covid, elections & whores. SERRAVALLE E LE FIBRILLAZIONI IN UN COMUNE DI PICCOLO CABOTAGGIO CON ANNESSA DISCARICA

Mentre si avvicina il tempo degli scontri elettorali, chi era morto fa come Lazzaro, esce dal sepolcro domestico e riprende a frequentare la piazza e l’Ariston. Nel frattempo, mentre i vertici di partito fanno i fatti loro, le pedine e i pedoni s’illudono (magari) d’essere eletti e di potersi comprare una seconda casa al mare con tanto di barca. Sì… Una bella barca di illusioni

 

Gli altri, tutti quelli che i partiti delle ciance imbéverano e gasano perché corrano – facendo loro ingollare corbelli di steroidi, ma sempre all’ultimo momento –, non hanno neppure un’unghia di speranza di poter acquistare un ettaro di cielo: spenderanno solo quattrini per partecipare alla corsa (che perderanno) a favore di chi, le mani in merda, le hanno già da lunga e collaudata pezza…

 

LA FIBRILLA È TROPPO FORTE:

VINCE E SCHIANTA ANCHE LA MORTE


Film consigliato ai troppi candidati rimandati a settembre…

 

UN ETTARO DI CIELO è un film del 1958 diretto da Aglauco Casadio, con Marcello Mastroianni e Rosanna Schiaffino. Lo consiglio vivamente – tanto si trova ancora su internet – a tutti i candidati alle elezioni regionali. Di qualsiasi partito essi siano.

Perché? Perché somigliano a quei tre pòeri vecchietti che comprano, da quel truffatore di Mastroianni, dei pezzi di cielo per poter far pagare il pedaggio agli aerei che attraverseranno le aree di loro proprietà, e così fare quattrini.

Con la lucidità del vero stronzo cinico – che però non vuole creare false illusioni come in quel tremendo film del 58 –, vorrei ricordare che, come del resto in tutta questa nostra falsa democrazia del cazzo, alle elezioni (dalla polisportiva di Boscabbaccano, alla presidenza della repubblica) vincono quelli che sono già stati unti con l’olio di partito giusto (olio di sintesi e intrallazzo) e che sono già stati vaccinati anti-merda: perché hanno acquisito gli anticorpi necessari che permetteranno loro di ingozzare la famosa materia organica che esce dal culo e che di solito finisce nel cesso.

Cristiano Giovannelli (Lega)

Gli altri, tutti quelli che i partiti delle ciance imbéverano e gasano perché corrano – facendo loro ingollare corbelli di steroidi, ma sempre all’ultimo momento –, non hanno neppure un’unghia di speranza di poter acquistare un ettaro di cielo: spenderanno solo quattrini per partecipare alla corsa (che perderanno) a favore di chi, le mani in merda, le hanno già da lunga e collaudata pezza.

È così che funziona la democrazia in questo paese da dopo Tangentopoli, fàmola corta!

La fibrilla di Serravalle è in pieno svolgimento. C’è gente che, morta da lunga pezza (penso a Giovannelli o a Tabarin, ma anche alla Querci, che per farsi vedere, ha dovuto scomodare la residenza cittadinica onoraria di Mussolini) s’è improvvisamente svegliata – dicono – e, come Lazzari usciti dal sepolcro, la domenica stanno all’Ariston, per farsi vedere e ricordare al popolo che loro esistono davvero. Convinti che vinceranno e faranno soldi a palate coi pedaggi degli aerei.

Antonio Tabarin è uscito dal sacello

Ma l’unica cosa aerea che Casale conosca, sono, ahilóro!, le scorregge puzzolenti della discarica del Cassero, prima sfruttata fino all’osso dai comunisti e poi sputata per terra come una boccata di tabacco masticato in uno scaracchio di almen 10 centimetri di diametro.

E visto che ormai l’elettorato è – dicono tutti – fluido (da intendersi come la famosa cacaiola dei campagnoli), c’è da aspettarsi anche che, proprio per non lasciare nessuno indietro, anche i vari lego-catto-comunisti-exfascioni o quant’altro, oltre che passare le mattinate domenicali all’Ariston, facciano anche qualche capatina in chiesa a cantar messa fra un cappuccino, un domenicano e una monaca di clausura.

Che buffo il mondo! E che stronzata, oltretutto. Come in tutte le cose, anche nelle regionali (dove tutto è già scritto come nella mente di dio che non esiste), molti saranno i chiamati e pochi gli eletti.

Vedremo chi passera e chi passerà. Per gli altri, ciccia! Resteranno debiti elettorali, il bruciore al culo e la consolazione da cercare in superalcoolici, vinsanti o prosecchini.

Domani Ermanno Bolognini parla sul Giornale di Pistoia?

Siamo però curiosi di vedere cosa dirà e cosa penserà Ermanno Bolognini in proposito, dato che pare che domani il famoso rompi di Casale dovrebbe uscire sul Giornale di Pistoia con una intera paginata tutta sua.

Ai candi[da]ti si consiglia di guardare Un ettaro di cielo, svaccati in poltrona o sul divano. A scelta sono ammessi: champagne, prosecco, Chianti o, per i più modesti, o un lecca-lecca o un diacciolo Calippo (anche super).

Bonne soirée!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Delitto di critica e di lesa maestà…

Secondo me, lui, però, passa. Perché difende l’ambiente e risanerà il Cassero


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