DANNY BRONZINI TRIO, È ARRIVATO “QUALCOSA DI SPECIALE”

Un trio fatto di quattro: Paolo Pee Wee Durante, Daniele Bronzini, Davide Malito Lenti, Carlo Romagnoli
Un trio fatto di quattro: Paolo Pee Wee Durante, Daniele Bronzini, Davide Malito Lenti, Carlo Romagnoli

CASCINA. Il prossimo fine settimana che pensate di trascorrere fuori porta, oltre all’occorrente indispensabile per trascorrere lontano da casa una o più notti, portatevi dietro anche Waiting for something special, il primo Cd del trio Danny Bronzini, con Carlo Romagnoli, Davide Malito Lenti e con la partecipazione, straordinaria, di Paolo Pee Wee Durante.

Certo, ufficialmente, in commercio, ci sarà solo a partire dal prossimo 18 maggio, ma a noi, i tre musicisti, ce l’hanno offerto in anteprima, al distributore fuori dal casello dell’autostrada di Pistoia, di ritorno da Conegliano Veneto, dove la sera prima avevano dato vita ad una delle loro serate live e in procinto di recarsi al Teatro Politeama di Cascina, dove ieri sera, invece, con un concerto degno delle migliori aspettative, hanno iniziato a presentarlo, dando ovviamente la precedenza alla terra più vicina al bandleader.

Accanto alla voce e alla chitarra – energiche come la sua giovanissima età, ma calibrate e sintoniche come se di primavere ne avesse già passate un visibilio – di Danny Bronzini, al basso del pistoiese Carlo Romagnoli, quotatissimo strumentista ormai in vista da parecchi lustri e alla batteria del livornese, naturalizzato pistoiese, Davide Malito Lenti, professore di ritmo, e non per esigenze circostanziate, Paolo Pee Wee Durante e il suo organo Hammond, l’Andy Capp delle tastiere, la lucida follia al servizio della musica. Era lì, Pee Wee, perché nel Cd, distribuito ieri ai primi assoluti acquirenti, il magico folletto strumentista, il suo Hammond c’è, in sei dei dieci brani in scaletta, e non se ne sarebbe potuto fare altrimenti.

Il consiglio di questo piccolo ingombro musicale da allegare ai necessaires del prossimo viaggio ve lo diamo solo perché, oltre che dal vivo, ieri sera a Cascina, il lavoro di sala prodotto nella Tana del lupo di Lucca con Giacomo Luporini e portato alla luce dopo una serie di sforzi non indifferenti, ma senza per questo sottoscrivere alcun compromesso che ne svilisse prestigio e antica originalità, ce lo siamo potuto ascoltare con cura e attenzione già nel pomeriggio, grazie al dono, gradito e non all’altezza di poter ricambiare, fattoci direttamente dalla band al gran completo, dal finestrino dell’autovettura che li riportava a casa dal Veneto.

Perché è un disco intelligente, che fonde meravigliosamente le anime poliedriche dei quattro strumentisti, ma con un obbiettivo comune e condiviso: la leggerezza, che si concilia, quasi naturalmente, con le valige che si caricano nella bauliera dell’automobile quando si decide di potersi permettere il lusso di chiudere il portone di casa con doppia mandata e partire. Si sarebbero potuti sbizzarrire in ricercatezze blues, visto che da lì, tutti e quattro provengono; si sarebbero potuti concentrare su un lavoro funky, altrimenti, soprattutto in virtù delle varie collaborazioni che singolarmente hanno avuto la possibilità, negli anni, di sperimentare. Sarebbe potuto essere un ritorno alle origini, questo Waiting for something special, quelle che assorbono chiunque si cimenti con la musica, il rock and roll, così come si sarebbero potuti divertire a dare lampi di world music, di jazid e sbalordire così gli ascoltatori della domenica.

Ognuno di loro, invece, pur ricordando perfettamente le strade che ha percorso per arrivare fin lì, ha deciso, singolarmente e come gruppo, di non inviare cartoline a nessuno e hanno preferito, insieme, dimostrare la loro alta familiarità strumentale sfiorando appena i porti d’attracco, senza mai gettare, in ognuno di questi, l’ancora.

Il trio fatto di quattro si inchina a fine concerto
Il trio fatto di quattro si inchina a fine concerto

È un Cd pop, si può dire, dove si ha l’impressione che gli anni siano quelli magici e prolifici di qualche stagione fa, dove i Beatles avevano ormai segnato indelebilmente la strada e su quelle tracce ci si sono poi avventati tutti quelli che si sono cimentati con la musica, dagli anni ‘80 in poi. Si sente la poesia americana, si avverte la ballabilità delle importazioni afro, trasuda di tutta la musica cantautoriale dell’impegno e del suo riflusso su solido piedistallo, una base rockblues che per fortuna condiziona anche i loro gesti più banali e naturali.

C’è proprio tutto, in questa piccola e preziosa raccolta, ma è solo accennato: non hanno usato evidenziatori, non sono ricorsi a neretti, né a grassetti Il carattere è sempre lo stesso, Times New Roman, calibro 14, senza corsivi. L’occhio viene pilotato in una lettura gradevole: l’orecchio, anche se distratto, deve fare attenzione ai continui cambi di scena.

Non a caso, Maria Giulia Costanzo e Paolo Marchetti, che hanno curato l’aspetto fotografico del cofanetto, oltre alle tre pagine interne in chiaro scuro dove ci sono i testi delle dieci tracce, nel quarto di copertina hanno dato la giusta soluzione culturale a questo lavoro, ritraendo i tre artisti, sotto il solleone, con i loro bagagli in mano subito dopo aver varcato un piccolo porticato fiorentino: Danny guarda verso destra, Davide, dalla parte opposta. Carlo invece, poco più dietro, rivolge il proprio sguardo non precisamente in perpendicolare, ma circa nel mezzo, invitando i suoi colleghi a fare altrettanto. Danny sorregge uno zainetto che ha a tracolla; Carlo porta un trolley; Davide invece un borsone nero, della Ufip (testimonianza preziosa), anche se la i e la p sono coperte da un paletto stradale.

Al termine dell’esibizione, i presenti che hanno riempito in ogni ordine di posti il teatro di Cascina, hanno voluto aspettarli, i quattro moschettieri: non per farsi autografare il Cd, che tutti avevano in mano, ma per abbracciarli e ringraziarli, soprattutto al piccolo grande beniamino di casa, coccolato da moltissimi spettatori che lo hanno visto crescere e sognare, ad occhi aperti e piedi ben poggiati per terra.

Siamo in molti, del resto, che stiamo aspettando qualcosa di speciale.

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