NAPOLI. Credo sia inutile esprimere per l’ennesima volta il disagio a cui, noi ippici, siamo stati costretti negli ultimi anni.
La domanda che pongo a tutte le componenti del settore è molto semplice: “Intendete continuare a lavorare ed investire in un sistema di questo tipo?”.
Io sono qui, delegato dalle più importanti Aziende del settore, del trotto e del galoppo, e rappresento anche tutte quelle piccole Aziende che, come la mia, hanno 5/6 fattrici, se sono allevatori, oppure 4/5, 10 cavalli se sono Proprietari.
Tutti quanti noi vogliamo il cambiamento e vogliamo fortemente rilanciare questo settore, che ha delle potenzialità enormi.
Da ormai quasi due anni stiamo lavorando su un progetto di Riforma che metta in primo piano l’esigenza di tornare ad un ambiente sano, dove la legalità, la trasparenza, la correttezza e la meritocrazia siano alla base di tutto, e questo, secondo me, è ancor più importante dell’aspetto economico.
Ma, di fatto, economia e legalità vanno a braccetto, e senza il rispetto della legalità qualsiasi iniziativa non potrà avere nessun valore commerciale.
Le Aziende hanno detto basta! Basta ad un sistema in cui non ci sono regole e nessuna possibilità di programmazione! Credo che tutti siano d’accordo che questa non è l’ippica che vogliamo, questa non è l’ippica che ci dà soddisfazione, questa è un ippica senza futuro, per noi e per i nostri figli.
Il modello che noi proponiamo prevede una entità composta dai migliori imprenditori del settore che si facciano carico della gestione dell’ippica sotto il controllo dello Stato.
Occorrerà stabilire dei requisiti, di serietà e di imprenditorialità, con i quali sarà identificata una ampia base di imprenditori, che devono essere i migliori del settore, che si facciano carico di gestire e di governare il settore.
Questo non deve escludere nessuno, perché tutti saranno affiliati, ma, attraverso libere elezioni, dovrà emergere un gruppo di persone che abbiano una visione imprenditoriale che consenta al settore di essere gestito come una Azienda. Una Azienda che vuole crescere e produrre un benessere diffuso per tutta la filiera.
Le associazioni, lo dico con fermezza, saranno fondamentali perché dovranno avere un ruolo di stimolo e di controllo sull’operato della Governance e, soprattutto, dovranno comporre gli Enti Tecnici.
Per fare chiarezza: il nostro progetto si è, da sempre, chiamato Lega Ippica Italiana nella proposta fatta attraverso il PD e si è da sempre chiamato Unione Ippica Italiana in quella portata avanti dal PDL. Per capirci, in questo momento sto utilizzando il nome Lega Ippica Italiana perché, di fatto, è quello attualmente riportato nell’art. 14 della Delega Fiscale.
Fortunatamente molti di noi hanno recentemente partecipato e toccato con mano i sistemi ippici degli altri paesi europei, in particolare quelli del trotto sono stati spesso a correre in Svezia, in Francia ed in altri paesi che ci hanno dimostrato come potremmo essere.
Voi credete che possa esistere una Ippica italiana diversa da quello che abbiamo visto in questi paesi?
Lo sapete che in tutti i Paesi del mondo esistono delle Società a carattere privatistico, composte da ippici, che gestiscono il settore, la giustizia, l’antidoping e tutto il resto mentre solo in Italia esiste l’Ippica totalmente in mano allo Stato?
Cinque anni fa era stato redatto un Piano, il famoso Piano Zaia, che, se fosse stato attuato, probabilmente oggi non saremmo qui in queste condizioni! Purtroppo i nostri rappresentanti, allora, si accontentarono di prendere solo i soldi della legge 185, la bellezza di 150 milioni all’anno, e la riforma fu dimenticata, dagli ippici e dalla politica. Questa volta non deve succedere la stessa cosa, questa volta la Riforma la vogliamo, questa volta la Riforma la faremo!
Lo Stato ha deciso di portare avanti una Riforma con la quale il settore sarà privatizzato e le Aziende, tutte le aziende, quelle piccole e quelle grandi, dal nord al sud, vogliono una Riforma forte che porti ad un taglio netto col passato e, a mio avviso, sarà bene che le persone che condurranno l’Ippica del domani siano assolutamente in linea coi principi della Riforma.
Voglio in particolare ringraziare Gaet, che ci ha sempre consentito di esprimere le nostre intenzioni e le nostre visioni, possibilità che purtroppo non ci è stata concessa in altre situazioni.
Ma veniamo alle soluzioni. Giunti al punto in cui siamo, produrre le risorse necessarie sarà la vera sfida.
Se andiamo ad analizzare le entrate del settore possiamo facilmente vedere che le scommesse ippiche sono state boicottate, trascurate, ammazzate dall’incuria e, forse, anche da chi aveva altri interessi. Bisognerà però ripartire da queste.
Ma per vendere qualsiasi prodotto bisogna che il prodotto sia attraente.
Il nostro prodotto è la Corsa dei Cavalli e tutto quello che avviene poco prima e poco dopo.
In Italia il pubblico ha una pessima stima del nostro settore, bisogna invertire la tendenza e per questo serve una grande disciplina. Siete pronti a questa?
Per tornare ad avere corse belle e pulite servono regole chiare e chi non le rispetterà andrà fuori dal sistema.
Per questo motivo è assolutamente necessario che la giustizia sportiva e la disciplina siano nelle mani di Lega Ippica Italiana, esattamente come in tutti i paesi del mondo ed in tutte le Federazioni sportive del mondo.
Per questo serve il vincolo di giustizia e la clausola compromissoria. E, a tal proposito, vorrei specificare, perché su questo tema si sono dette cose che non corrispondono al vero, che la clausola compromissoria non significa il dover rinunciare al diritto alla difesa, ma l’impegno a farsi giudicare dalla giustizia sportiva accettandone, dopo i vari gradi di giudizio, la sentenza definitiva
La legge, poi, dovrà dare a Lega Ippica Italiana ampia possibilità di intervento sulla proposta delle scommesse ippiche, altrimenti non potremo mai raggiungere l’autonomia finanziaria, che è il nostro obiettivo nel giro di 3 o di 5 anni al massimo.
Mentre si tenta un rilancio delle scommesse, potranno esserci altre entrate aggiuntive che consentano il rilancio?
Certamente! Dovranno esserci!
Lo Stato dovrà mantenere gli impegni esistenti, e mi riferisco in particolare alla legge 185, che compensava tutti i soprusi che il settore ha subìto negli anni. Non saranno le cifre sostanziose degli anni passati, ma questo ci spetta e guai a chi ce lo tocca!
Ma dobbiamo anche sfruttare il fermento che sta avvenendo nel settore dei Giochi. Abbiamo infatti una grande potenzialità, la legge delega ci consente di avere un grosso vantaggio dalla raccolta di qualsiasi gioco negli ippodromi.
Già oggi molti ippodromi sono aperti tutti i giorni e raccolgono scommesse ippiche e sportive, molti di questi hanno già aree adibite a slot machines o Vlt, due dispongono anche di una sala bingo, situazioni che, al momento, non portano un centesimo all’ippica. Purtroppo sono partite anche le Corse virtuali e anche queste non stanno portando un centesimo all’ippica, pur sfruttandone i canali di vendita e l’immagine.
Gli ippodromi italiani, con la nostra Riforma, otterrebbero lo status di “punto privilegiato degno di tutela pubblicistica” che si manifesterebbe nel rapporto economico tra l’ippodromo ed AAMS e che riconoscerebbe a Lega Ippica Italiana una forte remunerazione delle imposte raccolte su tutti giochi commercializzati in ippodromo con il vincolo di destinarli al montepremi e alla manutenzione degli ippodromi stessi.
Dalle corse virtuali, invece, arriverebbe al settore il 50% del prelievo erariale.
Voglio parlarvi ancora delle Società di Corse: noi abbiamo collaborato e stiamo collaborando con molte delle più importanti e ci auspichiamo di interagire, il prima possibile, con tutte le altre, tutte, sì, proprio tutte, perché il ruolo delle Società di Corse è basilare.
E tutti gli ippodromi devono avere un ruolo! Ma sia chiaro che questo ruolo se lo dovranno inventare, se lo dovranno costruire, perché le risorse, in Italia, per mantenere 40 ippodromi in maniera assistenzialistica non ci sono e non ci saranno mai più!
Sarà fondamentale che tutti capiscano che le risorse dobbiamo produrcele e chi non porta risorse, chi non valorizza le nostre corse ed i nostri cavalli, chi non contribuisce a creare nuovi Proprietari, nuovi appassionati, nuovi scommettitori, non sarà premiato economicamente, indipendentemente dal fatto che sia piccolo o grande, in una grande città o in provincia…
Noi ippici la meritocrazia la applichiamo già, se il cavallo non arriva al palo non prendiamo nessun premio, e la stessa cosa succederà per le Società di Corse: niente pubblico, niente eventi, niente spettacolo, niente servizi = niente soldi!
Ma abbiamo una emergenza ancor più impellente di quella economica e di quella organizzativa: dobbiamo, da subito, salvare e rilanciare il ruolo dell’allevamento e del Proprietario ed il valore del cavallo da corsa.
Se non interveniamo subito su queste leve il settore morirà per mancanza di puledri, di cavalli da corsa e di Proprietari.
Da subito serve un intervento strutturale sull’allevamento, che non tolga risorse al Montepremi, ed una forte azione che metta il ruolo del Proprietario al centro di tutto, Primo Attore protagonista, ed organizzare un sistema di pagamenti dei Premi che tuteli non solo il Proprietario ma anche l’allenatore, il driver, il veterinario, il trasportatore e tutta quanta la filiera.
In tutti i Paesi del mondo l’ippica è in buona parte finanziata dal Proprietariato. In Francia, per fare un esempio, i Proprietari lasciano nel sistema 80 milioni all’anno!
Per capirci, spendono 600 milioni e prendono 520 milioni di Montepremi.
Per cui, dove andiamo senza Proprietari?
E come faremo a generarli se non stendiamo loro tappeti rossi?
Dal punto di vista sportivo, per la valorizzazione del ruolo del Proprietario, dovremo aprirci a tutto il mondo del Cavallo e si dovrà spingere su una forte internazionalizzazione del sistema……
L’ultima cosa che voglio dirvi è questa: Sarà dura, molta dura.
La Riforma dovremo costruircela e difenderla, ogni giorno, sarà durissima, ma “Non abbiate paura del nuovo, piuttosto abbiate paura del vecchio…”.
Enrico Tuci
Imprenditori Ippici Italiani
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