comune per salvare l’Italia».
Di peggio non si poteva: è con la legge, infatti, che si instaura la dittatura lunga (vedi Urss). Con la forza nascono le dittature brevi, massimo ventennali, che finiscono in Piazzale Loreto – rigorosamente dopo aver fatto fuori l’uomo, perché non abbia a raccontare, se resta vivo, troppe cose che non si devono sapere.
Il fantasma della libertà è la favola che si racconta perché il popolo liberato, continui a credere, a obbedire e a combattere, mentre gli “avvocati del popolo” s’impinguano di cartamoneta che schizza fuori dalle loro tasche: parole come Costituzione, legalità, onestà, stabilità, sono solo supposte di Buscopan per le coliche della gente che, alla fine, si abitua a tutto, porgendo a gratis il lato B.
L’Avv. Conte (Avv., diceva il mio caposervizio al Tirreno, Giuliano Fontani, sta per “Avvoltoio”) come tale si è comportato. Infido fino all’ossobuco e al midollo che c’è dentro, ha fatto – insieme a Grillo e al Pd, ma in combriccola anche con i condilomi della sinistra (frange come Leu e altri sedimenti) – semplicemente gli affari suoi, e oggi parla già di riforme costituzionali (vedere la prima pagina della Verità) atte a bloccare democraticamente la democrazia che pure, a ben vedere, se c’è stata, in Italia è sempre stata mutila.
Oggi in piazza a manifestare ci sono i cittadini che non vorrebbero subire e che si dirà che non contano niente (anche se quelli della Piattaforma Rousseau vengono additati e fatti contare in virtù dell’assunto «Salviamo il paese!») e su cui tutti i giornali allineati e i telegiornali sputeranno “perché sono dei fascistelli da fare fuori”.
Domani una raffica di riforme patrocinate da NapoliStalin e dai neo-comunisti liberal alla Renzi, che tornerà a fare le sue passerelle da bulletto, attorniato dalle sue passerelle o storiche o di circostanza.
Quando uno stato è tutto fuorché legalità e giustizia, l’unica cosa che può fare il cittadino è rendere alla legge il rispetto che la legge gli dà: e non disubbidire alla legge, ma, molto di più e meglio, non rispettarla come gli “avvocati del popolo”.
Fra questi Avv. va necessariamente posta anche la magistratura: se non tutta, almeno quella grande fetta maggioritaria che, a nostro parere, è sovra/sott-ordinata ai Palamara-Lotti-Mattarella-Ermini.
Nessun libero rispetti la legge, perché la legge non rispetta nessuno – almeno per com’è amministrata nel nome della Costituzione e del popolo italiano: un popolo che è – come dicevano i brigatisti – prigioniero politico.
Del meretricio Pd-5 Stelle.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Ci dicono: «Guardate, i ciuchi volano!»