covid-19. LA MORTE DI DIEGO BIANCO INSEGNA A SINDACI, PRÈFICHE E GUIDO-SUOCERE DI AGLIANA

Uniti, forti e sempre omologati: saremo tutti morti ed educati!

 

AGLIANA. L’apertura del quotidiano Eco di Bergamo è sul bel volto di Diego Bianco, già dipendente del 118 di Bergamo, con tanto di nome, cognome, età, oltre ai dettagli sulle ultime ore della sua vita, travolta in quattro drammatici giorni dal Covid-19.

Ma il quotidiano bergamasco ha dell’altro su cui riflettere: l’edizione del 14 marzo pubblica ben 10 pagine, ognuna con una cinquantina di nomi e cognomi di “venuti a mancare” (così facciamo contento anche il presidentissimo Artioli che preferisce questo termine a “morto”), ovvero di necrologi per la scomparsa di cittadini molti dei quali abbattuti dagli effetti della pandemia.

Così, ora, le prèfiche piagnone di Agliana e il Guido-Suocera, che ficca il becco dovunque, potranno aver materia di chiedere «risptetto rispetto rispetto» (sembrano grillini con l’onestà!) a tutti i bergamaschi stronzi come Vittorio Feltri.

Insomma una tragedia che ha sconvolto la città lombarda dalla quale, alcuni cittadini americani, che lì vivono momentaneamente, lanciano disperati appelli negli Usa a Trump per implorarlo di fermare il treno-America.

Le 10 pagine di necrologi del 14 marzo sull’Eco di Bergamo con nome cognome e foto dei morti di Covid-19

Ci piace sottolineare la lezione che viene purtroppo dalla Bergamasca proprio all’indomani della registrazione delle sanguinose polemiche avviate sul nostro articolo del 13 sera, sulla morte di Baldino Baldi: così ci confortiamo sulla nostra scelta di trasparenza, molto apprezzata da un migliaio e mezzo di lettori.

Noi non godiamo certo per questa morte aglianese: ma non vogliamo neppure che ci insegnino mestiere e vita gente che, del compromesso e del silenzio, hanno fatto la loro scelta esistenziale di reticenza pelosa anche dinanzi a casini amministrativi come certe storie nestiane o quelle di giovani e belle amministratrici del Pd che sono campate a Pane & Rose grazie a un silenzio condiscendente e connivente in odor di mutismo di tipo mafioso, cari moralisti aglianesi!

Fortunatamente sia il Sindaco Luca Benesperi che molti altri amministratori (l’assessore Ciottoli non ha ancora deciso, ha detto che ci farà sapere se o no, mentre altri ex-amministratori trombati il 10 giugno, sono incazzati e indignati) non vivono nel bergamasco: altrimenti come avrebbero potuto sopportare l’ingiuriosa pubblicazione della foto del responsabile del 118, Diego Bianco, o della comunità di circa 500 morti richiamati a chiare lettere sui necrologi del principale quotidiano locale, qualche volta anche con fotografia?

Anche il Tg3 non ha dato il nome del morto aglianese che, purtroppo, ha inaugurato la serie in provincia. In Toscana è vietato parlare!

Anche il Tg3 e Tvl Pistoia sono stati attenti e hanno tenuto un “basso profilo” omettendo il nome del Baldi che abbiamo volutamente riportato nel sottotitolo del nostro articolo, sottoscritto dalla comunità dei lettori con oltre 1550 like sui social: qualcosa vorrà dire questa partecipazione diretta e attiva dei lettori o no?

È bene che a Pistoia si taccia: perché Pistoia è una città del silenzio; dove tutti tacciono per definizione e libera scelta, e dove tutti lo sanno e va bene così a tutti!

Insomma il problema è un altro ed emerge nella sua drammaticità: la trasparenza, la correttezza e la professionalità applicati all’informazione non sono affatto un dovere laddove il pensiero omologante del politically correct trionfa ed è chiaramente difficile da estirpare perché coltivato da 75 anni di comunismo senza ossigeno.

Diego Bianco, scomparso per Covid a 48 anni

Purtroppo, il conformismo più che sociale socialista-sovietico è una malattia diffusa che colpisce l’intera comunità dei politici, sia di destra che di sinistra, in senso e orientamento trasversali.

Da segnalare inoltre la strumentalità dei molti ex amministratiori e consiglieri.

Brilla tra tutti la Silvia Banci, anche lei della Ferruccia. Si sono lanciati nella critica più esasperata e virulenta contro il nostro giornale, dimostrando con una diretta esercitazione sulla cronaca, la grave crisi culturale e di deficit intellettivo che purtroppo avvolge la classe dirigente e molti cittadini di Agliana/Agrumia, il contado che fu del gran puparo Magnanensi.

Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealbera.info]

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