di ANTONIO VITTORIA
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PISTOIA. Ieri, 14 aprile, a Pistoia si è svolto un incontro fra le rappresentanze sindacali e della sicurezza dei lavoratori di Hitachi Rail e l’azienda. Oggetto principale della riunione è stata la proposta di riapertura, pur se modulata, dello stabilimento pistoiese a far data da oggi 15 aprile 2020.
La segreteria della Ugl Metalmeccanici di Pistoia mi ha informato che, stante l’evidente quanto ancora preoccupante stato di emergenza sanitaria tuttora in corso sui nostri territori, i nostri delegati Rsu hanno preso atto che l’azienda si è presentata al tavolo con l’intenzione di procedere ad una riapertura “forzata”, ovvero, non propriamente autorizzata ma solo motivata dal fatto che l’ultimo Dpcm, risalente al 10 aprile scorso, menziona un codice Ateco 33.17 relativo alla riparazione e manutenzione di materiale ferroviario.
Trattandosi di una attività che non è da considerarsi prevalente al punto tale da giustificare la riapertura di un intero sito, quello di Pistoia, dove perlopiù si costruisce e si collauda, gli stessi hanno ritenuto inopportuno dare il proprio consenso ad un accordo che pare esser fatto esclusivamente a scopo di “profitto” e sicuramente poco vicino alle primarie necessità dei lavoratori che, in questo momento, vedono al primo posto la tutela della propria salute.
In quest’ottica, come Segretario Provinciale di Ugl Pistoia, non posso che essere d’accordo con questa scelta che deriva dalle medesime, condivise, valutazioni emerse nei confronti avuti dal sottoscritto con le altre federazioni locali ma anche con le segreterie Ugl delle altre province della Toscana.
Personalmente vedo con grande preoccupazione il fatto che, in un momento così difficile l’azienda Hitachi Rail, nel pieno di una pandemia che pare ancora non cedere e dar tregua al nostro territorio, immagini di potersi avvalere di una deroga ad un decreto presidenziale, forte di un accordo che porta con sé ancora troppi dubbi e preoccupazioni, non solo da parte nostra, ma da una grande e consistente moltitudine di lavoratori.
Come si fa a riaprire senza aver fatto una sorta di “punto 0”, come chiesto fin dall’inizio dei confronti da Ugl Metalmeccanici, andando quantomeno ad individuare eventuali soggetti asintomatici, prima di far tornare le persone al proprio posto in fabbrica? Non c’è dubbio che l’azienda abbia messo in atto ulteriori accortezze (es. turnazioni, percorsi dedicati, utilizzo Dpi, acquisto del termoscanner, etc.) ma si pensa davvero che in questa fase possa bastare solo questo?
Pertanto il sottoscritto, la Ugl di Pistoia unitamente alla Federazione Metalmeccanici locale con i delegati Rsu Uglm che giustamente non hanno firmato, intende fare appello al buonsenso delle istituzioni locali, chiedendo loro di pretendere da Hitachi maggiori cautele o, quantomeno, di attendere il Dpcm specifico che terrà conto dei programmi e di tutte le indicazioni prodotte dalla task force di specialisti a breve chiamata ad occuparsi della oramai famosa “fase 2” di ripartenza.
La città di Pistoia, che tanto si è adoperata nella battaglia di contenimento dell’epidemia, non si può permettere il rischio di nuovi focolai a causa di scelte troppo avventate.
Non osiamo pensare a cosa potrebbe accadere se tutto questo livello di attenzione, ottenuto anche grazie all’impegno dell’intera cittadinanza, venisse meno.
La salute e la sicurezza della persona devono, per noi, andare sempre avanti al profitto e per questo, augurandoci che mai nulla possa accadere, fin d’ora diciamo che saremo sempre e fattivamente, anche legalmente, al fianco di chi dovesse ingiustamente subire danni derivanti da scelte, in questo momento, a nostro parere troppo frettolose.
Antonio Vittoria
Segretario provinciale Ugl di Pistoia