crucifige. UN ORDINE DEI GIORNALISTI CHE È TUTTO UNA CREPA E FA CREPARE “CHI NON CREDE, NON OBBEDISCE E NON COMBATTE”

Si violano norme fondamentali della deontologia giornalistica, ma l’Ordine dei Cavalieri del Malto Kneipp di Vicolo Malespini 1 a Firenze, che fa? Apre un’indagine della disciplinare, ma poi chiude il caso con un semplice avvertimento… Cioè una bonaria pacca sulle spalle


Gli ordini professionali sono realtà peggiori di una loggia massonica. I poteri che li regolano sono tutto fuorché organi rappresentativi democratici. Stessa cosa che accade anche nelle procure della repubblica d’Italia. Ecco perché certe reminiscenze indegne vanno eliminate in nome del disciolto PNF!

PER CHI FA PARTE DI CHI COMANDA

NESSUN PROBLEMA PERCHÉ È UNA BANDA


Tra poco ti fo un encomio solenne. 1

 

Ogni volta che i giornalisti albigesi-albigiani-albini-alboini-albenghi etc. sono costretti a passare qualche ora di aggiornamento di tipo deontologico, i minuti non passano più fra tutte le pippe che i maestri del niente si presentano a proporre ai corsisti. È tutto uno spippolare sui cellulari e i tablet per ingannare il tempo.

Qualche relatore insegna che non si dice negro ma nero, clandestino ma immigrato, nano ma diversamente alto, cieco ma non vedente e così via.

Guai a infrangere le regole del generale Menga, rifondarole della lingua italiana. Perché, per i giornalisti toscani, la lingua sembra sia stata inventata da Dio solo per un fine e uno soltanto: leccare il potere. Poi rileccarlo. Poi rileccarlo ancora non fino alla consunzione del lecca-lecca (potere), ma dello strumento con cui si lecca il lecca-lecca, la lingua, appunto.

Nella cretinaggine frocia del politicamente corretto, certi giornali scrivono caxxo come se non si capisse che si sta dicendo cazzo. C’è niente di peggio quanto a beghinismo da vecchine sceme del vespro della domenica in una chiesa di campagna?

Qualche altro relatore (la trasmissione della scienza del lecco avviene, in aula, per mezzo di relazioni orali) ci rivoga la regola che i nomi non vanno detti per non sputtanare le persone.

Così oggi, sui cosiddetti giornali, si finisce per leggere solo articoli e notizie del caxxo che sono piacevoli quanto il ruzzolare una scala; scritti che sanno di farina di grilli e di piattoloni e, per di più, senza sale (come si verifica nelle zucche sciape di chi indottrina i destinati al culilinguo).

Qualcun altro ancora, fra i maestri del nulla, ricorda severamente la regola che, delle persone diversamente abili (non disabili, guai!) e con problemi (non handicappati, guai!) non vanno messi né nomi né cognomi né foto né moto né scroto né presente e neppure passato remoto. Perché tutto vìola la loro prìvaci, andando a intaccare la riservatezza preservativa delle loro patologie. In realtà le patologie peggiori ce le hanno i radical stile Saviano, Scurati, Schlein, De Luca, Bonelli, Fratoianni, Bonino e Marcellino pane e vino.

Poi si scopre che un pubblicista di quotidiano pistoiese online (che non è questo) racconta per filo e per segno, con genio ed ingegno, a nome del pio Bardelli (r.i.p.), il nome-cognome di una persona fragile licenziata dalla Maria Assunta in Cielo, con un fiocchino sulla banana per ornamento. E mette in luce – questo perfetto servetto del PoDere, che la persona licenziata di cui sta parlando, non c’è tutta; le manca un venerdì, ma anche un sabato; e in passato ha dato talmente di fuori, da tentare il suicidio dal ponte della Brana di Porta San Marco.

Come potete vedere, le violazioni del caxxo ci sono tutte. In fila e in filo come una collana di perle (o di pirle?).

Tra poco ti fo un encomio solenne. 2

Ma l’Ordine dei Cavalieri del Malto Kneipp di Vicolo Malespini 1 a Firenze, che fa? Apre un’indagine della disciplinare, che poi chiude il caso con un semplice avvertimento (bada, t’avverto di tener l’uscio chiuso e non aperto…!).

La storia del licenziato dalla Maic di Pistoia è grave, sotto il profilo disciplinare. Ma il giornalista finito in mano alla disciplinare è del Pd: per cui basta dargli una pacca secca sul cranio come fa l’agente Leroy Jethro Gibbs a Anthony DiNozzo nella serie Ncis. Tutto lì.

A Luigi Egidio Bardelli, che raccontò la storia del tentato suicidio, nemmen quella. E guardate che di quanto dico, come al solito, non essendo io né un Curreli né un qualsiasi sostituto della procura di Pistoia, “tengo le prove”, amici cari. E posso pubblicarvele tutte, se succede qualcosa!

Fine della narrazione del fatto. Poi, con il solito vizio di verificare che mi è proprio e che sta sulle palle a tutti, sorvolo casualmente sull’anagrafica dell’albo dei giornalisti toscani e trovo i begli esempi dei giornalisti colpiti dai fulmini di Zeus tutti trascritti in pubblico e in chiaro. Si leggono nomi, cognomi, date e tipi di sanzioni disciplinari inflitte. Così, chi vuole, può saziare qualsiasi curiosità del caxxo. L’essenziale è che si végga come i giornalisti sian ligi da Firenze a Parigi!

Coletta, Curreli, Grieco & C.: ma siete assolutamente certi che io non sia più un giornalista o, come al solito, avete fatto tutto da voi senza indagini perché «voi siete voi e noi non siamo un caxxo…»?

Ma, a mio avviso, è un gran casino, mi pare, gente! I presidenti albigiani predicano bene e ràzzolan da cani? No. Peggio ancora.

Se non si dice, non ci si crede. A parecchi giornalisti toscani, in nome del rigore, botte da orbi: a una più o meno indegna non-giornalista, che ne ha combinate “d’ogni color di fior rossi e vermigli”, la fedina penale dell’ordine dei gazzettieri è candida come un giglio, mentre andrebbe trattata col Vagisil.

Non capite? È semplice: l’indegna non-giornalista era ed è di dichiarata fede Pd. E su questo potrebbero darvi lumi e spiegazioni sia l’attuale presidente albigese, Giampaolo Marchini, che una nutrita schiera di altri operatori operandi nelle file delle SA-Commissione di Disciplina. Meno non riesco a dire.

O procura di Pistoia, non mi piacciono i farisei. Né quelli come voi, Coletta e Curreli in testa, né quelli come gli uomini-blob adattabili dell’Ordine dei Giornalisti di Firenze.

È chiaro perché ritengo immondo essere legato alla greppia di un ordine-tempio da raccapriccio?

Nato nel 1947 e persona libera, non sento affatto il bisogno di «autorità costituite» come dice la Gip Martucci. Perché le «autorità costituite», come la Faustina del Marchese Del Grillo, sono quasi tutte senza mutande!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana



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