FIRENZE. Don Edoardo Scordio è stato riconosciuto nella celebrazione della prima Messa condotta — previa autorizzazione del Giudice – la scorsa domenica. Una celebrazione molto partecipata che ha visto il presbitero riprendere il servizio in una località alpina e che riteniamo di tacere, al fine di non impegnare il Padre generale del seminario in numerose sollecitazioni da parte di fedeli, giornalisti e altri che andrebbero tutte respinte.
Don Edoardo – salito alla cronaca per i fatti della Misericordia di Isola Capo Rizzuto – è ristretto agli arresti domiciliari e non può incontrare alcuno, ad eccezione del suo medico curante, dal quale si reca previa comunicazione ai militari del Comando dei Carabinieri.
Il confratello che ci ha risposto al telefono, ci ha confermato la notizia e ci esprime anche le sue critiche, perché noi giornalisti, non abbiamo mai ricordato di quanto di “bene” il confratello già Correttore spirituale ha fatto a Isola Capo Rizzuto: sala incontro, centro trasfusionale, centro medico e altre attività di sicuro sviluppo per il bene comune.
Ci perdonerà: i giornalisti, sono purtroppo sempre vocati a parlare principalmente del male, nella sciocca speranza di sollevare l’umanità dalla persecuzione del maligno: noi non facciamo eccezione.
Noi, che siamo garantisti con tutti e lo siamo doppiamente con i religiosi, vogliamo credere che il processo in corso vedrà il già Correttore della Fraternita di Isola assolto da ogni accusa e, per quel giorno ci siamo prenotati per avere la prima intervista utile.
Il confratello ci precisa che, “Edoardo vi ha letto…” (con nostra sicura soddisfazione) riconoscendo però nella trattazione giornalistica, una serie di imprecisioni e attribuzioni di ruolo che, non si attagliano affatto ai compiti del Correttore e alla sua fattiva esperienza pastorale.
Insomma, Don Edoardo, non ci sta a prendersi delle colpe per atti che non avrebbe consapevolmente svolto e possiamo intuire che si è sentito “manovrato”.
Lo possiamo comprendere e giustificare: quali atti e quali funzioni lo avrebbero esposto a tali responsabilità?
Lo sapremo dopo il periodo di ritenzione ai domiciliari, visto che da Firenze, in via dello Steccuto, sede della Confederazione Nazionale, nessuno vuole spiegare niente altro di quanto è stato dichiarato alla Commissione Antimafia e d’Inchiesta sui fatti di Isola Capo Rizzuto.
Anche il Correttore Nazionale, Monsignor Franco Agostinelli non intende ricevere una delegazione di confratelli che si era proposta di rappresentare numerose criticità gestionali, provenienti da molte parti d’Italia.
Altre fonti ci dicono però che le indagini sulle questioni delle fraternite calabresi, non sarebbero affatto esaurite e che, probabilmente, il Procuratore Capo Nicola Gratteri darà presto impulso a nuove iniziative giudiziarie per reati connessi.
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