PISTOIA. Il presidente Rinaldo Vanni ha illustrato le principali novità relative all’attuazione della legge 56/2014, nota come “legge Delrio”, che ha trasformato in “enti di area vasta” quelle che per 150 anni sono state province – Pistoia, la provincia creata dal Duce, solo dal 1927.
«Non siamo ad un punto di arrivo ma di partenza; cambia un mondo, in meglio o in peggio non lo dico io, faccio solo una riflessione» ha iniziato il presidente e sindaco di Monsummano Terme.
Infatti uno dei principali cambiamenti, almeno per il cittadino comune, è che la Provincia non è più un ente elettivo: l’elezione diretta è stata eliminata e sostituita da quella indiretta, per cui sono i consiglieri e sindaci di tutti i comuni a scegliere e votare presidente e consiglio del nuovo ente di secondo livello.
Un ente che ha ceduto alla Regione Toscana molte funzioni (agricoltura, ambiente, formazione, caccia e pesca, lavoro e progettazione viabilità) mantenendo sostanzialmente edilizia scolastica, statistica (elaborazione dati), viabilità, trasporto e sezione unica appaltante. Altre questioni si presentano più delicate, complesse ed in via di definizione, anche considerando la condizione al contorno per cui «la legge di stabilità non ci fa dire se siamo fuori da dalla situazione di criticità. Voi sapete che la Provincia rischia il dissesto; vedremo come ciò si esplicita» ha affermato Vanni.
Il dirigente Reato Ferretti ha fornito qualche numero utile: per il 2016 sono previste entrate, da tassazione, per 28 milioni, 20 milioni sono le uscite per manutenzione e gestione (strade, scuole e impianti) e 7 le spese per il personale.
Però 23 andrebbero dati al governo, in virtù di alcuni correttivi della finanziaria, dei veri e propri prelievi, non mancate entrate, e questo è il quadro – ambiguo – in cui la Provincia si muoverà.
Era prevista una riduzione delle spese del personale del 50% e invece il nuovo ente, più leggero, con 175 dipendenti (5 dirigenti) potrà ridurle anche più del 60%. Trai delicati temi accennati figura il turismo, delegato per legge al comune capoluogo: si attende pertanto che Palazzo di Giano batta un colpo.
Vanni ha colto l’occasione di ribattere ad alcune dichiarazioni di Tommaso Braccesi, Sindaco di Cutigliano, che aveva pubblicamente lamentato la latitanza della provincia in merito a proposte e problemi sul turismo montano: «Io ho sempre convocato l’assemblea dei sindaci (il consesso ufficiale previsto dal punto di vista normativo – n.d.r.), lui non è venuto…».
Seguono la forestazione, trasferita però su delega dall’Unione dei Comuni per i primi 7 mesi del 2016, e la polizia provinciale: «Abbiamo mantenuto 10 unità delle 14 che avevamo».
Per quanto riguarda l’impiantistica sportiva il presidente ha manifestato la volontà di arrivare ad un bando unico per la gestione delle piscine: la Marchi di Pescia, per cui sono già calendarizzate consultazioni, e la Fedi di Pistoia sono legate all’edilizia scolastica, non quella di Maresca, situata inoltre in un’area a bassa utenza – motivo per cui le scelte devono essere ponderate. «Gocciole in fondo al mare, ma da ricordare: siamo riusciti a realizzare la copertura dell’istituto Capitini di agliana, 240mila €, e dell’Iti di Pistoia».
«Indipendentemente dal referendum», che potrà eventualmente abrogare la riforma Delrio, il messaggio del presidente Vanni è che i comuni, con risorse, personale e ruolo accresciuto, debbano assolutamente interrogarsi per cogliere le opportunità previste dalla riforma per costruire la comunità dei comuni, «trovare un punto di equilibrio ancora tutto da inventare.
Se poi mancano le risorse anche ai comuni allora la questione si chiude perché non saranno più erogati servizi e funzioni». Non deve sfuggire che la Provincia è uscita dall’Associazione teatrale, facendo mancare 350mila € annui, da Uniser e Pistoia Futura, con relative ripercussioni su altri enti ed indirettamente sul cittadino.
«Faccio notare che il secondo lotto della strada 436 del Fossetto, attualmente finanziato dalla Provincia, è una previsione di dieci anni fa: per il futuro non abbiamo niente di programmato e di programmabile». Da cittadino, ha concluso il presidente Vanni, è preoccupato per l’organizzazione del territorio, in quanto i comuni non sono attrezzati per fare programmazione né, aggiungiamo noi, avranno le risorse, al punto che potrà nascere, eventualmente, una trasversale consapevolezza circa la necessità di rottamare la “politica dello spreco” con cui da decenni i governi dissestano le finanze pubbliche.
[Lorenzo Cristofani]
Alcune considerazioni:
– “Non siamo ad un punto di arrivo ma di partenza….”: mannaggia…e io che speravo ce ne fossimo liberati di sta gente
– “Infatti uno dei principali cambiamenti, almeno per il cittadino comune, è che la Provincia non è più un ente elettivo: l’elezione diretta è stata eliminata e sostituita da quella indiretta, per cui sono i consiglieri e sindaci di tutti i comuni a scegliere e votare presidente e consiglio del nuovo ente di secondo livello.”: ovvio, dopo aver preso il potere con le primarie, il nostro Renzuccio vuole essere sicuro che si voti il meno possibile in Italia, anzi, se se ne può fare a meno del tutto…
– «la legge di stabilità non ci fa dire se siamo fuori da dalla situazione di criticità. Voi sapete che la Provincia rischia il dissesto; vedremo come ciò si esplicita»: e chi ce l’ha portata al dissesto?
Quanto al resto. Un velo pietoso è meglio