PISTOIA. Giovanni Capecchi, docente all’Università di Perugia, è un narratore affascinante ed accattivante e sarà protagonista del terzo incontro del ciclo “Pensando ad Atene, riflessioni sulla democrazia contemporanea” organizzato da Associazione Culturidea, Fondazione Luigi Tronci con il patrocinio del Comune di Pistoia.
Questo terzo incontro è martedì 26 gennaio dalle 21 in corso Gramsci 37 e fa seguito ai due appuntamenti che lo stesso prof. Capecchi ha avuto nell’omonima trasmissione televisiva in onda su Tvl, condotta da Riccardo Fagioli con il medesimo tema trattato.
Tra gli autori che saranno presentati: Lussu, Gadda, Ungaretti, Giani e Carlo Stuparich, Slataper, Stanghellini, d’Annunzio, Marinetti, De Roberto, Saba, Salsa, Monelli e molti altri ancora. Ne verrà fuori, alla fine, una sorta di racconto antologico, accessibile, utile, interessante per il pubblico degli insegnanti, studenti e appassionati di letteratura e storia che saranno presenti martedì 26.
In campo letterario, non esiste tema che abbia generato più opere della guerra: essa è da sempre una delle grandi matrici del discorso narrativo. Sulle battaglie, sugli eroi, sulle conquiste e sulle sconfitte si è costruita, nel corso dei secoli, una buona fetta del nostro immaginario.
Una attenzione particolare, il prof. Capecchi, la pone all’opera di Emilio Lussu e del suo romanzo sulla I Guerra Mondiale.
Scritto nel 1936, apparso per la prima volta in Francia nel ’38 e poi in Italia nel 1945, il libro ”Un anno sull’altopiano” e racconta le vicissitudini dello stesso autore, coraggioso soldato italiano.
Questo è un libro che ancora oggi rappresenta una delle maggiori opere che la nostra letteratura possegga sulla Grande Guerra.
L’Altipiano è quello di Asiago, l’anno dal giugno 1916 al luglio 1917. Un anno di continui assalti a trincee inespugnabili, di battaglie assurde volute da comandanti imbevuti di retorica patriottica e di vanità, di episodi spesso tragici e talvolta grotteschi, attraverso i quali la guerra viene rivelata nella sua dura realtà di “ozio e sangue”, di “fango e cognac”.
Con uno stile asciutto e a tratti ironico Lussu mette in scena una spietata requisitoria contro l’orrore della guerra, descrivendo con forza e autenticità i sentimenti dei soldati, i loro drammi, gli errori e le disumanità che avrebbero portato alla disfatta di Caporetto.
Questo terzo incontro segue la conferenza sulla relazione umana tenuta dagli specialisti Francesca Longinotti e Roberto Ciabatti e il meraviglioso racconto su “Romeo e Giulietta” del prof. Roberto Fedi, tutto nel ciclo fortemente voluto dall’Associazione Culturidea e dalla Fondazione Luigi Tronci con il preciso intento di dare dei segnali inequivocabili su come diventi sempre più indispensabile pensare alla crescita intellettuale e civile della nostra società.
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