decreto amianto. SÌ, MA SOLO NEI DENTI…

Amianto
Amianto. Niente decreto, niente indennizzi

PISTOIA. Dopo che Giorgi (M5S), ieri, ha riferito in consiglio che del decreto attuativo annunciato con tanta enfasi dall’Onorevole Bini, da Fanucci e dal Consigliere regionale Baldi, a favore dei lavoratori esposti all’amianto, non se ne trova traccia, ecco l’intervento del solito Pd deluso dal suo partito:

Si sussurra molto, nel Partito Democratico pistoiese. Da alcuni giorni corre insistente una voce.

Ricorderanno i lettori che il baldo-Baldi e i suoi accoliti – soprattutto i renziani della prima ora – avevano sciorinato ai quattro venti una notizia che aveva fatto scoppiare giubili fra molte delle tute blu pistoiesi: finalmente, dopo anni di palude e immobilismo, arrivavano i riconoscimenti dell’amianto.

I primi mugugni, già all’indomani dei risonanti annunci, venivano dai pensionati: secondo le notizie fatte filtrare dall’ineffabile Consigliere Regionale – che avevano, si dice, fatto invelenire la più scafata Bini, consapevole che eventuali incertezze nel decreto avrebbero fatto scoppiare un caso – chi era in pensione non aveva diritto ad alcun riconoscimento.

La motivazione era da ricondurre all’aspettativa di vita (della serie: tanto ai pensionati tempo ne resta poco, soprattutto se hanno respirato amianto…) e al fatto che non si può monetizzare una lesione alla salute (andatelo però a dire a quel pensionato, che magari ha da mantenere il figlio rimasto senza lavoro).

Il Consigliere Regionale Baldi
Il Consigliere Regionale Baldi

Era evidente l’incoerenza giuridica, a cui si andava incontro, e la possibilità di ricorsi da parte dei pensionati, che sarebbero potuti piovere sulle finanze statali.

Anche perché, una volta riconosciuta l’esposizione, non c’è altra soluzione che il risarcimento. Tertium non datur, direbbero quelli che parlano bene!

Da qualche giorno, però, corre una voce ancora peggiore.

E si sa, i corridoi del Pd hanno un’acustica assai buona e l’eco si espande con una rapidità superiore a quella con cui si sta consumando la parabola renziana.

La voce – sembra, perché si parla per sentito dire – narra che il decreto attuativo della Finanziaria, i cui contenuti sono stati ampiamente diffusi dal baldo-Baldi, sia ancora di là da venire. E che a tutt’oggi non esista. Non che manchino alcuni dettagli: sembra proprio che non ci sia.

O meglio, che esista solo nei ripetuti autoincensamenti dei baldian-bartoliani di ogni ordine e grado. I quali, nell’intestarsi la commessa vinta da Hitachi (perché loro, che son furbi, lo sapevano che la privatizzazione sarebbe stata la panacea di tutti i mali), dimenticando che il lavoro di preparazione della commessa non è partito certo un mese o due fa, ed era già nell’aria da tempo, si appropriano anche dei grandi risultati in termini di benefici per i lavoratori dell’Hitachi.

Breda venduta. La Nazione, 25 febbraio 2015
Breda venduta. La Nazione, 25 febbraio 2015. Nessuno avrebbe dovuto toccarla…

Certo, non precisano né entità, né modalità con cui questi benefici arriveranno, ma si sa, intanto si vivacchia di storytelling, poi se le cose arrivano, bene, o altrimenti si parlerà di altro.

Magari, perché no?, del Comune di Pistoia. Qualche bella polemichetta, e via.

C’è però chi non si rassegna a passare oltre, e allora chiediamo e ci chiediamo che cosa succederà.

Perché se davvero il decreto non esiste, e i sessanta giorni citati nella Finanziaria sono ampiamente trascorsi, qualcuno rischia di rimanere deluso. Magari di arrabbiarsi. Magari di sentirsi tradito.

Allora, vorremmo avere rassicurazioni. Vorremmo sapere se davvero il decreto esiste, oppure se c’era solo un’idea di decreto, sfumata subito e abortita. E quali sono i tempi. E cosa il decreto prevede.

Astenersi i perditempo…

[*] – Confidente, ospite


A CHIARE LETTERE

 

Vannino Chiti
Vannino Chiti, Senatore di Torino

E DICIAMOLA tutta! Facciamolo, dato che a Pistoia, e nel Pd, c’è più omertà che in “cosa nostra”.

Si sa tutti – per parlare un po’ alla Pasolini – di una riunione ristretta e riservata con i senatori  Chiti e Fabbri, presidente della Commissione bicamerale malattie professionali.

Così è subito partito il tam tam e il tutto è diventato, pistoiesemente, il segreto di Pulcinella, anche se nessuno ne parla apertamente.

Perché, in un partito davvero democratico, capitano cose come questa? Perché la democrazia deve essere amministrata per il bene degli ottusi che non capiscono un corno?

È la moda del neo-bolscevismo di ritorno? Lo ha insegnato quel grand’uomo di Napolitano…?

Amianto? Niente indennizzi.  A chiare lettere.

Commesse miliardarie all’Hitachi? Solo un puro caso e un successo che dipende dallo Yen e dal Sol Levante, non certo dalla saggezza del Pd che ha distrutto la Breda.

Ficcàtevelo in testa una volta per tutte. Grazie.

Edoardo Bianchini

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