DEDICATO A VANNINO

Chiti: dagli Appennini alle Alpi...
Chiti: dagli Appennini alle Alpi…

PISTOIA. Ci dicono che a Le Piastre, nel Comune di Pistoia, si piangono lacrime amare. In quella località si svolge annualmente, con risonanza nazionale, il campionato della bugia e, ascoltando ciò che ha affermato l’On. Vannino Chiti sul Tg 3 nazionale del 17 giugno, nelle varie edizioni, adesso non si capacitano nel chiedersi quale bugia più grossa si possa dire. Ma andiamo con ordine.

Vannino, sponsorizzato anche da una azienda del farmaco con le firme dei suoi dipendenti (che interessi aveva mai in quella farmacopea…?), ha ottenuto la carica di Senatore in Piemonte che, come tutti sanno, confina con la Toscana e ha problemi similari…

Vannino è uno dei senatori che si sono messi di traverso alla riforma del Senato che Renzuccio Renzi fortissimamente vuole. Se qualcuno nutre dubbi, diciamo subito che Vannino è un self made man, ovvero un uomo che si è fatto da sé. Ha fatto le scarpe a suo tempo al combattente del doping ex Sindaco Renzo Bardelli e ha percorso tutto il cursus honorum, da impiegato (i compagni dicevano funzionario, cioè funzionante) del Pci, capogruppo Pci, Sindaco di Pistoia del Pci (pensiero stalinista imperante), Consigliere Regionale, e poi Presidente della Regione Toscana, Deputato, Ministro dei rapporti (! – n.d.r.) con il Parlamento, Senatore piemontese per meriti acquisiti, per finire fra i  rompiballe del Pd di Renzuccio, sbandierando l’art. 67 della Costituzione Italiana che recita: “Ogni membro (! – n.d.r.) del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.

Articolo 1
Articolo 1

L’Uomo è forte e costituzionalmente “ferrato”: è un vincitore di concorso predestinato e non come quei disgraziati a caccia di un posto di lavoro qualunque. Lui è un filosofo che, come diceva il suo parroco, da bambino suonava anche le campane della chiesa. Il “batacchio”, che è quell’aggeggio dentro la campana, della politica funzionariale/funzionante, lui (Vannino, che non mangiava il panino, ma spendeva il soldino del panino per comprare il librino su cui studiare e “akkulturarsi” – vedi La Nazione/Pistoia di venerdì 20 marzo 2009 – nella foto) lo sapeva ben manovrare a tempo.

Adesso, “caro Vannino” ( forma rituale della vecchia borghesia di cui tu non facevi parte e che hai ferocemente combattuto per diventarne poi piccolo/grande parvenu, e farne parte surrogata e spuria con i vari Paci, Bardelli, cattocomunisti e & C.) dicci (non Diccì!):

Conosci l’art. 1 della Costituzione: «L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione»?

Articolo 21
Articolo 21

Dubito, essendo il concetto di lavoro strettamente connesso al termine produzione che a sua volta genera – o dovrebbe – il giusto profitto. Su questo virtuoso percorso fu fatta crollare la Prima Repubblica con un solo colpevole che si chiamava Bettino Craxi, e il disfacimento della Balena Bianca-Dc che implose al suo interno per gli innumerevoli scandali e ruberie che i suoi rappresentanti sul territorio, alla faccia delle persone perbene con quella tessera, perpetrarono.

Si salvò il tuo Pci, Vannino; un Pci che aveva rubato meno perché prendeva i soldi a valanga direttamente dall’Urss che allora era la madre del Patto di Varsavia in contrapposizione alla nostra Nato.  Prendevate soldi dal nemico e nessuno vi ha mai accusato di alto tradimento. Come si sarebbe dovuto fare se solo non aveste già con cura “impestato” la Magistratura di toghe rosse secondo l’insegnamento gramsciano dell’occupazione democratica del potere, a cominciare dalla Scuola.

A questo punto, il tuo aggrapparti all’art. 67 della Costituzione, oltre che patetico è anche offensivo nei confronti di quanti si permettono di denunciare il marciume lercio, la corruzione mortale e le cupole varie che in Italia, e pure in Pistoia, “la stanno facendo da padroni”.

Se per te vale, quando ti fa comodo, oramai a fine carriera, l’art. 67, perché il normale cittadino che si avvale dell’art. 21 della Carta, che consente la libertà d’espressione, è regolarmente “bastonato” e intimorito da denunce e querele?

L'epoca della formazione
L’epoca della formazione

Noi ce lo chiediamo ed abbiamo pure un’ipotesi che lasciamo però al paziente lettore, sottolineando la vostra maestria camaleontica di avere sempre usato “la pancia” del popolo, dal quale discendete e che ben conoscete: oggi va di moda Papa Francesco, ieri don Milani – e sempre voi. Tutto fa brodo per mantenere la cadrega e continuare nell’eterno giochino dell’uno, nessuno, centomila.

Attendiamo anche in Italia un 9 novembre 1989 quando cadde il Muro di Berlino. Se Renzuccio Renzi riuscirà nel compito di ripulire un poco l’Italia (ma lo troncheranno/troncherete prima) non potrà non avere che l’appoggio di tutti: l’avere proposto il tetto massimo di €. 240.000 per i Magistrati, con conseguenti e subitanei attacchi da parte dell’organo superiore della Magistratura che subito ha parlato di “attacco all’autonomia” dei suoi poteri, la dice lunga e tuttavia vogliamo fermamente sperare, perché sperare è l’ultima e unica cosa che ci resta. Dopo, ciascuno si comporterà come più riterrà opportuno…

Nel frattempo, Vannino, attaccati alla Mole Antonelliana, a Papa Francesco ed all’ex Vescovo di Pistoia che ti propaganda i libri perché preferisce correre da te piuttosto che a parlare di Madonne.

Ci sembra di comprendere che ti stai preparando una nuova strada dopo l’inevitabile pensionamento politico. Occhio – te lo diciamo in amicizia – all’art. 21 della Costituzione! Sulla libertà di espressione (su cui, quanto a libertà, ci batte perfino la Tunisia) i tuoi compagni scherzano poco!

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