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IERI SERA, dopo aver pubblicato covid-19 pescia. oreste, grazia e sara: smettetela di giocare in quell’ospedale là, siate seri!, ho chiesto al collega Andrea Balli di postarlo sul sito Pescia osservatorio sulla nostra città o qualcosa di simile.
Me lo avevano chiesto i paramedici che lavorano al SS Cosma e Damiano, regno Panigada-Melani: quel personale, cioè, che ogni giorno viene preso e sbattuto di qua, di là, di sù, di giù fra contagiati, positivi e minacce tipo «zitto o ti scaravento chissaddóve» nel più perfetto stile democratico-rossiano della Toscana.
Dopo un po’ Balli mi invia il seguente testo di un commento scritto da Roberto Franchini:
Questa volta non lo condivido..non vorrei cadere nuovamente nella caccia a l’untore di notizie false…ne in post buonisti dove mi invitano…a volerci tutti bene…..pure membri delle minoranze….ma sono estremamente curioso di capire come può una testata giornalistica…a ribattere continuamente su di un tasto…che tante critiche gli ha procurato..e pure minacce di querele..per ora solo ..minacce…ma la verità dove sta???…vorrei tanto conoscerla vorrei tanto sapere se e possibile giocare così su la salute e la paura della gente..vorrei tanto capire quale interesse può avere un giornale a divulgare notizie false …o la direzione di un ospedale a nasconderle..vorrei capire se noi cittadini noi esseri umani abbiamo ancora un valore di fronte a certe situazioni…oppure ci sono cose che valgono di più dell’essere umano..della vita di un essere umano..se qualcuno crede ancora di si…e sa !… ci dica qualcosa nel merito grazie.
Chiarisco: il testo, copiato e incollato come lo vedete, merita qualche breve considerazione.
Questa volta non lo condivido: caro Bob, nato, se non sbaglio, verso il 28 febbraio 2014 in Fdi, nessuno le ha chiesto nulla. Se non vuole condividere, lei è libero: qui non siamo né nel Pd né in Fdi, graziaddìo. E neppure sostenitori del pensiero più che unico, uno e basta.
Caccia a l’untore: ci risparmi le cazzate, Bob. Probabilmente lei questa espressione la ha soltanto sentita dire. Al solo guardare come lei si esprime in italiano, sembra di capire che per lei I Promessi Sposi sono una marca di confetti del Corsini di Pistoia, piazza San Francesco.
Sono estremamente curioso di capire come può una testata giornalistica… etc.: con le dovute distinzioni e il rispetto di Bergoglio, lei, Bob, se l’è mai chiesto perché Cristo finì in croce?
Ha militato in un partito che parla di radici (o ravanelli?) cristiane e ancora non sa che era un (chiedo scusa ai cattolici) rompipalle ingestibile? Se stava zitto e buono l’avrebbero imbullettato, secondo lei?
E lui che fini aveva per rompere a tutti, ebrei e romani? E il sinedrio e i romani che motivi avevano per inchiodarlo, se lui non gli avesse rotto?
Quali fini ha, allora, un giornale se non quelli di fare cronaca al di là del bene e del male e seguendo il principio della «verità sostanziale dei fatti nei limiti della lealtà e della buona fede»?
Volendo potremmo definire tre categorie di persone, Bob, di quelle che si pongono il quesito «se un fatto sia morale o immorale»:
i cattolici di Bergoglio, che ha paura di morire e benedice, nel deserto, gli urbi e gli orbi
i comunisti postmoderni che, sostituitisi alla chiesa in declino, vogliono regolare ciò che abbiamo in testa e dentro le mutande, dando il via alle famiglie di soli maschi, di sole donne e di tuttunpò o bastachessìa
e, ultima ma non meno corposa, la categoria di chi è «intellettivamente inerte» eppure crede di essere vivo e vegeto e addirittura un drago di intelligenza logico-deduttiva
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Domandarsi e domandarci quali siano i nostri (di Linea Libera) interessi e/o quelli dell’Asl per dire o non dire una cosa, è tramutarsi nel famoso asino di Buridano (studi, anche su Google: le farà bene) che, posto tra due cumuli di fieno perfettamente uguali e alla stessa distanza, non saprebbe quale scegliere e morirebbe di fame e di sete nell’incertezza.
Se preferisce questa ipotesi, s’accomodi. Ognuno si impicchi con la corda che vuole. Però – non so se è ancora impegnato in politica o meno – ogni tanto esca di casa. Apra gli occhi e, nell’augurarsi di non dover essere ricoverato al suo ospedale, dove tutto è diretto per tessera, provi a parlare o a pensare agli operatori che nel coronavirus ci vivono ogni giorno immersi fino al collo.
O si domanderà se anche loro fanno finta chissà per quali motivi quando ci contattano e ci raccontano tutta la merda politica che intasa i sifoni della sanità di quel genio di Enrico Rossi?
Nel merito le ho risposto. Manca il ghirigoro finale: lei non è il politico che, nel 2017, sentenziava di «essere basito» e che non era il caso di temere di tornare alle urne perché, dopo Oreste, il popolo si sarebbe svegliato e avrebbe risposto a dovere?
Si rilegga bene, per favore, e s’arrossisca a dovere, caro Bob. Il suo intervento è qui, si accomodi! Vedrà che i suoi concittadini sono stati svegli e svelti quanto lei a dare una soluzione ai propri dubbi.
Ha visto che nel titolo ho messo Pescia e l’Italia vicine vicine? Ora non è il tempo di dire la verità? E – per citare Primo Levi – Se non ora, quando?
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Non è il tempo di far sentire i disagi di chi è costretto a fare il bagno nel coronavirus senza mascherine capaci di proteggere veramente? Di chi deve eseguire ordini “da suicidio” dati da medici attovagliati perché attesserati?
Chi avrà più motivi per nascondere la verità dei fatti e dei numeri, anche secondo il primo baùscia de Milan che passa dai navigli? Chi ha squartato e svenduto la sanità, facendo sparire 428 milioni di euro a Massa, o chi, invece, come noi, scrive per spirito di missione e senso di responsabilità, affronta tutto e non guadagna un euro, ma dipende dal buon cuore di chi la verità vuole ascoltarla ogni giorno nonostante la tirannia del Pd?
Caro Franchini, i nostri bilanci sono pubblici come quelli dell’Asl. Se li vada a leggere. Poi si risponda se è più facile nascondere interessi particolari in un bilancio di poco più di mille euro o in uno di centinaia e centinaia di milioni, dove spariscono anche i tirannosauri rex e i mammut.
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Consiglio finale: veda se a Pescia ci sono corsi serali per studenti-lavoratori. Torni a scuola, mi creda, per imparare a scrivere. La filosofia, la lasci tutta a Buridano: lui se ne intende, lei no. O a Diego Fusaro: lo ascolti.
Buona giornata. E tenga presente che,
Contro il dubbio che ti strappa
Niente è meglio della grappa!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Delitto delle libertà universali
Chi non lavora, non fa l’amore. Ma chi non risponde non può che farlo perché quello che gli viene detto e addebitato è inoppugnabilmente vero. Lo disse anche Perry Mason, se lo ricorda…
One thought on “covid-19 & filosofi. ROBERTO FRANCHINI, PESCIA, L’ITALIA E IL PARADOSSO DELL’ASINO DI BURIDANO”
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