CHI CERCA TROVA
E CHI DOMANDA INTENDE
CASAL-VALLE. In questi giorni una Signora di Casalguidi che tutti conoscono e di cui, quindi, non faccio il nome, mi ha scritto su WhatsApp: «Professore, Serravalle (Casalguidi) gli offre tanto materiale su cui scrivere!».
È vero, perché nella comunità ci sono molte teste «estrose» e creative:
– chi parla tedesco – Heil Hitler! Die Katze ist in Kohle e meglio non si pòle…
– chi vorrebbe darmi (anche a forza) chicchi, chicchi e chicchi – e magari gli regalo il Gianni Schicchi di Puccini o, se non altro, la simpatica arietta «O mio babbino caro»…
Ma a me non piace ciucciare: da piccino non ho puppato – come si dice in collina – a una palla di seggiola; sono cresciuto col latte della capra bizzosa, e sempre pronta a caricare, della Fima, nuora di Cecco Bellini e dell’Argentina, e moglie di Mirando, a Lecceto, in una casa in cui ora abitano contadini arricchiti che ne hanno combinate d’ogni fatta (che è anche la merda di vacca) col credere di potersi portare nella cassa anche la casa stessa, recintata come un fortino tedesco dello Scelta, grazie alla stupidaggine cialtrona degli uffici tecnici del Comune di Quarrata, che gli hanno fatto chiudere tutto, comprese tre strade interpoderali e vicinali!chi sostiene che a fine del coronavirus bisognerà mettere su una «giornata del ricordo»: di cosa? Della merda che abbiamo dovuto ingoiare grazie ai cervelli fini del Pd, lisciati dalla lingua di gatto di Mattarella il quale, pur non-presidente perché eletto da un parlamento illecito, si arroga il diritto di imporci un esercito di Brancaleoni da Corrida di Corrado?
– chi, pur essendo assessore in una giunta civica, ma connotata di centro-destra, reclamizza sul suo facebook la Cgil e, quindi, va d’accordo trasversalmente con la Simona Querci
– chi, dopo essere stato 20 anni in Comune in maggioranza, si accorge all’improvviso che aveva come concittadino onorario il grande Benito (ancora Querci) al quale, prima di scoprire di essere attratta dal Pd, sembra che fosse piuttosto devota, se non altro di famiglia
– chi (e non sarebbe finita qui, ma la pianto), dopo aver piantato paletti non solo nel groppone, ma anche nel basso groppone dei casal-grillini, con una discarica che, obiettivamente, potrebbe dirsi che “fa schifo al maiale”, oggi si scandalizza perché sul coronavirus la Bardelli, quel grillo lì, ha detto che, finita la «peste gialla» (favorita anche dalla democrazia anti-fascioleghista di Enrico Rossi), si dovrà arrivare a parlare di responsabilità.
E parlo di Leardo Corsini, che s’avventa sull’Elenina fratella d’Italia
Ho risposto così alla Signora che mi aveva scritto: «Dice il proverbio: Chi cerca trova e chi domanda intende…». E mi pare che a Casal-Grillo siano dimolti a cercare e a trovare, anche se continuano a pigliare delle ciaffate giuste e sante.
Che amino il… sesso estremo? Non so… Tipo il sadomasochismo, il piacere del dolore, il dolore del piacere, la voglia del «volemosebbène e stiamo vicini vicini e tutti attaccati e ordinati» come i vagoncini di un trenino che scivola lungo la «ferrovia degli scoiattoli» – come la definisce qualcuno – voluta da Rfi e Enrico Rossi, ma bloccata al secondo buco di Serravalle, che tenta invano di attraversare un colle che frana? Boh! È difficile dirlo. Pensate quel che volete.
Certo è che fra tutti ce n’è di stravaganti:
– Vladi-Virus Bechelli, vescovo della chiesa di sinistra, non si ricorda più di quando, nonostante le ambizioni, il suo partito non volle lanciarlo come sindaco (qualcuno sa dirci il perché?)
– lo Scelta, cruccòfono, ha dimenticato i tempi passati e ha perso il filo del suo duro lavoro in Breda o – come diceva il giornalista Mazzino Gargini – «in Broda»; ed è lì sempre assetato (ma si sa che i tedeschi sono beoni…) e con la lingua di fuori come i cani che sudano, chiede continuamente stagne di cloruro di vinile per sedarsi l’arsura
– altri ancora, per sentirsi vicini-vicini, si riunivano incatenandosi con Forti Legami, al momento rotti dal coronavirus (meglio vivere che filosofare, vero?)
– e l’altro che si lancia contro la Bardelli, Leardo, ha scordato che, se il suo partito non volle Vladi-Virus de’ Chicchi, scelse lui, il geometra che sosteneva Pratesi contrario al Cassero, ma se lo tenne solo per tre mesi soli: e non per pulire il cesso del «piano provinciale rifiuti», ma per aprirlo – anche alla merda della Campania, in séguito
Come si fa, Signora di Casale che mi scrive, a non vedere che il suo paese è una miniera d’oro per chi, popolano e figlio di popolani, è un poeta satirico nato per virtù di razza e di jus soli caro a Zingaretti l’appestato di corona e di rosari francescani?
Perché a questo mondo si nasce anche ebrei, nazisti, comunisti… Non siamo tutti uguali. Oppure anche italiani, si nasce. Gente che, finché c’è Benito, sta con lui e zappa l’orto; poi, quando lui non c’è più, si piglia un carro con due buoi, ci mette sopra tre o quattro donne sciagurate (una, magari, anche diversamente intendente); si rapano e si portano a spasso su e giù per il Serravalle perché… «hanno collaborato».
La storia torna sempre a galla come i cadaveri, gente! Lo disse, Marino Gironi, il fascista pericolosissimo della piana qauarrato-valenzatican-casalina, quando quello andò ad arrestarlo: «O come? Mi arresi proprio te che eri fascista con me?».
E il suo fu-camerata gli rispose con voce solenne e sicura: «Ma ora sono un compagno!».
Per questo, cara Signora di Casale, io mi voglio divertire e non voglio essere – come si dice in campagna – «compagno a nessuno». O dio o il caso mi hanno fatto fortunatamente «differente»: che è diverso da «diverso».
Son contento così, quando gli altri, tutti compagni fra loro, pensano grandi idee e mi fanno divertire da matti…
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Delitto di cronaca, critica, satira, sarcasmo e coglionatura a gratis
Dite al prode Vladi-Viro
che ai suoi chicchi non ci tiro:
ma se vuol le caramelle,
gliene porto – e delle belle!