PISTOIA. Il problema ungulati e predatori selvatici è una priorità che dura da molti anni nei nostri territori e prosegue adesso a prescindere dalla situazione attuale di emergenza sanitaria coronavirus. Per questo – sottolinea la Cia Agricoltori Italiani Toscana Centro (Firenze, Prato e Pistoia) — condividiamo pienamente l’ordinanza della Regione Toscana, che — oltre agli orti e alla silvicoltura, ha riaperto le attività per il controllo e contenimento della fauna selvatica.
«È necessario proseguire nella strada di una corretta gestione faunistico-venatoria — sottolinea Sandro Orlandini, presidente Cia Toscana Centro — per salvaguardare le colture e tutelare gli agricoltori dai danni provocati da cinghiali, caprioli e predazioni dei lupi. Per salvaguardare le colture è urgente attivare le misure contenute nell’ordinanza regionale dei giorni scorsi, e per questo è importante anche la sensibilità dei sindaci e la piena collaborazione della polizia provinciale e delle guardie venatorie volontarie».
La Cia Toscana Centro sul territorio di Pistoia ha messo in campo per gli interventi di controllo anche la Guardia Venatoria Volontaria; ovvero degli associati Cia che possono coadiuvare la polizia provinciale per il contenimento degli ungulati e fauna selvatica che da troppi anni flagellano le campagne pistoiesi e toscane.
«Abbiamo iniziato questa esperienza importante e positiva nella provincia di Pistoia – commenta Orlandini —, cercando anche noi agricoltori, i più danneggiati da questa situazione, di dare un contributo concreto all’annosa problematica degli ungulati.
Esperienza che presto verrà estesa alle altre province di nostra competenza, ovvero Firenze e Prato. Su Firenze in particolar modo, la difficoltà sugli interventi di contenimento è ancora maggiore. Ci sono dei ritardi nella loro attivazione come dichiarato recentemente dall’associazione Arcicaccia locale. In particolare era stata anticipata la messa a disposizione da parte della Città Metropolitana, di un numero verde a cui ci si sarebbe potuti rivolgere per attivare gli interventi, ma tutto questo ancora non è stato realizzato».
La densità dei cinghiali è ormai a livelli spaventosi: il Piano faunistico regionale ne prevede da 0,5 ad un massimo di 5 capi ogni 100 ettari, ma sono molti di più. Si stima che per ogni agricoltore ci siano ormai 5 capi di ungulati; per ogni pecora c’è 1 ungulato, per ogni maiale 3,5 e per ogni bovino 5 ungulati.
[cia agricoltori italiani toscana centro]