
SERRAVALLE. Alcune considerazioni sul sistema nazionale e locale sanitario. Che esistono dei problemi è innegabile, ma a oggi, fortunatamente la politica catto-comunista ha garantito a tutti i cittadini a prescindere dal reddito di essere curati.
Nel nostro Paese esistono regioni con eccellenze sanitarie mondiali in particolare al Centro-Nord Toscana inclusa, basti pensare Siena, Pisa e Firenze, mentre altre sono le realtà in particolare nelle regioni del Sud dove per ragioni clientelari il sistema non funziona anzi è da terzo mondo.
Secondo il Sole 24 ore del 7 ottobre 2014, l’Italia, è al terzo posto nel ranking mondiale dell’efficienza dei sistemi sanitari nazionali. A stilare la classifica è Bloomberg, in base ai dati forniti da Banca Mondiale, Fondo monetario internazionale e organizzazione mondiale della Sanità.
Il bistrattato Ssn italiano nell’olimpo dei sistemi sanitari, dunque, distante anni luce da Usa (44° posto) e Russia, fanalino di coda, e saldamente in testa tra i Paesi europei. Per dire: la Francia è solo all’ottavo posto, il Regno Unito del National Health Services al decimo.
Un pensiero va ai tanti detrattori anche locali che vedono la soluzione ai problemi sociali nel liberismo, in particolare americano. Vediamo come funzionano in Usa, per l’americano medio: le prestazioni sanitarie sono coperte da apposite assicurazioni solitamente offerte come benefit oltre allo stipendio, cui sono ovviamente legate in modo direttamente proporzionale.
Chi viene licenziato le perde immediatamente, e quindi si prende pure questo guaio aggiuntivo! Pagarsi da soli l’assicurazione è davvero oneroso, e pagarsi le prestazioni di tasca propria è praticamente impossibile per la maggior parte della popolazione: tanto per darvi un’idea una visita un “Urgent Care” (una forma di guardia medica evoluta che esiste qua, per interventi rapidi ma che non richiedono il pronto soccorso) costa all’assicurazione 240 $, 400 se si fanno gli esami del sangue, notti in ospedale (non di eccellenza massima) a 15000 $ e di trasporti in ambulanza a 8000! La sanità non solo è privata ma non esiste un tariffario nazionale di riferimento.
Ciò significa che ogni struttura fa letteralmente i prezzi che vuole. Una appendicectomia 25 mila $, 4 punti ad un dito 1600$, un parto eutocico fino a 30.000. Però se poi vai nelle amministrazioni degli ospedali e si tratta, il prezzo miracolosamente si abbassa quasi fino a dimezzarsi, a riprova del fatto che la prima fattura era una furto.
Il fatto che non esista un tariffario nazionale indicativo delle prestazioni, qualcosa che sancisca che – ad esempio – un elettrocardiogramma in pronto soccorso può costare 700 $ ma mai arrivare a 1500, cosa che accade, fa sì che il paziente, pur con buona assicurazione, si accolli scoperti esosi pari al 20% della spesa. Non solo: al premio che è proibitivo se si è costretti a pagarlo da sé, si aggiungono out of pocket, franchigie, copay, ticket.
Quindi anche con l’assicurazione non si risolve niente, perché le fatture pesano e peseranno come spade di Damocle a vita, tali e tante sono le spese che finiranno in capo al singolo. In poche parole nel caso di gravi patologie i poveri sono condannati a morte certa, altro che riciclarsi come vorrebbero alcuni dei nostri politici locali che vedono nel sistema iperliberista la soluzione a tutti i problemi, non capendo (o forse lo sanno benissimo) che determinate categorie sociali avranno sempre bisogno di aiuti.
Felice di vivere in Italia che pur con suoi tanti difetti, per me resta il più bel Paese al mondo.
Roberto Daghini
Consigliere Comunale di Serravalle
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UN BEL PAESE CHE È SOLO
UNA “FORMAGGIATA” GALATTICA
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TUTTO BENE e pienamente d’accordo su tutto. Resta solo un piccolo particolare: ora Daghini deve farsi ricevere da Rossi Enrico, Granduca di Toscana, e deve convincerlo di smettere di tagliare, tagliare e tagliare di tutto di più.
Provi, Daghini, a vivere a Pian degli Ontani; a rompersi un femore e a fare il giro della provincia dalle 8 la mattina per finire alle 21 a Pescia e per caso; o a seguire l’iter di un ottantenne con la stessa patologia a Pistoia (vedi).
Provi, Daghini, a chiedere un test di ecodoppler e a farselo dare a sei mesi di distanza anche se ne ha un bisogno-cane (vedi).
Provi, Daghini, a stare al pronto soccorso del San Jacopo 5-6-7 ore e ad essere ricoverato solo perché improvvisamente gli prende un’ischemia cardiaca e per poco non va al creatore del Bel Paese (per ora, questa, ce la teniamo ancora come notizia riservata, ma garantiamo in parola che la cosa sta proprio così). O provi a fare la trafila di un paziente della Montagna che, presentatosi a quel “prontosoccorso mezza-calzetta” che c’è al Piot, gli viene detto che non ha nulla, viene invitato a fare il giro della Toscana (Massa) e finisce morto un paio di giorni dopo (era parente di un ex-sindaco di San Marcello). Si sente bene con questa sanità da catto-comunisti, il Daghini?
È ancora contento di vivere nel “Bel Paese Galbani” fra i catto-comunisti che a Pistoia spendono più di 20 miliardi all’anno delle vecchie lire per pagare stipendi d’oro ai loro inutilissimi Dirigenti sposta-fogli, mentre tolgono pediatria a Pescia e alla Valleriana…? Perché non prova a chiederlo alla signora Eva Giuliani per sentire cosa ne pensa lei (vedi) o a prendere lezioni di recupero da Valerio Bobini, il Presidente del Crest-Toscana? Ce lo possiamo mettere sùbito in contatto, se ce lo chiede, e vedrà che potrà rivedere le sue idee felicistiche!
O non sarebbe meglio, secondo Daghini di Prc – che però assomiglia tanto a Pangloss di Candido – ripensare, il prossimo anno 2017, a distanza di un secolo netto, a sparare un nuovo bel colpo dell’Aurora sopra l’Hermitage della mala politica catto-comunista…? Così, tanto per riavviare un timido discorso di… ridistribuzione della ricchezza catto-comunista formato-Italia.
Buon Bel Paese a tutti, Daghini compreso!
Edoardo Bianchini
A divulgare la propaganda del granduca Enrico Rossi e della sua cricca, non bastava l’addetta stampa della USL di Pistoia, Dott.ssa Daniela Ponticelli con i Suoi copia incolla, che ne arriva un secondo.
Sig. Roberto Daghini, cosa le hanno promesso per mettersi a disposizione e scrivere queste assurdità.
Non se l’abbia a male, ma se Lei è veramente convinto di quello che ha scritto, non c’è assicurazione che possa coprire il suo “caso”
ROBERTO DAGHINI RISPONDE E PUNTUALIZZA
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Gentile sig. Flavio Ceccarelli,
nel mio articolo non dico che nella sanità italiana va tutto bene. Faccio solamente un’analisi non filosofica, non mi riconosco in Pangloss di Candido. Volevo fare un confronto con il nostro sistema sanitario nazionale a quello di altri paesi, tra cui quello iperliberista americano traendo alcune considerazioni.
Le assicuro le cose da me scritte sono il pensiero di molti. Certamente gestire la sanità non è semplice, esistono stipendi d’oro e spechi che del resto nessun governo di centro sinistra e centro destra ha mai risolto.
A ciò va aggiunto la stretta monetaria imposta dall’Europa e altri problemi. Certamente un’oculata gestione delle risorse eviterebbe molti guai in particolare per i piccoli ospedali. Per farle un esempio l’ospedale di Porretta, pur con i tagli, mantiene un livello di assistenza adeguato, San Marcello no.
Stesso discorso con le strutture ospedaliere di città, esistono eccellenze e presidi che non funzionano. Questo perché il livello di gestione è molto carente.
Quello che volevo dire è che in Italia nessuno rischia di morire perché non può pagarsi il pronto soccorso o cure prolungate, un minimo di assistenza pur con tutti gli annessi e connessi è garantito a tutti, compresi i farmaci salva vita.
Certamente errori e casi di malasanità ci saranno sempre, ma nessun paziente sarà rifiutato da un pronto soccorso perché indigente e povero. Non le pare che questa cosa si un fattore di civiltà?
Per quanto riguarda le promesse politiche da lei ventilate, la tranquillizzo, io non ho santi in paradiso e neppure all’inferno, sono solo un cittadino prestato alla politica, vivo del mio lavoro di fabbrica e conosco i problemi per averli vissuti sulla mia pelle.
Solo che non mi piace fare demagogia e esamino i fatti da tutte le angolature.
Roberto Daghini
Sig. Daghini;
io apprezzo molto i suoi interventi anche se comprendo che non sempre sono in sintonia con il mio pensare. Lei è un comunista, e se ne vanti, visto che tutti suoi ex compagni fanno a gara per “rinnegarsi”. Però, non pretenda di difendere la sanità toscana visto che legge, come me, gli articoli quotidiani sulla criminogena gestione.
Vorrei farle una domanda provocatoria: se segue questo quotidiano, cosa ne pensa delle dichiarazioni trionfali dell’ufficio stampa e propaganda dell’ASL 3 con i casi reali che quasi quotidianamente vengono denunciati?
P.S. Io gli americani li butterei uno ad uno nel cesso, e non sono comunista come lei.
Come cambiano i tempi! Cordialmente.