PISTOIA. Un lettore scrive: “Esiste oggi una forma di antifascismo archeologico che è poi un buon pretesto per procurarsi una patente di antifascismo reale.
Io credo. lo credo profondamente, che il vero fascismo sia quello che i sociologi hanno troppo bonariamente chiamato “La società dei consumi”. Pier Paolo Pasolini.
Creare è resistere. Resistere è creare.
La ricorrenza prossima della Liberazione metta in cuore il desiderio di libertà, di equità, di giustizia sociale; una società solidaristica e non più liberistica, dove l’idolo mercato come un nuovo faraone sta schiavizzando e inculcando la sua unica esistenza.
Il tallone nazi-fascista è stato vinto dall’unione delle forze conto un progetto disumano, oggi siamo a fronteggiare un totalitarismo più subdolo, pervasivo, apparentemente innocuo ma feroce che è questo turbo capitalismo finanziario che toglie diritti in nome delle riforme strutturali per adeguarsi alle leggi di una presunta “Unione Europea” ma dove lo spirito dell’Europa non c’è; c’è la dittatura del mercato.
La politica anemica e neutrale rispetto all’economia, una società frammentata e angosciata da risposte inadeguate, una disuguaglianza crescente. Come nel 1945, siamo davanti a delle rovine morali, dove l’uomo soffre ed è oppresso da un sistema non più sostenibile.
Non basta più l’indignazione, anche se è auspicabile dalle giovani generazioni rese narcotizzate dalla tecnica e dai mass media, ma una marcia della giustizia non violenta per urlare il furto di futuro e democrazia da parte di una classe dirigenziale ( politici, banchieri, tecnici) che hanno e stanno perpetuando in nome del neoliberismo deturpato il volto della democrazia sfigurata a solo esercizio formale di voto.
Un altra economia per un altra società che dia la possibilità di vivere e non di sopravvivere. Questo partito democratico ha gradualmente manifestato i tratti di un partito indistinto e plebiscitario partito della nazione per eseguire delle riforme nocive e in sintonia con i mercati”.
Massimiliano Filippelli