coronavirus. PARTE UNO SCREENING DI MASSA NELL’AREA PRATESE

Il sindaco Francesco Puggelli visiona i test sierologici

PRATO. “Grazie alla donazione di una azienda farmaceutica di Hangzhou e al lavoro sinergico portato avanti con i sindaci della provincia siamo in grado di attivare subito una campagna di screening a tappeto sul territorio pratese”.

L’avvio della importante campagna di massa è stato annunciato ieri dal presidente della provincia di Prato, il sindaco di Poggio a Caiano Francesco Puggelli.

“Grazie ai test sierologici rapidi (la provincia di Prato ne ha a disposizione 10mila), in 10 minuti, sarà possibile capire se si è contratto il virus e quindi se si sono sviluppati gli anticorpi. Questo ci darà la possibilità di avere a disposizione dati che ci diranno di più sulla diffusione del virus sul nostro territorio e che ci indicheranno la strada per contenerlo anche nella fase 2.

Non dobbiamo mai dimenticarci – spiega Puggelli — che questa, prima di tutto, è un’emergenza sanitaria e che occorre procedere partendo da basi scientifiche. Per questo abbiamo contattato il dipartimento di sanità pubblica dell’università di Firenze per mettere in piedi questa campagna che coinvolge anche la Asl e la Società della Salute.

La politica deve farsi accompagnare dalla scienza, ed è quello che abbiamo intenzione di fare con questo progetto che può rendere Prato un esempio di come politica e medicina possano e debbano andare di pari passo nella gestione di questa emergenza anche per scrivere il futuro!”.

“Abbiamo a che fare – continua Puggelli – con un virus nuovo, giovane e mutevole. Il Covid non parla il nostro linguaggio. Non conosce la differenza tra codici Ateco. Per batterlo dobbiamo combatterlo sul territorio, anticipandolo e mettendolo all’angolo con le armi che abbiamo a disposizione e dobbiamo partire dai territori.

Una campagna di screening è sicuramente tra le armi più efficaci, un’arma che sia da sindaco che da medico chiedevo da tempo!”.

Mentre la Regione si sta occupando di fare i test a medici e personale ospedaliero, questi 10mila test saranno destinati al territorio: ai volontari, ai professionisti e ai lavoratori che hanno affrontato l’emergenza da più vicino.

“Partiremo dalle associazioni di volontariato per poi estendere progressivamente lo screening alle altre figure che in queste settimane hanno continuato a lavorare perché impegnate in settori strategici ed essenziali”.

“Saranno coinvolti nello screening – spiega ancora Puggelli – prima di tutto i soggetti ritenuti a rischio poiché potenzialmente più esposti in queste settimane: mi riferisco per esempio ai volontari della protezione civile oppure ai lavoratori dei servizi essenziali che non si sono fermati in questo periodo di emergenza. Ci auguriamo in questo modo di poter avere un quadro più chiaro che ci consenta una ripartenza più sicura. Chi è chiuso in casa dall’inizio del lockdown, o comunque da più di 14 giorni, non sarà sottoposto a questi test”.

“Con questo particolare tipo di test – scrive il sindaco di Carmignano Edoardo Prestanti – inoltre, si passa da una gestione dell’emergenza che si concentra sulle strutture ospedaliere a una che guarda direttamente al territorio.

In altre parole, da una linea difensiva (si aspetta il virus col paziente che arriva negli ospedali) all’attacco (lo si cerca sui territori)”.

Andrea Balli

[andreaballi@linealibera.it]

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