CREST… ALL’AMATRICIANA

Pirozzi, Sindaco di Amatrice, e Valerio Bobini del Crest
Pirozzi, Sindaco di Amatrice, e Valerio Bobini del Crest

AMATRICE (RI). Trasferta in Lazio per il C.R.E.S.T., il Comitato Regionale Emergenza Sanitaria Toscana, ieri venerdì 19 settembre, in una delle località considerata, a torto, marginale, ma con caratteristiche tali, bellezze paesaggistiche e specialità culinarie, che rendono l’Italia un Paese unico: Amatrice.

Nel piccolo Comune montano, posto al centro di una conca a 955 mt s.l.m., contornato da monti verdeggianti, idee, inventiva e determinazione non mancano di certo. Come tutte le comunità abituate a confrontarsi con un territorio vasto, reso problematico dalla morfologia e con scarse risorse, il problema diventa opportunità e il costo un investimento.

Questo aspetto a volte celato si coglie all’entrata del paese, dove un vecchio distributore di benzina dismesso, da costo e bruttura architettonica, diventa un simpatico e geniale distributore d’informazioni turistiche.

Il distributore di... informazioni di Amatrice
Il distributore di… informazioni di Amatrice

Tutto da queste parti è già ottimizzato, senza la necessità che governi e governatori di turno impongano spending review e tagli lineari, il cui unico scopo è il mantenimento dei loro privilegi. Che i risparmi siano fatti dove si annidano i veri sprechi e non dove i servizi sono già calibrati sulle esigenze dei cittadini e dove, oculate scelte amministrative permettono di mantenere, ad esempio, il trasporto scolastico, totalmente gratuito, perché l’obiettivo è creare le condizioni per far sì che la gente vada a scuola e rimanga a presidiare le montagne.

Andiamo subito al sodo. Andare ad Amatrice e non mangiare l’amatriciana, anzi le amatriciane, sarebbe stato come guidare una Ferrari e rimanere sotto i 130. Un obbligo a cui la piccola delegazione del C.R.E.S.T., si è, con ovviamente spirito di sevizio, sottoposta.

Le papille gustative sono impazzite. Non un’amatriciana, ma ben due: quella conosciuta in tutt’Italia, la rossa, e, con sorpresa, quella che è la vera matriciana, detta “gricia”, o bianca, al palato più delicata, ma con una tonalità di sapori più ampia, il tutto accompagnato da una birra artigianale sapientemente calibrata sui sapori dello squisito primo piatto.

Una bella gricia
Una bella gricia

Amatrice è recentemente balzata agli onori della cronaca nazionale per voler abbandonare il Lazio e annettersi alla Regione Abruzzo: una decisione presa in difesa e per il mantenimento sul territorio del piccolo, ma essenziale ospedale “Grifoni” messo a rischio dalla politica dei tagli del Governatore Zingaretti, che fa eco al suo vicino e compagno rosso/Rossi.

Un’iniziativa forte, presa dal Sindaco Sergio Pirozzi e pienamente condivisa dalla sua lista Civica. Da ex-calciatore e ora allenatore di calcio qual è, con tre passaggi vuole arrivare al goal, quindi, poche chiacchere e azione veloce in contropiede:

–  Primo passaggio. Minaccia la secessione e di passare armi e bagagli in altra Regione. Le opzioni certo non mancano: Amatrice confina infatti con altre tre regioni: Umbria, Marche e Abruzzo. La scelta, per motivi storici è però ricaduta sull’Abruzzo, originale regione di appartenenza fino al 1927.

–  Secondo passaggio. Indìce un Consiglio Comunale straordinario, tenutosi il 20 agosto, in cui viene approvato un referendum consultivo per decidere la secessione dalla Regione Lazio.

–  Terzo passaggio. Il battagliero Pirozzi si trova ora di fronte alla porta difesa da un attonito Zingaretti, non con una ma con ben due palle al piede, come del resto le gustose amatriciane di cui sopra, in questo caso rappresentate dal referendum già approvato e da un ricorso al Tar per impugnare il decreto del commissario straordinario alla Sanità che vuole riconvertire l’Ospedale in Casa della Salute.

Il centro di Amatrice
Il centro di Amatrice

Al Governatore del Lazio il Sindaco ricorda che l’Ospedale Grifoni è in una zona posta a 1000 metri sul mare, a 67 chilometri dal primo ospedale attrezzato, quello di Rieti, e in una zona ad altissimo rischio sismico, forse ben più disagiata di altre zone del Lazio, come Monterotondo, Bracciano o Subiaco che hanno visto riconosciuto il diritto alla sicurezza, prima che di quello della salute, chiesto dallo stesso Sindaco di Amatrice.

La stessa storia e situazione passata, ma non ancora conclusa per l’Ospedale Pacini di San Marcello Pistoiese, ma con differenze sostanziali che non si può fare a meno di evidenziare.

Sulla Montagna Pistoiese il ricorso al Tar e la difesa per l’Ospedale sono stati fatti dai cittadini, perché per gli amministratori, in parte passati, la riconversione dell’Ospedale in Piot e casa della Salute, è stata una cosa buona e giusta.

Il campionato che si sta giocando è lo stesso ed era normale che il C.R.E.S.T. e l’amministrazione Pirozzi si incontrassero, per giocare nella stessa metà del campo.

L'ospedale Grifoni di Amatrice
L’ospedale Grifoni di Amatrice

Un incontro concordato tra la realtà associativa Toscana e l’Amministrazione Comunale della piccola cittadina laziale (per ora), per un obbiettivo unico: il mantenimento dei servizi sanitari nelle zone montane e insulari, messi a rischio da scelte affrettate e poco ponderate delle Regioni, che per risparmiare mettono a rischio la sicurezza delle zone montane e premontante, vale a dire il 65% del territorio italiano.

NOTA SPORTIVA

Il Sindaco Sergio Pirozzi è anche l’allenatore della squadra di calcio del Trastevere che milita nel girone A dell’eccellenza.

L’ultima partita ha messo di fronte la squadra allenata dal Sindaco e quella del Monterotondo collocato, a differenza di Amatrice, in area disagiata e quindi con l’ospedale che non corre nessun rischio di chiusura.

L’allenatore-Sindaco, sensibile a questa tematica e sapendo del “disagio” della squadra avversaria, l’ha voluta agevolare facendola vincere per uno a zero.

La coerenza è coerenza e sui principi non si tratta. La scorsa settimana il Sindaco era però irraggiungibile e fonti interne ci dicono che non si sia visto in Comune.

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