curiosità. MA I PROF. SONO UOMINI LIBERI O RACCOGLITORI DI COTONE?

 

Raccolta del cotone nelle piantagioni del Miur [foto d’archivio]

SE UNO SCAPPA LIBERANO I CANI?


La sede dell’Istituto Barone De Franceschi

 

ALCUNI DOCENTI pistoiesi, parlando per caso con me, mi hanno raccontato un curioso particolare della nuova dirigente scolastica, la professoressa Concetta Saviello, salernitana (9 novembre 1965), laureata in lettere moderne e poi – sembra – transitata attraverso la media di don Milani (riformata) e il sostegno alla scuola superiore, con carriera conclusiva «pro tempore» a Pistoia, dove guida il De Franceschi di via Dalmazia e il Pacinotti di San Vitale (che, in armonia con i progetti di inclusione e di integrazione, non sembra avere molta simpatia per i fratelli poveri degli orti e degli ortaggi).

Il suo regno si estende per tutto (come si legge in testa al sito istituzionale) l’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura, Ambiente, Artigianato, Benessere e Industria.

Giuro, “quant’è ver’Iddìo”, che quando rinascerò (e spero non cervo a primavera), voglio iscrivermi in quella scuola e precisamente al settore «Benessere»: al Liceo Forteguerri mi fecero sudare e ammattire; mi ruppero i corbelli, ma lì, perdìnci, ci sarà chi mi fa i massaggi con i piedini tipo tailandese e vivrò felice e beato con sani ortaggi a Km zero.

Ci sono molte cose, dunque, che mi attraggono nella scuola della Concetta sine labe originali (come da litanie). Nella mia seconda vita, sarei felice di vivere nel benessere, dato che in questa mi hanno perlopiù «scassàt’ i ppàll e ppure strazzàt’ a uàllera»: ma ce n’è una, in particolare, che – come dicono i pistoiesi – «mi frattiene dimolto», cioè mi tiene alla larga da quel benessere là – sempre che sia vera e la do con totale beneficio d’inventario.

Mi riferiscono che la professoressa Saviello avrebbe suggerito ai suoi docenti di stare in campana su Facebook perché la legge «punirà i fabbricatori e gli spacciatori di biglietti falsi»: per chiarire, è vietato parlare di scuola (tranne che per scrivere panegirici, preghiere ed elogi); è vietato esprimere opinioni contrarie all’istituzione in sé e per sé; è vietato parlare con stampa e giornali senza avere avuto il preventivo benestare del padrone o del suo legale rappresentante. Insomma: vietato pensare e avere opinioni proprie.

Tu mi turbi, diceva Benigni nel 1983. Questa idea dei presidi-padroni della vita e delle libertà costituzionali castrate, non è affatto nuova: è tipica dei liberti che, graziati dal dominus, gli restano così fedeli che perdono la testa (se mai l’abbiano avuta) e sono peggio dello stesso stato tiranno. Sempre che il sussurro sia vero, prof. Saviello!

Istituto Pacinotti di Pistoia

Non so quale sia l’orientamento politico della preside né voglio saperlo. Ma non importa: sia che sia levogira sia che sia destrogira, meglio farebbe – credo – ad occuparsi di come e quanto insegnano i suoi docenti, piuttosto che stare a spippolare su internet per vedere quali sono i loro pensieri nel privato; o peggio fare come fa l’Asl: mettere qualche Kapò fisso al video per fare rapporto ai dipendenti se le loro opinioni non collimano con quelle del vertice. E chiariamo di nuovo: se davvero è vero quel che mi è stato soffiato.

Per quello che mi riguarda, non c’è nessun altro più contrario di me a Facebook e ai social che di solito chiamo «troyal». Ma tra questo e il sentir dire certe cose a un servitore dello stato, che ha il compito di rispettarne la Costituzione e le leggi, c’è davvero tanta strada.

Quanta da Salerno a Pistoia, che mio padre, povero falegname e orfano della Prima Guerra mondiale, fu costretto a fare a piedi l’8 settembre sotto il cannoneggiamento degli alleati che (anche se non sembra che si sia capito) ci liberarono dal dovere del pensiero unico imposto a forza, o ispirata sinistra democratica!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Libertà: studiare l’art. 21 della Costituzione
Doveri: studiare l’art. 54 della Costituzione


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