PISTOIA. Abbiamo ricevuto e pubblichiamo:
Ascoltatemi, per cortesia. Questo virus, ci dicono, miete vittime e non guarda in faccia nessuno.
Siamo tutti “in attesa” e ciascuno di noi affronta il dilemma: toccherà anche a me? Chi lo può dire e chi lo può sapere, ammesso e non concesso che tutto quello che ci dicono l’Alda d’Eusanio o la Parietti sia vero, per chi ha lo stomaco di ascoltarle?
Comunque sia, senza scomodare citazioni illustri, “chissenefrega”!
C’è un aspetto che mi disturba: se muore qualche notabile, magari leccaculo da una vita, stigmatizzato dalla politica Dc-Pci-Pd e dalla furbizia che ne ha fatto un uomo eccellente e bravo, i miserabili quotidiani locali si profondono in laudi che soverchiano pure le imminenti celebrazioni pasquali.
Insomma, se muore qualcuno che donava il sangue, era un gioviale puttaniere o un professionista in carriera per sé e per i famigli, “laudazioni” e miserere a profluvio; se muore uno sciagurato, appunto, chissenefrega! Perché “the show (della vita) must go on”!
Mi scuserete per la citazione inglese, ma in questo momento sto pensando a quel fesso di primo ministro inglese che è in terapia intensiva e propagandava l’immunità di gregge. Insomma, quando muore qualcuno, ancorché conosciuto, che la sorte non ha risparmiato, tutto a un tratto diventa buono, integerrimo, solidale, genuino, difensore degli ultimi, eccellente, professionista umanissimo, etc. etc..
Per chi crede: Miserere nostri, Domine. Per chi non crede e per i leccaculo della cronaca nostrana, solo miserabili e miserevoli “coccodrilli” giornalistici con contorno di “gheisce” e donnine in sottana scura per nascondere il culo, data anche la tarda età.
A me, al momento, è andata bene; se così non fosse ricordatemi per quello che fui e come volle fosse scritto sulla sua tomba un mio amico, pardon, camerata : «Visse, morì. Libero, intransigente. Non dorme, veglia».
E leggetevi ’a Livella del principe De Curtis, in arte Totò.
Felice De Matteis
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