PISTOIA. Noi siamo con loro, perché dopo lo smantellamento di gran parte dei diritti fondamentali dei lavoratori, attuato per conto del governo Renzi/Alfano, dal Ministro delle tutele (de)crescenti, Poletti, attraverso la libertà di licenziamento, il demansionamento, la videosorveglianza dei lavoratori, l’intenzione di destrutturare l’orario di lavoro, il prossimo punto di attacco sarà la definitiva rimessa in discussione dei Contratti nazionali di lavoro.
Un’indicazione molto netta in questo senso viene proprio dallo stesso governo che si ostina con atteggiamenti e proposte a dir poco offensive per i lavoratori pubblici, a non voler rinnovare il loro contratto scaduto da oltre cinque anni.
Noi continueremo a batterci, insieme a tutto il mondo progressista contro questi tentativi falso/modernisti perché riteniamo che il superamento di alcuni fondamentali diritti come i contratti nazionali di lavoro, e il taglio continuo al sistema di protezione sociale (sanità, scuola, pensioni) corrisponda a un ulteriore aumento delle diseguaglianze, tale da mettere in discussione lo stesso concetto di democrazia.
Ecco perché anche con il contratto della grande distribuzione, la posta in gioco è davvero alta. Non solo per i lavoratori del settore, ma più in generale per l’intero mondo del lavoro e per il Paese: è in gioco il valore del contratto nazionale, è in gioco la dignità del lavoro e dei lavoratori, è in gioco la democrazia sostanziale del Paese.
E dunque non possiamo rimanere indifferenti a fronte dei ripetuti tentativi inaugurati dal governo Berlusconi/Lega Nord e rilanciati con una intensità impressionante dai governi successivi, fino all’attuale, tutti finalizzati a far pagare le conseguenze della crisi ai lavoratori e ai pensionati, con la storiella secondo cui, queste sarebbero categorie di privilegiati da ridimensionare per dare un futuro meno incerto alle giovani generazioni.
Tutto ciò è semplicemente falso! In Italia le risorse ci sono, eccome! Quello che manca è la volontà politica di andare a cercarle dove sono e utilizzarle per una seria politica che individui i settori strategici su cui investire per uno sviluppo sostenibile ai fini degli equilibri ambientali e rispettoso della dignità persone per tutto l’arco della loro vita.
Questa e solo questa è la strada obbligata da percorrere per creare nuove occasioni di lavoro utili per il Paese e indispensabili per dare risposte adeguate alle aspettative dei giovani, ma anche di chi, meno giovane, ha perso il lavoro in questi anni di prolungata crisi le cui cause, è sempre bene ricordarlo, non sono certo addebitabili a quella parte di popolazione che lavora, produce ricchezza e paga le tasse fino all’ultimo centesimo, ma sono facilmente individuabili nella politica affaristica dei governi di questi anni, dominata dai grandi gruppi finanziari con logiche di corruzione e malaffare messe in essere attraverso un uso criminogeno di immensi capitali di denaro pubblico.
A fronte di tutto ciò non sono affatto insignificanti le “strane alleanze” recentemente formatesi nel mondo datoriale per dire no al rinnovo dei contratti.
Nel caso specifico, vedere insieme la parte più oltranzista del padronato italiano di Federdistribuzione (cioè: Esselunga, Panorama ecc.) con Confesercenti e Coop a dire “No” o al massimo “Si, ma alle nostre condizioni”, mentre Confcommercio ha già provveduto da tempo a stipulare il contratto nazionale di lavoro per le aziende ad essa aderenti, è quantomeno anomalo se consideriamo che in particolare Coop si è sempre contraddistinta in passato con una concreta attenzione e sensibilità alle condizioni di vita e di lavoro dei propri dipendenti.
Ed allora, cosa c’è di nuovo oggi che possa giustificare tali comportamenti? Cosa c’entra Coop con Federdistribuzione? Forse è il nuovo corso assunto dopo che il presidente di LegaCoop, Poletti è diventato il Ministro delle tutele crescenti per le aziende e dell’attacco ai diritti fondamentali dei lavoratori? Non è così?
Meglio (anche se non è meno grave), ma a pensar male…molto spesso si indovina e comunque, c’è un modo molto semplice per dimostrare il contrario: Coop, Federdistribuzione e Confesercenti, ritornino immediatamente ai tavoli di trattativa abbandonando le assurde pretese di avere mano libera in materia di trattamenti salariali, orari di lavoro, assenze per malattia, organizzazione del lavoro, livelli di inquadramento ecc. ecc. In mancanza di ciò i lavoratori e le lavoratrici – oggi come ieri – hanno un sola possibilità per far valere le loro ragioni.
Dare attuazione ad un diritto sancito dalla nostra Carta Costituzionale: lo sciopero e noi, convinti che le loro ragioni siano le ragioni di tutto il mondo del lavoro dipendente e per questo condivisibili da tutti coloro che auspicano un paese più giusto e solidale,
invitiamo i cittadini/clienti a sostenere i lavoratori e le lavoratrici della Grande Distribuzione con lo sciopero della spesa nel corso della giornata di mobilitazione nazionale di sabato 19 dicembre, promossa dai sindacati di categoria Cgil, Cisl, Uil.
[sinistra ecologia libertà pistoia]