NON FACCIAMO MARCIR TUTTO IN MELASSA
O DOBBIAMO TENER LA FRONTE BASSA
SAN MARCELLO-PITEGLIO. «Non condivido affatto il punto in cui si dice che il documento che la minoranza sta stilando andrà a fare compagnia agli altri e trovo offensivo per chi si mette in gioco per riportare il Pacini allo splendore di un tempo dire che è campagna elettorale.
Sinceramente se questo è l’aiuto ed il supporto che ci viene dato da questo sig. giornalista ne facciamo volentieri a meno».
Leggo queste parole di Venusia Ducci, capogruppo di minoranza Futuro Civico e resto stupito.
Se il Futuro Civico del Comune farloccone accorpato di San Marcello-Piteglio si profila sotto questa stella, «me la vedo brutta», disse la marchesa che camminava sugli specchi.
Anche solo pensare che le parole di Marco Ferrari possano essere prese come «l’aiuto ed il supporto che ci viene dato» è una bella overdose di presunzione: tanto più mortale se proferita da un’amministratrice locale (anche essere consigliere, seppure di minoranza, è fare amministrazione) e che, per giunta, o parla senza essere del tutto padrona del mezzo espressivo («… questo sig. giornalista ne facciamo volentieri a meno») o, peggio, si esprime con una patina di sfottò.
Vedere che la cultura dei nostri amministratori locali è, più che terra-terra, se non morta almeno sepolta viva, dato che definisce «offensiva» una semplice opinione di un giornalista nei confronti di «chi si mette in gioco per riportare il Pacini allo splendore di un tempo», ritengo che sia un modo scorrettamente indegno di voler accreditare che si è grandi solo perché si dice che del San Lorenzo Pacini (come scrive la velineria della Ponticelli dell’Asl) si vuol fare un miracolo come quello della storia di «Lazzaro, alzati e cammina».
Signora Venusia, ignoro da dove lei sia venusia, ma si dia una calmata: oggi i Lazzari sono finiti. Sono rimasti solo i lazzaroni, cose un po’ diverse, ma che lei, in quanto montanina, dovrebbe conoscere bene, visto che, in generale, diversi personaggetti di tali requisiti, prima hanno succhiato a morte il sangue della Comunità Montana, e poi hanno lasciato che fra il Rossi, il Marroni e la Saccardi, quell’affare farlocco di Comune fuso (forse meglio di cervelli fusi) si facesse sfilare il San Pacini di sotto il culo.
Facciamola finita di farla tanto lunga per un’opinione diversa dalla vostra! Il giorno che Eugenio Giani, scampato al Covid, verrà su con due valige di euri da 500, allora diremo che ce l’avete fatta. E vi elogeremo pure. Al momento, per favore, state zittini perché fra tutti, chi più chi meno, avete fatto pena per non dire peggio.
E tu, Giuseppe Montagna, amico e politico di lungo corso; persona anche spiritosa, vedi un po’ di tenere calma codesta Venusia: non aizzarla, visto che già parte da sé a testa bassa e picchia delle zuccate da sfasciarsi la capa!
Dàlle dei buoni input calmanti, più che dei cattivi consigli!
Buona Pasqua a tutti, ma nella piena consapevolezza che la libertà delle opinioni altrui non si discute, perché il giornale non è la pompa per gonfiare le ruote della bici di nessuno.
Il meglio l’ha pensato la Dynamo, vocata a svolgere funzioni di Social Valley (ma lontano da casa sua). Salute!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Art. 21 Costituzione dimenticata
Di buone intenzioni è lastricata la via dell’inferno. Anche il falegname che fece la croce intendeva fare un buon lavoro, Venusia: infatti s’è visto!