cos’è “questa” destra? «SIETE, O GRULLI, POLITICAMENTE CORRETTI!»

Ville Sbertoli, un patrimonio mandato in malora dai compagni del popolo

PISTOIA. Giù viaggiando dalle Ville Sbertoli, oramai distrutte, e scendendo verso il viale Malta, adesso viale Matteotti, fino a via Pacinotti e poi sedersi e pensare.

Questa è la Pistoia silente con i suoi simboli politici che la caratterizzano per esemplare manifestazione di fallimento politico di un catto-comunismo che ha ingrassato i tanti furbi analfabeti e ignoranti che pur si sentono acculturati e pensanti. Magistratura, negli anni, avendolo permesso.

E senza volgere lo sguardo verso “la riga e la squadra”, alias “Le Fornaci” dove il proletariato, targato Pci, ha dato somma prova di se medesimo. Lì, un tempo trombati politici e professionisti vari pensarono di poter convivere con compagni plebei ed extracomunitari di prima generazione ma se ne andarono subito.

Avevano studiato Seneca (che mangiava in piatti d’oro) ma che ai suoi adepti raccomandava di fare non come faceva lui, ma come lui diceva.

Ecco, questa Pistoia è quella che ci hanno lasciato questi buffoni che per settanta anni hanno gestito il bene comune.

L’unico Sindaco che Pistoia ancora riconosce come tale fu un galantuomo del Pci di nome Gentile che creò i giardini di Piazza d’Armi. Altro non ci fu. In compenso abbiamo una associazione a guida Belliti, la compagna-comandante l’associazione Palomar, che manifesta alla sessantottina per sapere che fine faranno i terreni dell’ex Ospedale del Ceppo. Proprio lei, la consigliera regionale del Pci nonché Vicesindaco dell’era Berti-nullam fino a due anni or sono.

Chiariamo un personale convincimento: quando si parla di mala gestione di Pistoia, dopo la vittoria di Tomasi, si riversa tutto il deficit precedente sul povero Bertinelli-Bertinullam; questa è la tipica vigliaccheria sinistra e di sinistra che scarica sul “bischero” di turno tutte le pregresse nefandezze. Troppo facile e troppo semplice.

Che ne dice Daniela Ponticelli, capo ufficio stampa dell’Asl, di quel miracolo a Pistoia che è il San Jacopo?

Il Vicesindaco Belliti della ex Giunta Bertinelli-Bertinullam è l’espressione di una sinistra perdente ma fedele; come le cagnette. Contesta ciò che ha contribuito a creare, ma non pensa a fare un bagno salvifico nella Brana perché il proletario si tuffa a Capalbio e non si ritrova nelle fogne che scoppiano o nelle scuole a rischio.

Però, è donna fedele al Bertinelli-Bertinullam: auguri (!). E a destra risuona “uno squillo”? Li vogliamo aprire gli armadi della vergogna? Dalle Ville Sbertoli, a viale Pacinotti e allo schifo che, lì, tranquillamente il cittadino comune scorge fino alla vergogna di un Ospedale chiamato San Jacopo che costa una somma annuale di 20 milioni di euro e offre un servizio scandaloso (non per colpa di chi ci opera)?

Ne vogliamo parlare? Abbiamo una corposa rappresentanza parlamentare: volte muovervi?

Già, dimenticavo: siete, o grulli, politicamente corretti.

Felice De Matteis
[redazione@linealibera.it]
Diritto di critica


NOTARELLINE RISCALDATE DI FINE-AGOSTO

La nostra civiltà è davvero un Giardino delle delizie?

 

LA REALTÀ di oggi sembra la rappresentazione grafico-pittorica di un mondo di coglioni sott’olio.

Potrà sembrarvi strano, ma siamo dinanzi a un giardino delle delizie, stile Bosch, che – hai voglia a strusciare – non si svernicia in nessun modo.

E questa realtà ci viene presentata – proprio sotto la lente del «politically correct» – come la soluzione ai nostri mali: il risanamento economico-morale del paese, lo stare bene insieme europeistico, il valore aggiungo della solidarietà e fratellanza universale con tutti i colori dell’arcobaleno, i cuoricini da mettere sui «mi piace», la lacrimuccia per la morte di qualcuno che diventa sùbito santo e – in sottofondo, come liberazione necessaria delle pulsioni scimmiesche represse – la leggiadria degli insulti, delle minacce, delle turpitudini, dell’insopportazione reciproca, dell’egoismo più sfrenato (ma anche naturale, purtroppo – studiate un po’ di psicologia) che è una caratteristica del cosiddetto essere umano (?) e del suo primitivo cervello rettiliano.

Insomma: per sapere chi siamo, basta addentrarsi nel regno di Facebook-Zuckerberg di notte. Per capire chi vogliamo dire di essere, basta osservare qualche particolare del giardino delle delizie di Bosch, dove ci rappresentiamo tutti casti e puri (“purificami, o Signore: sarò più bianco della neve”…) e perfino nobilitati da un bouquet di fiori nel culo. Magari profumati.

Su una sola cosa non sono d’accordo con De Matteis: la figura di Seneca. Per carità: tutto vero quello che dice sui piatti d’oro e – aggiungo – sui 500 tavoli di cedro che possedeva per ospitare gli amici a banchetto o sugli orecchini miliardari della moglie Pompea Paolina.

Ma oltre a questi “accidenti” filosofici, un’altra cosa, ben più importante, lo contraddistinse: la serenità con cui si tagliò le vene nella vasca da bagno piena di acqua calda, quando Nerone gli scrisse il famoso biglietto levati-di-torno.

Magari avessero fatto e facessero la stessa cosa, e con la stessa semplicità, tutti quei nostri amati politici che ci hanno amorevolmente seguito dai primi passi di Di Pietro e fino a stamattina, 18 agosto!

Loro non si levano di torno neppure con le cannonate.

Edoardo Bianchini
Sarà düra, molto molto düra…


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