PIANA. Non ci interessa discutere delle cifre in ballo: il tesoretto di 352.000 euro è comunque poco per una comunità complessiva di 70.000 cittadini diversamente esposti e dunque danneggiati, spalmati su almeno 5 comuni.
Rileva la circostanza che il principale dei Comuni esposti all’inquinamento dell’inceneritore è – senza alcun dubbio, per come lo dice Arpat con il famoso studio del modello di ricaduta del 2009 – quello guidato da Mauro Lorenzini: Montemurlo.
Montemurlo è un’isola felice, dicono in Ato. Infatti, non si parla mai dell’impianto del Cis spa che orienta principalmente i suoi fumi a est (per causa dei venti dominanti), mai si rammentano le polveri fini che investono il campo sportivo dove vengono fatti allenare i giovani adolescenti e, nessuno, parla della “mai conclusa” indagine epidemiologica che, guarda caso, comprende e compara le comunità di Serravalle Pistoiese e Quarrata, comuni ampiamente sopravento e dunque non coinvolti dalle ricadute di inquinanti.
Il trafiletto in questione, precisa che il buon Ferdinando Betti, si è fatto spiegare (dall’Ato, non da un esperto in diritto amministrativo!) quanto era chiaro e che ob torto collo, tutti dovranno intendere: il ristoro dei danni è fondato su presupposti di regolazione tipo amministrativo e non ha alcuna riferibilità con le effettive consistenze del danno, proporzionale alle modalità di ricaduta sui vari comuni.
A poco rileva che Betti, lasci l’obolo da 100.000 euro al vicino Comune di Agliana, rileva e molto – a nostro immodesto parere – che il Comune di Montemurlo, definito dall’Arpat come l’area di massima ricaduta delle polveri e dei microinquinanti sia stato escluso da ogni considerazione.
Del resto, Mauro Lorenzini ha sempre preferito “chiudere un occhio” (se non entrambi) sulle minacce dell’impianto del Cis e quindi, non potrà oggi, rivedere e smentire i lustri di ignavia che hanno contraddistinto l’amministrazione montemurlese.
Quindi, i cittadini di Montemurlo, dovranno rassegnarsi alla “bocca asciutta” dovuta a questi anni di silenzio omertoso tenuto sulle clamorose criticità dell’impianto, collocato a 150 metri dal confine comunale (che è anche minore della distanza dal confine con il comune di Agliana!)
[Alessandro Romiti]