così va il mondo. COVID, SACRIFICI, PREMI: MA ALLE INFERMIERE SOLO UN PEZZO DI CARTA!

L’articolo su La Nazione non fa alcun richiamo al premio “Donna di Agliana”. Acqua passata!

 

A noi piacciono più le operaie-dipendenti che non la dirigenza: siamo per natura proletari e populisti, perciò più vicini alle classi deboli, specificamente costrette al lavoro da chi intasca stipendi 4 o 5 volte superiori in spregio alla un tempo assai osannata “uguaglianza bolscevica”…

 

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AGLIANA. L’Amministrazione Benesp(A)ri ritorna sui riconoscimenti al personale sanitario già duramente impegnato nelle cure dei malati di Covid; e consegna un attestato di riconoscenza alle “infermiere di famiglia” che, comunque, non saranno mai “Donne di Agliana”.

Questa volta il riconoscimento sembra essere stato supportato direttamente dall’assessore Ciottoli, senza alcun apparente intervento del Dirigente del Minculpop aglianese Paolo Pierucci (che santificò la Di Renzo), così scrive Piera Salvi su La Nazione di mercoledì 24 dicembre scorso.

Lucilla Di Renzo, Pd, premiata da Luca Benesperi

Con questa iniziativa, Benesp(A)ri allarga la toppa che aveva tentato di mettere la consigliera Francesca Biagioni (FI) dopo aver designato al premio “Donna di Agliana” la ex-segretaria comunale del Pd, ex-Assessora, abbronzatissima e anche affaticatissima (lo disse a La Nazione) Lucilla Di Renzo, sapientemente selezionata per mano e mente del molto efficiente Pierucci.

Anche le infermiere di famiglia hanno dovuto coprire con fatica l’emergenza nell’attesa delle Usca e, a nostro parere, si meritavano un premio assai più importante che non un semplice attestato in pergamena.

Avrebbero dovuto riceverlo in ex-equo con la comunità delle infermiere ospedaliere e dell’Rsa Le Lame il celebrato premio “Donna di Agliana”: se queste non sono come sembrano molto abbronzate, sono però state (e continuano a essere), molto affaticate e stressate.

Agnellone assessore Maurizio Ciottoli, neo-democristiano e non più lupo, Si affida molto (o tutto?) ai funzionari e ai dirigenti del Comune

A noi, poi, piace più concedere un riconoscimento a un gruppo di operaie/dipendenti che non alla categoria delle dirigenti: siamo per natura proletari e populisti, e quindi più vicini alle classi deboli, specificamente costrette al lavoro da chi intasca stipendi 4 o 5 volte superiori in spregio dell’uguaglianza bolscevica.

Chissà se l’assessore agnellone Maurizio Ciottoli ha mai riflettuto su questa chiara incongruenza nell’individuazione della graduatoria del premio, assegnato sul palco del “giugno” e divenuto poi la santificazione della molto coloured dirigente dell’Ospedale San Jacopo.

Chi è stato il protagonista più giustificato al riconoscimento, perché in “prima linea” nel servizio, come dice il sottotitolo della collega Salvi: il gruppo delle infermiere o la dirigente del San Jacopo?

Ciottoli, che conosciamo bene nelle sue capacità operative, sappiamo che è uno “che fa”: un pragmatico (Maurizio tranquillo, non è un’offesa!) e non si è sicuramente posto la domanda.

È probabile che si sia ancora una volta affidato ai funzionari del Comune che, quelli sì, sanno bene quali sono i bottoni  da pigiare! Dunque, così sarebbe andata la faccenda, definita con tanto di deliberazione di Giunta con voto favorevole all’unanimità senza alcuna riserva o variazione in sfavore delle infermiere, poi parzialmente ripagate con dei riconoscimenti formali, tardivi e meno popolari.

Noi, stiamo con le infermiere, che meriterebbero davvero gli aumenti di indennità che ricevono i dirigenti ospedalieri, altro che 100 euro in più al mese e una pacca sulla spalla come si fa ai… coglioni! 

Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]


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