covid-19 & disperazione. LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO CONTE

Belle istituzioni, non c’è che dire!

 

PESCIA. Un cittadino in crisi scrive al non-presidente del consiglio:

Caro Presidente,
le scrivo per metterla al corrente del pensiero di un cittadino qualunque.

Sono arrivato all’età di 51 anni e le giuro che in tutto questo tempo non ho mai visto un governo così inadeguato e soprattutto inconcludente nei doveri verso i suoi cittadini.

Nella mia vita ho lavorato, mi sono dato molto da fare, ho fatto tanti sacrifici per mantenere la mia famiglia ma adesso… la possibilità mi è stata tolta. Con la chiusura delle palestre, attività che svolgevo da anni, dove mi ero fatto con molta fatica un numero di clienti fissi.

Nei week end lavoravo come addetto alla sicurezza nelle discoteche ed eventi.

Inoltre per non farmi mancare nulla ho aperto una partita iva agricola, per la coltivazione di ortaggi e zafferano.

Con tutto questo riuscivo ad arrivare in fondo al mese pagando affitto, bollette, mantenendo un figlio (18 anni) in maniera dignitosa, ed è proprio questo che ci avete tolto: la dignità.

Sì perché è questo che brucia, caro Presidente Conte, quello che ci avete tolto è la nostra dignità!

A marzo non ho potuto svolgere nessuna delle mie attività ed è per questo che non ho nemmeno diritto a percepire i 600 € in quanto le attività sono tre.

Per andare avanti non basta un lavoro, per campare decentemente ne devo svolgere tre sperando di non ammalarmi.

È proprio sicuro che questa sia la strada da percorrere per risollevare i cittadini come me che finora vi hanno mantenuto pagando le tasse? Evidentemente c’è qualcosa che non torna.

Cosa dovrò dire alla padrona di casa quando non potrò pagarle l’affitto? Cosa dirò a mio figlio quando ci avranno chiuso luce e gas perché non ho soldi per pagare le bellette?

Maurizio Cinelli

[redazione@linealibera.it]


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