AGLIANA. Come le ciliegie. le faccende di illegalità e malagestio dell’Amministrazione di Agliana, ci arrivano alla redazione quasi giornaliere: una attaccata all’altra.
Questa volta la “frittata” l’ha fatta la dirigente Paola Nanni che si è vista respingere un ricorso fatto contro un cittadino vessato per una ingiusta vertenza insorta sulla illegittima accusa per l’abbandono di rifiuti.
La sanzione e il verbale venne comminato dall’allora Comandante Nesti (presente al giudizio del Giudice di Pace Loss) e dunque, intanto viene da chiedersi perché non la Nanni, che ha sottoscritto l’opposizione al ricorso del sig. Mirashi.
Viene da chiedersi se il dirigente del servizio associato di Polizia Municipale si è dato consiglio con la Segretaria Donatella D’amico per la redazione dell’atto, visto anche che la motivazione introdotta nel ricorso è illogica e inappropriata sulla vertenza in questione: il Giudice di Pace l’ha semplicemente ignorata.
A noi, che non siamo giuristi, ci sembra davvero fuori luogo: che c’azzecca il “concorso di persone nell’illecito amministrativo” se manca la prova regina di riconducibilità diretta del sig. Nosh al fatto criminoso di aver gettato un sacchetto di spazzatura per strada?
Il Giudice scrive infatti che : … non è emersa in maniera sufficientemente chiara la responsabilità della ricorrente in ordine alla violazione contestata.
È vero che lo scontrino rinvenuto dalla Pm nel sacchetto di rifiuti abbandonato lungo via Berlicche è riconducibile al ricorrente,
Non risulta tuttavia provato che sia stato lo stesso o chi per lui ad abbandonare tale sacchetto, peraltro in una via assai distante dalla propria abitazione.
Il Giudice ha accolto il ricorso e compensato le spese di giudizio e questo, vogliamo dirlo, non meritatamente visto che il cittadino “vessato e perseguitato” (la storia è stata in piedi per tre anni con due intimazioni di pagamento) ha dovuto spendere dei soldi per una tutela legale che è costata ben di più dell’importo della sanzione originaria, fino a cinque volte!
Questa volta è andata bene ai cittadini-sudditi di Agliana, che hanno evitato il costo del risarcimento delle spese del legale del Mirashi, ma resta in piedi un’evidente situazione di malagestio dell’Amministrazione (allora sotto il controllo del Rynocommissario) che perseguita i cittadini con delle iniziative illegittime e che costringono i più coraggiosi a rivolgersi alla Giustizia per un pronunciamento liberatorio.
Vi sembra giusto, corretto e soprattutto “democratico e legalitario” o forse è più tipico di un regime militare di staliniana memoria?
Anche questa volta, la Dony (Segretario Generale comunale) sembra assente: ma è stata interrogata sulla qualità delle normative introdotte dalla Comandante Paola Nanni nel ricorso?
E perché la Dirigente ha mandato un agente semplice a difendere le ragioni del Comune e non si è presentata personalmente?
Ad Agliana – feudo del Pd, commissariato da Fragai – paese della “non” legalità e dell’opacità costante, sembra esserci un “diritto alla rovescia” per le persecuzioni dei cittadini.
What else?
[alessandroromiti@linealibera.it]
One thought on “defragaizzati. UNA QUESTIONE DI PRINCIPIO”
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