cronaca & storia. I GIORNALI ORGANICI DOVREBBERO FARSI SPIEGARE IL GIORNALISMO MONTANELLIANO DAI SOSTITUTI GIUSEPPE GRIECO E CLAUDIO CURRELI

I genitori insegnano la didattica ai docenti; i democratici insegnano la democrazia a suon di insulti, chiamando fascisti quelli che non la pensano come loro; i magistrati (fortunatamente non tutti) insegnano perfino grammatica, stilistica italiana e lingua petalosa dell’Accademia della Crusca e della Semola…



IL CARROZZONE VA AVANTI DA SÉ

CON LE REGINE, I SUOI FANTI, I SUOI RE


 

 

Nel mondo antico la preparazione professionale era certa e diretta. Per fare un mestiere occorreva studiare teoria e tecnica.

Luciano di Samosata produsse, ad esempio, un Come si deve scrivere la storia, invitando quelli che ambivano a fare gli storici, come Paolo Mieli, ad adeguarsi a certe regole.

Anche nelle scuole universitarie di giornalismo (Urbino, da me frequentata negli anni 70) si insegavano materie come Teoria e tecnica del giornalismo, cui seguivano le varie specializzazioni.

Oggi tutti insegnano tutto a metà prezzo – stile ordina un Glovo – e specialmente se non sanno farlo.

I genitori insegnano la didattica ai docenti; i democratici insegnano la democrazia a suon di insulti, chiamando fascisti quelli che non la pensano come loro; i magistrati (fortunatamente non tutti) insegnano perfino grammatica, stilistica italiana e lingua petalosa dell’Accademia della Crusca e della Semola. E il più delle volte la fanno… fuori dal vaso.

I giornalisti dell’ordine (quelli attovagliati al desco delle procure) però, non rispettano le famose cinque regole di 10 in amore: chi, come, quando, dove e perché.

Prendo spunto, stamattina, dai due articoli di Martina Vacca (La Nazione) e di Massino Donati (Il Tirreno). E rimprovero loro una colpa grave nell’avere omesso i nomi dei due genii come:

  1. il pubblico ministero o sostituto che ha formulato il capo d’imputazione del meccanico montano drogatore d’Olanda, e ne ha richiesto il rinvio a giudizio;

  2. il Gip che ha inflitto magnanimamente gli arresti domiciliari (e tutto il resto a seguire) al malcapitato, dichiarando, come da prassi, che gli indizi di reato erano molti e convincenti.

Secondo il mio modesto parere di piccolo scrivano fiorentino fino dal 1967, quei due nomi (che mancano in generale almeno nell’85% dei casi nelle cronache locali e forse non solo), quello del Pm/sostituto e del Gip, sono fondamentali per l’informazione.

Furono parole di Coletta affidate a Massimo Donati…

E lo sono perché la «gente comune», cara a Tom Col, sia a conoscenza delle eccellenze della procura che impacchettano il cittadino e lo spediscono in Geenna.

Ma forse – e voglio essere malfidato come Andreotti – certi nomi si tacciono perché… non sia mai che chiudano i loro rubinetti di informazioni di sottobanco destinate alla stampa! Perché, come ha detto di recente anche dall’avvocato Andrea Niccolai, chi può dare notizie di procura se non i lavoratori della procura stessa?

E non sia mai che il cittadino debba prendere coscienza della facilità con cui, a Pistoia (ma, forse, anche in tutta Italia), prima la gente si arresta e poi si discute.

Magari, poi, in aula, si manda un* sostitut* VPO impreparat*, che così si lavora meno e si fanno meno di quelle figure tanto care a Emilio Fede!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


Bella la vita che sene va Vecchi cortili dove il tempo non ha età, i nostri sogni, la fantasia ridevi forte e le paura era allegria!


Print Friendly, PDF & Email