LA VERSILIANA. “Io siamo”. Questo il titolo del libro che Corrado Passera, già banchiere, manager di Poste Italiane, già Ministro dello Sviluppo Economico nel Governo Monti e ideatore del neonato movimento politico Italia Unica, è venuto a presentare alla Versiliana, con l’aiuto di Telese che lo ha intervistato per il pubblico attento, pur se vacanziero, degli Incontri al Caffè.
Telese ha subito dichiarato di essere rimasto sconvolto dalla lettura del libro, fin dall’inizio, quando l’autore dice «Basta! lasciate perdere le sinecure, le quisquilie, manovre e manovrine economiche, per far ripartire l’Italia ci vogliono 500 miliardi di euro», una gran bella affermazione e di non poco momento.
Corrado Passera – Mi fai dire prima il perché di questo titolo sgrammaticato? “Io siamo” vuol dire che dobbiamo pensare a noi stessi non da individui ma come squadra, Italia Unica è come dire Italia Unita, “tutti per uno, uno per tutti” (e dire che noi ce l’eravamo immaginato!).
Telese – Sì ma 500 miliardi? Come si fa…?
Passera – Si trovano con coraggio e fantasia. Stiamo continuando a calare, a perdere ma ci vogliono 500 miliardi e non di soldi pubblici, bisogna investire di più! 50 miliardi sono già in pole position per essere spesi, c’è solo da sveltire le procedure, far partire i progetti; 70 miliardi sono i fondi europei che non riusciamo a spendere, a utilizzare. Le imprese sono soffocate e potremmo usare i fondi europei per fare ricerca e innovazione.
Poi il discorso va sugli 80 euro elargiti a 10 milioni di italiani da Renzi… (ma di quei 500 miliardi dell’inizio eravamo arrivati a trovarne solo 120… vabbè).
Passera – Gli 80 euro! Va bene mettere i soldi nelle tasche della gente, ma è stata un’occasione persa perché si dovevano dare ai più poveri. Di fatto non si è avuto nessun effetto moltiplicatore. Per esempio potremmo erogare il Tfr anno per anno, su base volontaria.
Telese – Ma Lei ha fatto parte del Governo Monti e il suo piano era apprezzatissimo, perché non ha avuto seguito?
Passera – Con Monti non sono riuscito a impormi per far attuare il mio piano (e con chi provare allora?).
Telese – La pubblica amministrazione vuol mandare a casa 15mila persone, ma voi avete aumentato l’età pensionabile, come si concilia?
Passera – Sono più favorevole a trasferire i lavoratori da un’amministrazione a un’altra…
Telese – L’analisi del rapporto tra le generazioni. Nel suo libro si trova che abbiamo bruciato le risorse delle famiglie: e ora?
Passera – Molti dicono che non c’è gran problema in giro, è perché si sono pagati i debiti dei figli e dei nipoti ma le riserve stanno finendo, così il pesce ci scoppia in mano.
Il discorso va sulle famiglie, molta fatica tutta sulle donne. Se non ci sono asili, bonus badanti e assistenza agli anziani come si può far lavorare le donne? Manca poi l’assicurazione contro la non autosufficienza e si potrebbe fare con una piccola parte dello stipendio in modo da dare serenità alle persone e alle famiglie.
Telese – Stavamo meglio con Monti, Letta o Renzi? (ora l’intervistatore chiede se si stava meglio quando si stava peggio…).
Passera – I Def (documento di economia e finanza – n.d.r. ) sono fotocopia e sono insufficienti… Le tasse crescono, gli investimenti calano. Siamo a tagliare il futuro per mantenersi il presente…
Eccoci al senso ultimo di questo incontro: l’autore afferma che “deve nascere un movimento di popolo che con volontà e intuizione porti avanti le giuste politiche, con Renzi il dialogo è fermo a marzo… con lui non si riaprirà. L’italicum è peggio del porcellum”, se sei indipendente hai uno sbarramento all’8%, se alleato con i vecchi padroni al 4%. Doppio turno con collegi uninominali è il desiderio di Passera.
Telese – Giudizio umano su Renzi?
Passera – È uno con grande vitalità energia e coraggio, sono pregi ma non sono condizioni sufficienti: il cambiamento in sé non serve, anche la riforma del Senato è un disastro. È la vecchia politica; non vuole cambiare davvero.
L’ultimo capitolo del libro espone e propone il partito liberale, di destra, che non c’è. Come si fa a farsi spazio? Secondo l’autore, dicendo perché farlo. Pochi partono da un programma di Paese, invece serve quello. Almeno metà degli italiani non sono contenti di quello che c’è. Passera afferma che lui sarà solo uno dei leader, non il Leader perché solo tanti in gamba possono ottenere qualcosa.
Telese – Perché non riunire i quattro partiti del centro destra?
Passera – Non si possono mettere insieme perché tra loro si odiano.
È stata, giustappunto, la presentazione del libro. Passera non ha detto niente che non fosse di buon senso: è un uomo capace e non di certo un avventuriero, ma purtroppo tutti i buoni propositi, condivisi da chiunque ragioni, se avessero voluto essere applicati, non staremmo ancora qui a parlare di crisi; creeremmo occupazione e non pagheremmo una siringa dieci volte di più in una regione che in un’altra.
Con tutto il rispetto, di salvatori della Patria ne abbiamo visti già troppi. Ci mancherebbe altro che non si volesse creare occupazione e diminuire l’imposizione fiscale e che si volessero far lavorare le donne 48 ore su 24, fuori e dentro casa; che non ci si impegnasse a sfruttare meglio i fondi europei che ci spettano!
Ma se con Renzi Passera non ci parla, con la destra nemmeno perché son tutti l’un contro l’altro armati, va al voto da solo e, verosimilmente, avrà bisogno dell’8% per entrare in Parlamento, che speranze ha?
Insomma a dirla tutta, Io siamo piuttosto sullo scettico…