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AGLIANA. Dalla Coop di Agliana, di solito, non potrai uscire senza il prodotto che cercavi, tanti sono l’assortimento e la varietà.
È stata, dunque, una pura fatalità che l’occhio sia caduto nel piccolo reparto delle verdure Bio che, appunto, ad Agliana non c’è mentre – diversamente – una sezione di banco “dedicata” al biologico la si può trovare sia presso le Coop di Prato che di Pistoia. Perché questa discriminazione nei confronti dei cittadini aglianesi?
Ci è venuta, perciò, in mente la situazione che si verifica nei terreni circostanti all’inceneritore di Montale e che sono stati segnalati anche dall’Ispo in più occasioni per non essere mai stati oggetto di alcuna ordinanza sindacale di proibizione di consumo di prodotti da orto o di animali da cortile.
La targhetta del prodotto delle verdure Bio ci è sembrata, poi, davvero curiosa: il produttore è la ditta Vytasole, quella storicamente nota perché di proprietà della famiglia del Sindaco Giacomo Mangoni (www.vytasole.it), che richiama anche il marchio dell’agenzia di controllo della filiera Icea (Istituto Certificazione Etica e Ambientale) che attesta la qualità delle verdure prodotte come Bio.
Ma alcune domande, in proposito, ce le possiamo porre oppure no? Agliana rispetta realmente la libertà di pensiero e di informazione, o è tutta una “Misericordia degli intoccabili”, dove l’ottimismo della volontà – che piaceva così tanto ai compagni comunisti di razza berlingueriana – ha lasciato il posto a un Pd che governa anche con uomini che erano partiti da posizioni berlusconiane?
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E le domande – senz’altro irritanti, ma non per questo meno vere – sono queste:
- le coltivazioni, dalle quali provengono le verdure in vendita alle Coop, sono quelle dei campi della famiglia Mazzetti che, a voce di popolo, le ha da sempre concesse alla società Vytasole in affitto?
Diversamente il Sindaco ci voglia aggiornare e correggere, informandoci su chi è il coltivatore delle verdure a “foglia larga” esposte alle ricadute di diossine e furani - all’Istituto Certificatore lo sanno che le coltivazioni sono a 800 metri dalla ciminiera di un inceneritore? E la Coop ne è stata informata?
- per essere Bio le verdure devono essere coltivate senza uso di antiparassitari e concimi inorganici, ma anche protette da ogni microinquinante organico, polluzione o ricaduta di polveri di ciminiere: è corretta questa casistica?
- che cosa ci dice, esattamente, sul punto, il disciplinare dell’Icea?
- e aldilà di tutto questo, come mai i cittadini della tanto legalitaria e democratica Agliana vengono così pesantemente discriminati, esclusi come sono dalla possibilità di cibarsi di prodotti Bio?
[Alessandro Romiti]
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2 thoughts on “coop. PERCHÉ PRODOTTI “BIO” SOLO A PRATO E PISTOIA?”
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