CREST: «MANIFESTAZIONE PACIFICA IN REGIONE, NONOSTANTE GLI OSTACOLI»

CrestFIRENZE. Il Crest ringrazia tutti i partecipanti a partire dai cittadini, ai Comitati civici, alle associazioni sindacali, ai Sindaci ed ai Consiglieri dei Comuni partecipanti, ai Consiglieri regionali del gruppo d’opposizione per aver messo a disposizione le aule riservate ai gruppi politici e per averci aiutato nel faticoso compito di convincere la reception della Regione a farci passare.

Ieri (15 dicembre) è stato chiaro a tutti i partecipanti alla manifestazione ma anche ai passanti occasionali di qual era il clima all’interno della Regione e di quali fossero i propositi del Presidente Rossi della Giunta e del Presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani.

L’ordine impartito ai funzionari della reception e soprattutto ai poliziotti che stazionavano davanti al portone della Regione era: in primis dissuadere ed incutere timore ai manifestanti affinché recedessero dalla volontà di salire ed assistere allo svolgimento del Consiglio regionale tutto incentrato alla forzatura e votato all’approvazione della Pdl in sostituzione della legge 28 nello stesso giorno.

Quello a cui abbiamo assistito come Crest, come Comitati, associazioni ed istituzioni è stato semplicemente vergognoso.
Sentire il Presidente Giani dire che era stato lui con il placet dell’esecutivo dell’ufficio di Presidenza del Consiglio a dare disposizioni di limitare l’accesso a sole 25 persone, (per dare garanzia di svolgimento al Consiglio regionale, come se fossimo bombaroli pronti a farlo sabotare ) poi smentito dai componenti di tale ufficio che nulla sapevano di tali restrittive disposizioni è stata una grande delusione ed una conferma dello stato di sudditanza del Presidente alla Giunta regionale.

Constatare che nonostante le rassicurazioni e garanzie pronunciate dal Presidente Giani sulla sua imparzialità durante la sofferta e precedente riunione in Regione del 4 di novembre in occasione della presentazione delle firme, “che anche allora volevano rifiutare di accogliere” è stato un’altra conferma della volontà della Giunta regionale con l’appoggio del Presidente Giani che non si comporta da garante e superpartes ma da elemento aggiunto e funzionale, di lavorare per boicottare il referendum.

Lo stato di tensione, allerta e preparazione. Lo schieramento di poliziotti in tenuta antisommossa anche se dobbiamo riconoscere che alcuni agenti con il sorriso e gesti eloquenti c’hanno fatto capire che riconoscevano le nostre ragioni e che eravamo nel giusto e loro dovevano fare ciò che gli era stato ordinato di fare.
Evidentemente tra loro c’era chi più orientato all’obbedienza di quanto distillato e ad usare la forza.

Ribadiamo che il Crest è un’associazione di 14 Comitati toscani a difesa della Sanità pubblica e non un’associazione a delinquere, che stigmatizziamo il comportamento della Giunta Regionale così come quello del Presidente del Consiglio Giani che non garantisce ciò che promette, (imparzialità solo a parole) e che lo riteniamo responsabile di quanto accaduto, dal 4 di novembre ad oggi non avendoci ancora comunicato l’effettivo conteggio finale delle firme che noi riteniamo ritardato ad arte per fare da apripista alla riproposizione della legge 28 mascherata.

Eravamo andati in regione con intenzioni pacifiche ed era stato preannunciato da tempo per email la nostra presenza in quella sede per non subire un’ingiustizia e per garantire a 55.600 persone ciò che è loro diritto avere.
Un referendum sacrosanto.

Ribadiamo ed affermiamo senza falsi pudori e lo manterremo, che se la Giunta regionale con la complicità del Presidente del Consiglio non ci garantirà nei tempi il percorso per effettuare il referendum anche in contrasto ed in contraddizione con le norme nazionali vigenti in merito all’effettuazione dei referendum non esiteremo a ricorrere alle vie legali ed a denunciare i responsabili delle violazioni effettuate.

La nostra manifestazione rimane una manifestazione pacifica e le precedenti da noi effettuate lo stanno a dimostrare così come le precedenti visite effettuate in Regione dove era stato permesso di salire a circa 50-60 persone senza che vi sia mai stato uno screzio o un qualcosa da addebitarci nonostante il comportamento irritante tenuto da chi avrebbe dovuto garantirci democrazia ed imparzialità.

Continueremo nel nostro pacifico e produttivo lavoro fino al raggiungimento del sacrosanto referendum da svolgersi nel 2016 che nessuno ci deve impedire e ricacciamo indietro ogni tipo di provocazione.

Valerio Bobini

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