TOtsugeki RAigeki e poi Banzai:
con troppi TORA e lacrime son guai!
SE MAURO BRIZZI, ex sindaco della Sambuca, nel 1972 scoppiò gridando «È proprio vero che cristo non c’è!», quando portò via la fiancata della sua auto nuova alla farmacia di Pracchia, un motivo ci sarà pur stato.
Da Prima Pistoia (e Secondo Matteo…) ci viene – ieri nel tardo pomeriggio – la notizia che il Giappone riprenderà la guerra dei treni da stamattina 15 aprile: «Riceviamo e pubblichiamo il comunicato della Rsu Fim-Cisl in merito alla riapertura, decisa nella giornata di oggi martedì 14 aprile, dello stabilimento Hitachi Rail Italy di Pistoia da domani, mercoledì 15 aprile».
Il comunicato Rsu Fim-Cisl è collegato anche al richiamo di Hitachi Rail Italy chiude per tre settimane a Pistoia.
Ne abbiamo scritto anche noi in emergenza covid-19. da domani riapre in modo graduale hitachi rail pistoia. Ma stamattina Paolo Bruni interviene allarmato (hitachi rail. su tutti sia eseguito il test sierologico prima dell’ingresso in azienda) e chiede di mettere i dipendenti sotto controllo, nessuno escluso.
Personalmente siamo favorevoli a dare credito alla richiesta di Paolo Bruni e a scuoterci di dosso il pallido ottimismo della ripresa del lavoro: e vi spieghiamo perché in poche battute, senza che nessun altro organo di stampa locale lo faccia perché, forse, è troppo scomodo, troppo disutile e sicuramente non favorevole a certi flussi di correnti “sottomarine”.
In fila:
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l’Hitachi ha avuto l’onore di ospitare i pezzi del treno di Lodi: e già lì l’azienda avrebbe dovuto fare uno screening completo di tutto il suo personale – a qualsiasi costo, per la massima sicurezza dei dipendenti e delle loro famiglie, strette e/o allargate
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l’Hitachi decise (salvo nostri possibili problemi di memoria) di continuare il lavoro, ma improvvisamente invertì la marcia e volle la chiusura
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l’Hitachi – che si guarda bene dall’interagire con noi di Linea Libera – non ha mai dato ragione della politica della sicurezza interna nonostante i contatti Lodi-Pistoia. Insomma non si sa se l’improvvisa chiusura di tre settimane fosse stata decisa all’improvviso per casi (taciuti? temuti?) di Covid-19 in fabbrica
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l’Hitachi parla per interposti Rsu & Fim-Cisl (personalmente Jury Citera quando ha annunciato che ci sarebbero state tre settimane di fermo)
Notiamo, però, con estremo disappunto, che aldilà di questa funzione di «portavociato dell’azienda», né Rsu né altri hanno aperto bocca su un paio di episodi di una gravità non altrimenti definibile – a nostro parere – se non come “servile codardia utilitaristica”.
Ci sembra di ricordare che le uniche parole siano uscite di bocca soltanto ai Carc – ossia agli sparuti unici veri rappresentanti della sinistra operaia.
In questo primo ventennio (i ventenni, come ci hanno insegnato e inculcato in capo la provvida sinistra e la resistenza, portano male) di inizio-primo secolo di terzo millennio, il «sol dell’avvenire» ha smesso di funzionare; s’è spento e non vuole ripartire in nessun modo: carburante finito.
In fila:
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in Hitachi i dipendenti tirano ognuno l’acqua al suo mulino e si fanno gli interessacci sua, indebolendo il movimento dei lavorator, già di per sé fragile, e rafforzando l’arroganza tracotante non dei padroni, bensì dei manager superpagati che, anche nell’ottica sinistrorsa, si sono ridotti a fare la funzione di SS del padrone in aree di tipo Auschwitz-Birkenau
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in Hitachi (che a Pistoia ha licenziato in tronco un lavoratore-dirigente sindacale, dopo averlo sottoposto a procedimento disciplinare, e che ne ha censurato un altro) il movimento sindacale ordinario – con solare evidenza – serve a farsi i cazzi propri e non gli interessi dei lavoratori a prescindere
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in Hitachi funziona perfettamente la “legge del Lager” di cui parla Primo Levi: a chi ha sarà dato, a chi non ha sarà tolto
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in Hitachi vige l’oppressione di stato come nella Toscana di Rossi e nelle sue Usl: alla base dei lavoratori e ai primi gradini sindacali non allineati e coperti, minacce, bastone e licenziamento (esattamente il trattamento riservato a medici, infermieri, Oss e dipendenti Coop esterne in àmbiti ospedalieri), il tutto attuato dalle strutture sindacali (organiche? allineate?) e dai «piccoli capetti di settore» (nelle Asl: caposala, capocorsia, capodocazzo scelti e sistemati dal Partito Dominante)
In fila, ciò che ci aspettiamo:
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che Martella (ce l’ha bòna la sorella?) ci faccia individuare dalla sua Task Debolezz di partito e ci segnali alla Gestapo di Mattarella (o mozzarella? No, forse meglio stracchino)
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che la Task Debolezz/Keskifezz, insieme alla Stasi di Berlino, ci facciano salire su un treno che parte dal binario 16 di Santa Maria Novella
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che le tiranniche istituzioni dello stato (degenerativo della democrazia marcita) ci mandino a fare una bella doccia aromatizzata al Zyklon B
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che i parassiti di stato disperdano le nostre ceneri nel vento secondo la Nuova Costituzione del colpo di stato
Dovremo finire come Beate Bahner, l’avvocatessa tedesca rinchiusa in manicomio? Poi, di Covid-19, più ne muore, più neretti potranno essere accolti per la sostituzione etnica in atto, confermata anche da Madame Bellanova.
Ma la Procura della repubblica di Pistoia non si sveglia neppure al colpo del cannone?
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Diritto di godere di tutti i diritti naturali oggi negati
Il vero problema dei lavoratori non sono i padroni: sono i lavoratori stessi divisi fra loro e i servi dei padroni che fungono da cani del gregge e spingono le pecore dove devono essere opportunamente ammucchiate