dar da mangiare agli affamati. MAIC-MARIA ASSUNTA IN CIELO, MA OPERANTE IN TERRA: «CARO BRACCO, LÈVATI DAI CORBELLI!»

Leggete la letterina di Natale a Ferraluglio 2020. Cadono tutti i mieli cinesi fatti senza le api e giornalmente sparsi e distribuiti intorno da Tvl-Bardelli, ferreo amministratore dell’aritmetica che non ascolta né dio né Gesù

 

IO PER FAR QUADRARE I CONTI

OR COL LURCI TAGLIO I PONTI!


Don Luigi predica per Tvl dal giardino dell’Eden di casa

 

ANCHE se mi impegnassi, mi riuscirebbe troppo difficile credere alla bontà disinteressata dei cattolici: ancor meno a quella dei cattolici pistoiesi, notoriamente “sfruttini” delle situazioni.

Mi riferisco all’Aias, poi Apr, poi Maic (dire Maic): in questo caso per il trattamento riservato a Lorenzo Lurci (in arte Bracco, la spalla di Massimo Bianchi in La Ronda): licenziato così, come potete leggere e vedere nella lettera che gli è stata inviata.

Non discuto del fatto in sé – non è materia mia e non voglio farne una «farina del mio sacco». Rifletto solo sul modo di concepire la vita dei cattolici e di coloro che credono in dio, nella Madonna (anche quella di Medjugorje), nelle Tv definite di proprietà degli handicappati dell’Aias ma, di fatto, operanti con ferrei princìpi di business.

Pillole di saggezza divina

Quando poi si discorre dell’accoglienza e se ne traccia l’elogio come Erasmo da Rotterdam con la follia, occorre distinguere due tipi di accoglienza: attiva e passiva. Alla prima specie appartiene quella delle coop catto-rosse che accolgono, ma a 35 € in entrata al giorno per ogni clandestino; alla seconda apparterrebbe l’accoglienza cristiana dell’aiutare i fratelli a prescindere dall’incameramento o meno dei 35 eurini giornalieri previsti.

Il discorso – come vedete – a questo punto, però, è diverso: e anche Luigi Bardelli, l’Abate Manone, cambia musica e, da conciliante, passa a riconciliato col dindo: chi non lavora, non fa l’amore e chi fa troppe assenze va a casa, senza tanti discorsi. Amen!

Leggete la letterina di Natale a Ferraluglio 2020. Cadono tutti i mieli cinesi fatti senza le api e giornalmente sparsi e distribuiti intorno da Tvl-Bardelli, ferreo amministratore dei conti aritmetici che non ascoltano né dio né Gesù:

Oggetto: licenziamento dal 29/06/2020 per superamento del periodo di comporto.

Con la presente siamo a informarla che lei ha ampiamente superato il periodo previsto per la conservazione del posto di lavoro in caso di malattia, così detto periodo di comporto.

Maic dire Maic… Non si sa Maic cosa può capitare…

Infatti l’art. 42 del C.C.N.L. per il personale dipendente delle strutture sanitarie private, applicato dalla scrivente azienda, in materia di periodo di comporto prevede che “Il datore di lavoro può recedere dal rapporto allorquando il lavoratore si assenti oltre il limite dei diciotto mesi complessivi nell’arco di un quadriennio mobile”.

Considerando che la sua ultima malattia certificata è iniziata il 14/10/2019, il quadriennio da verificare decorre dal 15/10/2015 ed avendo la S.V. superato il limite massimo previsto per la conservazione del posto di lavoro in relazioni ad eventi di malattia, cioè 540 giorni, siamo con la presente a risolvere il rapporto di lavoro in data odierna.

Per darle la possibilità di verificare quanto risultante dai nostri archivi, alleghiamo copia della lista degli attestati di malattia scaricata dal sito dell’Inps.

Nel pregarla di voler ritirare la Sua documentazione di lavoro Le comunichiamo che le competenze finali Le verranno liquidate nei tempi di legge.

Ripeto: non spetta a me decidere. Sottolineo: ma spetta a me, da giornalista che non crede nel cattolicesimo così com’è, esprimere le mie opinioni su come, aldilà di obblighi, doveri e precetti, opere di Misericordia (a Agliana, per esempio, don Tofani non ha mai creduto nella correzione morale), sopra la panca la capra campa e sotto la panca la capra crepa, dove panca sta per banca/quattrini (a Agliana, infatti, don Tofani non correggeva Artioli, eppure prendeva, e più che volentieri, i suoi generosi donativi di migliaia di euro).

La ferrea regola del mondo

Machiavelli insegna – anche e soprattutto ai cattolici – che «più onore ti fa uno ducato che tu hai in borsa, che dieci che tu ne hai spesi», quindi meglio non perderli, i quattrini. Così ogni uomo – e perciò anche i cattolici – si sforza di «parer buono», perché «il buon nome vale più che molte ricchezze»; e all’uomo tóccagli tutto, ma non la borsa: perché scorderà che gli hai ammazzato il padre e la madre, ma non che gli hai messo una patrimoniale per salvare la Merkel e l’Europa dei mangiaringhe del Baltico.

La messa è finita (Nanni Moretti).

Però il Bardelli ha una bella firma da manager, giù!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Art. 21 della Costituzione: «La carne è debole: lo spirito ancora di più»

Ma i lavoratori contano almeno 5 lire o no?

 

«Se … tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono» [Mt 5,20-ssgg].
Domanda: la Maic avrà mai chiamato Bracco per avvertirlo che stava per “andare di fuori”…?


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