CALLE E GIGLI DEL NILO
E DI SPERANZA UN FILO…
PESCIA. Tre righe, ma solo tre, tanto per dire. E per celiare, così, su un simpatico birbaccione come Oreste che ha un nome antico e nobile e mi riporta al suo più stretto amico nella mitologia: Pilade. Sudiate su Google, come consiglia il chirurgo dottor Giannessi.
Oreste l’ho conosciuto quando imperversava nell’Uncem, a Firenze, con il suo amico Pilade (Aldo Morelli, ex presidente della defunta Provincia di Pistoia ammazzata dal Delrio che è aduso figliare quanto i conigli: ne ha nove, che forse dovranno campare i cittadini italiani disoccupati).
Abbiamo litigato a tutto tondo sulla sanità fin dall’inizio. E anche sulle ruberie (quindi il tema è congruo con la sanità stessa – vedi Massa e 428 milioni spariti nel nulla) in Comunità Montana Pistoiese.
Ed è ancora qui, come Vasco Rossi. Non si schioda e non se la piglia neppure se uno gli finisce il viso di schiaffoni: è un politico nato, Oreste; una specie di vecchio lamantino diccì con diverse macchie e ferite, ma certamente senza paura.
Anche nel caso Panigada-Melani-Pescia-pestegialla e impestamento ospedaliero, si è intromesso sedando tutti: «Pesciatini, tranquilli! Non corriamo pericoli!». Certo, quando uno nel pericolo c’è fino al collo, come fa, onestamente, a correre pericoli?
È da lui, credetemi. Perché è un bravo ragazzo e non vuole che la gente si senta in difficoltà o a disagio. Lo fa perché vuole bene ai suoi concittadini.
È per questo che gli tiene aperto il mercato della frutta (tanto neppure lì c’è pericolo: non ci va nessuno) e che ha previsto una distribuzione di fiori agli «angeli della salvezza».
Dico una battuta da umor nero: si tratta di un aiuto alle famiglie. Così non dovranno spendere quattrini in guanciali e corone se le cose dovessero andare male!
Sì, se però nessuno mi ha risposto sulla peste al SS Cosma e Damiano, una ragione ci sarà. Vero o no, dottoresse Panigada e Melani? O deve darvi il via l’ufficio stampa & proPaganDa?
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Delitto di critica, cronaca e satira floreale
Anche nella tragedia possono esserci elementi comici, come nella commedia spunti tragici [Shakespeare apocrifo della Ruga]