covid-19 pescia. ALLARME: È VERO CHE TUTTO IL REPARTO DI MEDICINA SAREBBE INFETTATO?

Covid-19. Per Renzo Berti meno pericoloso flirtare con Michelle Hnziker…

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TASK FORCE… COLABRODO?


L’ospedale di Pescia è o no in mezzo ai guai? L’ufficio stampa & veline dell’Asl vorrà dircelo?

 

C’È STATA una telefonata dall’ospedale SS Cosma e Damiano di Pescia verso le 15:30. Il contenuto, se verificato, sarebbe tragico:

In un reparto convertito a infetti-Covid-19 nei giorni scorsi sarebbero arrivati 4 pazienti sospetti.

In attesa di tampone sarebbero stati ricoverati nel reparto dedicato proprio per evitare ilcontagio.

La mattina successiva sarebbero giunti i risultati dei primi tamponi: tutti negativi.

Invece di aspettare, come da prassi, il risultato dei secondi, sembra che la primaria, dottoressa Grazia Panigada – fra l’altro grande sostenitrice del modello a intensità di cura attuato da Rossi-Marroni-Saccardi soprattutto con tagli a posti letto e servizi e dismissioni di realtà ospedaliere minori, come quella del Pacini di San Marcello –, avrebbe dato disposizioni di trasferire i pazienti in corsia.

Peccato però che un tampone su quattro, alla seconda rilevazione, sarebbe risultato positivo, per cui tutti gli operatori, i pazienti e quelli che sarebbero venuti a contatto con il paziente-Covid-19 risulterebbero potenzialmente infettati.

Gli operatori dell’ospedale di Pescia starebbero chiedendo istruzioni, ma nessuno sarebbe in grado di gestire la situazione.

Il tutto starebbe avvenendo nel più assoluto silenzio.

Un fatto di questo genere, per la sua gravità, meriterebbe, forse, un approfondimento con l’apertura immediata di un fascicolo da parte della procura di Pistoia, senza aspettare che finisca l’emergenza nazionale spedendo il tutto nel dimenticatoio delle calende greche.

Andrebbe fatto qualche controllo sulla cosiddetta Task Force, di cui farebbe parte anche la dottoressa Sara Melani, con in fermieri e personale allo sbaraglio senza mascherine (se non quelle alla «carta igienica») di cui anche gli operatoti pesciatini si lamentano nei messaggi vocali che abbiamo ascoltato.

Per quanto riguarda la politica sanitaria toscana, è il caso di ricordare che, nell’Asl Toscana Centro, la direzione generale di Paolo Morello Marchese si è costruita un tempio i cui pilastri (primari e dirigenti, personale inferieristico con incarichi speciali) sono stati scelti accuratamente per fede politica e consacrati come i preti e i vescovi di una chiesa laica nella quale si esercita il vero potere economico e sociale.

Maschera della Regione Toscana per l’emergenza Covid-12. Ma è inutile minacciare.I dipendenti, alla fine, parlano

A inizio emergenza, fra l’altro, le direttive sono state chiare: il Marchese ha dato ordine a tutti i sudditi di non rilasciare interviste, di non parlare con i giornalisti, di non fiatare fuori di ciò che accade in ambiente medico.

Ovviamente nel pieno e rigoroso rispetto delle libertà costituzionali e dei diritti dei cittadini. Unico abilitato, nell’Asl centro, a parlare? Il dottor Renzo Berti, direttore del dipartimento della prevenzione.

A questo punto chiediamo a Daniela Ponticelli, responsabile dei rapporti con gli organi di stampa, di spiegare pubblicamente come sia stato possibile che la collega Michela Monti della Nazione abbia potuto intervistare e far parlare la dottoressa Lucilla Di Renzo, che ha assicurato che al San Jacopo tutto andava alla perfezione. La Di Renzo era stata autorizzata con deroga speciale? O poteva farlo per meriti politici data la sua militanza nel Pd (cosa che, del resto, sembra valga anche per la dottoressa Panigada)?

Ma la dottoressa Lucilla Di Renzo ha parlato. Perché?

Gradiremmo, infine, che qualche volenteroso lettore fosse così gentile da inviare questa nota, ad Agliana, sia al sindaco Benesperi che alle signore Giulia Ammannati Palandri e Ambra Torresi.

Ma in maniera particolare al dottor Guido Del Fante, cavaliere del Tempio del Pd, sempre in prima linea nella difesa del Santo Sepolcro dei compagni.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Dovere di cronaca, critica e apertura dei Vasi di Pandora
Se il nazifascismo, oltre che nella violenza, consiste anche nel nascondere tutto a tutti, che dire dei democratici della nostra particolarissima Regione Toscana?


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