COSÌ CI INFORMA
IL SERVIZIO PUBBLICO
PER GLI SCETTICI che non credessero che la stampa organica esiste eccome, èccone un bell’esempio luminoso, adatto a ribadire il chiodo.
Non bastasse tutta la melassa di Fabio Fazio, l’intervista del Tg 1 al sindaco di Pistoia è un esempio di come non deve essere fatto giornalismo: specie se a farlo sono i quattrini dei contribuenti d’Italia che pagano forzosamente e hanno in cambio informazioni di parte, manipolate e vecchie.
Stamattina mi chiama Tomasi. È arrabbiato come una belva per quello che noi di Linea Libera abbiamo scritto su di lui nel pezzo del nostro bravo e scrupoloso Marco Ferrari intitolato covid-19. tomasi al tg1 delle 13:30 dimentica il pacini di san marcello.
Io non batto ciglio perché, in ossequio a un principio inderogabile per questo quotidiano, si ascolta e si dà voce a tutti: non solo a quelli del partito di cui siamo tesserati o che ci resta simpatico o che si guarda con l’umana simpatia legittima anche per i giornalisti, ma a tutti senza distinzione. È un modo di fare cronaca che oggi non è di moda: e si vede, si sente e si respira.
Alessandro Tomasi – che a telefono si sente evidentemente affaticato e stressato per i suoi buoni motivi – è indignato perché Marco Ferrari lo ha bacchettato dicendo che lui, il sindaco di Pistoia, non ha mai parlato di San Marcello e che non ha detto neppure un grazie alla gente di Montagna per l’uso del fu-ospedale Pacini.
«Edoardo – mi dice –, sai che nonostante la lunga amicizia e frequentazione sin dai tempi di Quarrata/news non ti ho mai chiamato e non ti ho mai rotto le scatole… Non ti ho mai chiesto nulla, ma, per la miseria: fate un pezzo in cui mi bacchettate e non mi date un colpo di telefono? Chiamatemi e chiedetemi lumi e chiarimenti, perdìo!».
Ho risposto che, con quello che succede in questi giorni di questo mese da stato di guerra, nessuno ripara a tutto e noi, che siamo rimasti in pochi a seguire il giornale, facciamo salti ribaltati.
Gli chiedo di essere puntuale e preciso ed ecco che la stampa organica di regime, di sistema, di Pd viene a galla in tutta la sua evidenza.
«Se andate indietro e leggete tutto quello che ho detto – dice Tomasi – o guardate i miei interventi su Tvl, vedrete che ho sempre parlato di San Marcello e ho sempre mostrato gratitudine alla Montagna…»
Ed ecco il meglio:
«Ma l’intervista mandata in onda dal Tg1 era di tre giorni prima, trasmessa tre giorni dopo e con tanto di taglio di barba e capelli. La questione di San Marcello non era ancora stata decisa. La verità è questa ed è ciò che vi invito a verificare per darne correttamente notizia».
Cari pistoiesi, cari filopiddini, cari sostenitori del sistema demo-matterel-montista, si può fare così? Capiremmo se si trattasse di un’intervista a Guccini sulla sua musica (un mio lavoro del Tirreno anni 90 che venne fuori un mese dopo), ma in questo caso, con cittadini che muoiono come mosche, si trattava di dare notizie come uova: fresche e di giornata, non di tre giorni prima, alla faccia del servizio pubblico e del pane raffermo!
«Vi chiedo di mettere a fuoco quello che ti sto dicendo; e sottolineo, con la chiarezza che mi contraddistingue, che nessuno ha inteso snobbare o offendere nessuno, tantomeno la gente di montagna che è stata chiamata a dare quel poco che le restava di un ospedale fatto a pezzi e disossato dalla sanità toscana. E concludo dicendo che ora che è chiaro a tutti che quella struttura era necessaria e non doveva essere depotenziata e dismessa, per cui occorrerà tornare a rivedere le decisioni della Regione e a sostenere l’assoluta necessità di rimettere in piedi e in moto un ospedale Pacini attivo ed efficiente come era quando la struttura veniva indicata come un’eccellenza del servizio sanitario».
Questo in sintesi il messaggio del sindaco Tomasi. E con la speranza di avere chiarito a tutti il suo pensiero e le sue valutazioni circa il futuro del Pacini.
Che dire della stampa del servizio pubblico e della signora Rai? Lasciamo perdere che è meglio, ragazzini di buone speranze segregati agli arresti domiciliari!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
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