corruzione. TOGLIAMO IL VOTO A LADRI E TRUFFATORI

Togliere il diritto di voto a ladri e truffatori
Togliere il diritto di voto a ladri e truffatori

PISTOIA. La leggenda narra che in Italia esiste una società civile, che chiede cambiamenti radicali alla politica, sia in tema di moralità che di competenza.

Peccato che poi ogni giorno emergono fatti che, lungi dal confermare questa esigenza di cui tutti ci riempiamo la bocca, spiega, meglio di tante chiacchere da bar, perché l’Italia continua a essere un Paese culturalmente, moralmente e politicamente arretrato.

Mi riferisco agli ultimi due episodi che tanto (finto) scandalo destano in questi giorni. Gli arresti all’Anas e al Comune di San Remo.

Lasciamo perdere l’Anas, dove a funzionari e impiegati rapaci facevano da contraltare imprenditori sleali e disonesti. Vorrei soffermarmi su San Remo, dove, come tutti sappiamo, dopo controlli accurati messi in atto per mesi dalla Guardia di finanza, risulta che il 72% degli impiegati comunali frodava lo Stato essenzialmente assentandosi o non presentandosi al lavoro dopo aver certificato (o fatto certificare) con il Badge elettronico la propria fasulla presenza.

Questo fatto mi ha molto colpito e mi spinge a farmi queste domande:

  • i dirigenti che la mattina non trovavano al lavoro i loro sottoposti, non si ponevano interrogativi? Perché non hanno preso provvedimenti? Provvedimenti no, ma bonus si immagino…
  • i sindacati che si oppongono sempre a qualsiasi richiamo disciplinare hanno nulla da dire?
  • il precedente Sindaco ha dichiarato di averci provato a metterli in riga, ma lo sbertucciavano, lo deridevano… eppure esiste la legge Brunetta che permette di licenziare anche nel pubblico impiego… Come? No?… Mancano i decreti attuativi? Capito, Madia? Falli, per favore.
    Ma veniamo alla questione davvero dirompente…
  • Se il 28% degli impiegati onesti, con il loro lavoro mandano da anni avanti senza particolari problemi, il Comune di San Remo, questo non significa che servono molti meno dipendenti pubblici per mandare avanti lo Stato Italiano?

Penso che questo ennesimo scandalo dovrebbe indurre a riflettere chi governa. Ma si sa: anche i truffatori votano.

Proposta: perché non escluderli temporaneamente dal diritto di voto?

P.S. – A Pistoia come siamo messi? Dormiamo tranquilli vero? Come dite? Era già venuta fuori una storia simile in Prefettura? E come è finita…?

[*] – Lettore, ospite

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2 thoughts on “corruzione. TOGLIAMO IL VOTO A LADRI E TRUFFATORI

  1. Caro Massimo,
    provo a dare io una risposta, magari incompleta, dall’alto (si fa per dire) dai miei ventidue anni in Regione Toscana preceduti da altri quattordici in Comunità Montana.
    Se anche a Sanremo le cose stavano come da noi, ecco cosa può essere accaduto:
    1) I dirigenti, con ogni probabilità, sapevano benissimo ciò che stava accadendo. Ma in questi ambienti c’è una tacita regola la quale dice che finché le cose vanno, ovvero, c’è chi le fa andare, è bene non stuzzicare il vespaio. Senza giungere ai clamorosi eccessi sanremesi, ricorderò due casi forse già descritti, riguardanti, il primo, un mio collega che la mattina dormiva in ufficio perché, sembra, di notte, gestiva un bar in zona Novoli. Quel signore era ben ammanicato in ambito sindacale, e l’eventuale sollevamento di una questione disciplinare nei suoi confronti avrebbe solo potuto creare guai al dirigente, sia sul fronte sindacale che politico. Poi ce ne era un altro, ancor più vergognoso, un semianalfabeta che però era un “pezzo grosso” della CISL, al quale venne anche regalata una Posizione Organizzativa senza alcun merito; in questo caso, paradossalmente, fui io, senza tanti complimenti, a fare la cosa più efficace contro di lui. Quando, appurato che questo signore continuava ad occupare, per fare i cavoli propri anche da pensionato la sua ex stanza, dalla quale, per evidenti complicità, non era stata disattivato il collegamento informatico, una bella mattina gli aprii la porta con una pedata e con una urlata disumana gli intimai di levarsi dai piedi, altrimenti lo avrei denunciato penalmente; allora, per forza di cose, anche il dirigente, il coordinatore, e via discorrendo, non poterono più fare finta di niente.
    2) Il sindacato, finché può, non dice niente semplicemente perché spesso sono proprio i sindacalisti che approfittano alla grande delle loro posizioni di privilegio, in barba ai discorsi ipocriti e fasulli sulla difesa dei diritti dei lavoratori ed altre varie amenità.
    3) Un certo tipo di situazione, nel pubblico impiego, è ormai incancrenita da decenni. Certe cose che altrove verrebbero duramente sanzionate, qui sono ritenute normali, dovute, acquisite; se mi dovessi esprimere in gergo ecclesiastico-curiale, siamo di fronte ad una situazione in cui è completamente venuto meno il senso del peccato (o del reato, in questo caso).
    4) Proprio così, ma questo nessuno lo vuole o lo può dire. Senza volere certamente licenziare coloro che almeno l’atto di presenza lo fanno, occorrerebbe semplicemente che si potesse tornare ad avvertire, a tutti i livelli, la presenza dello Stato e che le persone fossero davvero, e non per finta, messe in condizioni di lavorare efficacemente; per cui, se quelli che stanno dietro una scrivania sono troppi, qualcuno, senza tante discussioni, venisse mandato a lavorare, ma davvero, in foresta, sulle strade, e dove davvero c’è bisogno. Senza tante discussioni e tanti calcoli clientelari.
    E, per finire, sarebbe ora che il sindacato traesse davvero la sua ragione di esistere, dalla difesa vera ed efficace dei diritti di coloro che lavorano sul serio, e, prima ancora, di coloro che, pur capaci e meritevoli, il lavoro non ce l’hanno. Non come nell’Italia di adesso, dove spesso si difendono i lavativi e si fa carriera nel sindacato per motivi clientelari e di potere. Naturalmente, sottolineo: “spesso”; che è diverso dal dire “sempre”
    Piero Giovannelli

    1. Buon giorno Piero….in realtà la mia era una finta domanda: sono figlio di due statali in pensione. Mio padre Guardia di Finanza in pensione, che dopo 42 anni di servizio vive in affitto in un’appartamento di 60 mQ (lo dico a scanso di equivoci….e a dimostrazione di come ha inteso il lavoro mio padre: morirà povero ma con la coscienza a posto), mia madre maestra elementare ai tempi in cui dopo 3 giorni dal parto dovevi rientrare al lavoro pena il licenziamento, Ai tempi delle classi di 40 bambini e un libro di testo solamente…e però uscivano…chissà perchè molto più preparati dei bimbi di oggi….
      Io d’altro canto lavoro da tanti anni come battitore libero, nelle scuole e non penso che tutti gli statali siano dei lavativi, anzi….solo che il sistema è così marcio che questi sono messi in minoranza e a tacere dagli altri. Soluzioni? O fuori a pedate, cosa che non avverrrà mai per molteplici motivi o un cambio graduale, paziente, lungimirante che però per essere realizzato avrebbe bisogno di riforme di lungo periodo, strutturali e quindi di continuità al di la del colore politico dei governi che si succedono. Dunque una cosa ancora più utopica. In Italia di solito queste cose accadono solo se arriva una dittatura. Ce lo vogliamo augurare?
      Alla prossima!

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